L’annuncio corre su Facebook: « Siamo pronti per avviare i lavori all’ex Cinema Diana, con l’utilizzo di residui di fondi europei, e per le vetrate della passeggiata a mare di Piazza della Libertà. Stiamo anche raccogliendo i pareri per la copertura del torrente Fusandola in un progetto di riqualificazione della spiaggia di Santa Teresa. La spiaggia è triplicata rispetto a 3 anni fa e entro due anni avremo una spiaggia profonda 50 metri perché la sabbia si sta via via accumulando. A conferma che tutto quello che stiamo facendo è per rendere la città più bella».Anche di domenica Vincenzo De Luca pensa alla sua Piazza della Libertà e al completamento del fronte del mare. E mentre lui riceve i primi commenti, la risposta arriva direttamente dal comitato No Crescent. La materia del contendere è la spiaggia di Santa Teresa. «Altro che raddoppiata, triplicata». Un grafico – per i tecnici del Comitato – dimostra: «Così il “Crescent mostro” mangia la spiaggia di Santa Teresa». Ed ecco i conti: «Distruzione spiaggia di Santa Teresa, metri quadri 5.850; cementificazione mare, metri quadri 3.800; circa un ettaro di natura occupati dal Crescent. Totale: metri quadrati 3.650». Ma dal No Crescent arriva anche il commento alle verificazioni depositate al Consiglio di Stato, in vista dell’udienza del 26 marzo che deciderà il destino del Crescent di Bofill. In settimana probabilmente sarà in programma (insieme ad Italia Nostra che è l’associazione promotrice del ricorso in appello) un incontro pubblico per spiegare tutti i dettagli e le prossime mosse. Qualcosa non convince, in particolare, nella perizia depositata dall’Autorità di Bacino mentre quella del Genio Civile per conoscenza è finita anche all’attenzione della Procura della Repubblica di Salerno (dove sono aperti due fascicoli riguardanti il cantiere di Santa Teresa, l’uno proprio sul Crescent, l’altro sui crolli che si sono verificati in Piazza della Libertà). Sui rilievi mossi dall’Autorità di Bacino, in parte – affermano dal Comitato – mancherebbero le risposte ai quesiti disposti proprio dal Consiglio di Stato nell’ultima ordinanza che disponeva le verificazioni. Gli atti sono ancora al vaglio delle parti e dallo studio potrebbero emergere elementi importanti per Italia Nostra e No Crescent.
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