Antonio Manzo
Nuova irruzione dei giudici di Lagonegro nel “mondo di Giovanni” che aveva trasformato il comune di San-ta Marina in un’agenzia d’affari urbanistici milionari. L’inchiesta che portò ai domiciliari il sindaco Gio-vanni Fortunato accusato, tra l’altro di aver percepito una presunta tangente di 100mila euro non si ferma. Tre nuovi indagati per la contestata speculazione edi-lizia di Torre Oliva di Santa Marina: avvisi di garan-zia per il sindaco Giovanni Fortunato, il responsabile dell’ufficio tecnico comunale Carmine Del Verme, Michele Galardo direttore dei lavori al Torre Oliva di Scario, tecnico incaricato della “Forever Dreamers Srl”. . E’ una costola dell’inchiesta-madre della pro-cura di Lagonegro sul Sistema Fortunato di Santa Marina finito agli arresti ai domiciliari per corruzione in una inchiesta che coinvolge anche moglie, figli e parenti prossimi, oltre a tecnici e imprenditori di fidu-cia che avrebbe coinvolto, secondo la Procura di Lagonegro, nel sistema di gestione della cosa pub-blica, «orientata al perseguimento di interessi priva-ti», per quanto riguarda il settore edilizio. Gli avvoca-ti (Lorenzo Lentini e Vincenzo Speranza per Fortuna-to; Sergio Perongini per Galardo) stanno passando di nuovo al vaglio l’ordinanza del Gip del maggio 2025, di 121 pagine, per valutare le nuove mosse da com-piere, Nel blitz di maggio, oltre al sindaco Fortunato fu coinvolto anche l’imprenditore di Acerra Antonio La Montagna rappresentante della società immobilia-re napoletana “Forever Dreamers srl”. Per Fortunato, che fu anche congigliere regionale di Forza Italia, fu infatti applicata la cautela di massimo rigore perché il rischio della reiterazione del reato era più alto, «tenuto conto della conclamata abilità di strumentalizzare il ruolo di terzi, come il responsabile dell’ufficio tecnico e il progettista formalmente inca-ricato dai privati». Per il Gip Guerino Francesco Gat-to era necessario impedire al sindaco l’accesso al suo studio di progettazione e agli uffici comunali e qual-siasi «contatto con l’universo illecito intorno a lui gravitante». Per gli inquirenti Fortunato aveva messo in piedi un sistema che gli consentiva di rilasciare concessioni edilizie illegittime e ottenere in cambio denaro o altri vantaggi «attraverso l’uso distorto del mandato eletti-vo ha trasformato un lembo del Golfo di Policastro nel mondo di Giovanni, ossia in un contesto delin-quenziale del quale egli è il dominus assoluto e nell’abito del quale l’attività amministrativa è mossa da logiche parziali e dal conseguimento idi indebiti tornaconti», scrisse il Gip di Lagonegro Guerino Francesco Gatto accogliendo la richiesta degli arresti domiciliari avanzata dal Pm. L’episodio per il quale il sindaco è accusato di corruzione riguarda la presunta lottizzazione abusiva in località Torre Oliva, seque-strata nel luglio del 2023 ed ora al centro della nuova inchiesta. Oltre al sindaco e a La Montagna furono già indagati, per quell’episodio: il tecnico progettista di Agropoli Michele Galardo e un altro imprenditore di Acerra Nicola Tortora (difeso dall’avvocato Buo-nincontro del foro di Nola).Particolarmente significative le intercettazioni telefo-niche di La Montagna mentre parlava con Tortora: «.. là Giovanni tiene il potere… hai capito? Tutti i tecnici stanno con lui e non li paga..hai capito come li paga? Fai questo..fai quello… tu mi dai questo io ti do que-sto. Hai capito com’è, fa vedere la schiera… se state con me..avete… se non state con me non lavorate». In altre conversazioni, per far comprendere meglio il potere del sindaco afferma : «Non è malamente è de-linquente però sta creando lavoro con la delinquenza sua. In tutto il Cilento sta facendo i lavori lui…da 50 anni lo chiamano il mullah». Nel fascicolo più volte la moglie e i figli compaiono come committenti di lavori e proprietari di beni finiti sotto sequestro, uno dei figli anche come progettista, c’è anche suo fratello. Durante l’operazione del 2023 furono rinvenuti 113 mila euro nella casa del sindaco e 50 mila euro nella abitazione intestata ad uno dei suoi figli, ma nella disponibilità del padre. Sono solo alcune battute del Sistema Cilento che fa contare a Casal Velino, Camerota, Santa Marina, Sapri, amministratori discussi per operazioni urbanistiche che spesso procedono in silenzio, come il fabbricato di quattro piani in via di costruzione sulla spiaggia di Marina di Camerota. Un fabbricato che procede illegittimamente di proprietà di un orefice napoletano descritto dal Gico della Guardia di Finanza assolutamente senza patrimonio che poi va al tribunale di Vallo della Lucania e partecipa ad un’asta fallimentare per diverse centinaia d migliaia di euro e rileva il terreno a mare dove costruisce quattro piani. Da nulla tenente a costruttore tutelato anche dalle forze dell’ordine distratte. A Camerota come a Santa Marina, comuni divisi da due Procure: il primo, con Vallo della Lucania e, il secondo, con Lagonegro.





