
NAPOLI. La Campania resta tra le regioni italiane che offre le peggiori opportunità di tutela della salute ai cittadini, ma fa segnare anche il più significativo miglioramento. È quanto emerge dal 13esimo studio sulle performance regionali curato dal Crea (centro per la ricerca economica applicata alla sanità) dell’università degli studio di Roma “Tor Vergata” e presentato oggi. Non solo livelli essenziali di assistenza per misurare l’universalità e l’equità del servizio sanitario nazionale: nello studio vengono analizzati anche i risultati raggiunti in una serie di indicatori selezionati di performance regionali, considerando per la prima volta, accanto ai parametri sanitari e sociali, anche la soddisfazione dei cittadini nelle diverse regioni italiane. Il Veneto si conferma la regione con la migliore performance, raggiungendo il 55% del massimo teorico possibile, seguito dalla provincia autonoma di Trento (con il 50%). La Calabria, invece, si posiziona all’ultimo posto con il 23%. Nonostante il divario tra nord e sud Italia rimanga significativo, si osserva una progressiva riduzione delle disparità, con un miglioramento più marcato nelle regioni del Mezzogiorno. Tra queste, la Campania ha registrato appunto l’incremento più rilevante, seguita da Abruzzo e Molise. La Campania resta però tra le cinque regioni segnate in “rosso” sulla mappa nazionale, quelle con una percentuale inferiore al 33%. Sono tutte del sud: detto della Calabria, la Campania con il 26% precede la Sicilia e la Basilicata ma non la Puglia (al 27%). Un aspetto innovativo dello studio è l’introduzione di un’indagine sulla soddisfazione dei cittadini, che ha misurato l’esperienza degli utenti con i servizi sanitari regionali. In questa classifica, il Trentino-Alto Adige si distingue per la maggiore soddisfazione, con un punteggio medio di 8,1 (su una scala da 0 a 10), mentre le regioni del Mezzogiorno, come Puglia e Basilicata, registrano i livelli più bassi, pari a 5,8. La Campania si ferma a 6,2, al di sotto del valore mediano pari a 6,8.