“Le dichiarazioni degli esponenti del Pd, e finanche quelli dell’Usigrai, su un’ipotetica candidatura dell’ex direttore del Tg2 ed oggi corrispondente Rai a Parigi, Gennaro Sangiuliano, confermano il doppiopesismo della sinistra e la solita doppia morale. Infatti, chissà perché le loro voci critiche non le abbiamo ascoltate quando a candidarsi erano altrettanti importanti giornalisti del Servizio pubblico: Badaloni, Sassoli, Giulietti, Annunziata, Marrazzo… E l’elenco potrebbe allungarsi, a conferma che per la sinistra l’anomalia è soltanto quando si candidano i giornalisti non allineati. Se ne facciano una ragione. È la democrazia, bellezza”. Lo dichiarano i deputati di Fratelli d’Italia, Francesco Filini e Augusta Montaruli, capogruppo in Vigilanza Rai e vicepresidente della Commissione Vigilanza Rai “Costituzione italiana – art. 51. Tutti i cittadini dell’uno o dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge. A tale fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini. La legge può, per l’ammissione ai pubblici uffici e alle cariche elettive, parificare ai cittadini gli italiani non appartenenti alla Repubblica. Chi è chiamato a funzioni pubbliche elettive ha diritto di disporre del tempo necessario al loro adempimento e di conservare il suo posto di lavoro”. Lo scrive su Instagram l’ex ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. Oggi dal Pd e dall’Usigrai sono arrivati commenti critici su una sua eventuale candidatura per Fratelli d’Italia alle elezioni regionali in Campania. Sangiuliano poi aggiunge: “Codice penale – art. 283. Chiunque, con atti violenti, commette un fatto diretto e idoneo a mutare a Costituzione dello Stato o la forma di Governo, è punito con la reclusione non inferiore a cinque anni”. “Da non credere. Fratelli d’Italia sta pensando di candidare alla Regione Campania Gennaro Sangiuliano: ex direttore del Tg2, ministro del governo Meloni e oggi corrispondente Rai da Parigi. La Rai è stata trasformata in un albergo ad ore del potere: non solo propaganda, ma trampolino di lancio per carriere personali. Mai, nella storia della televisione pubblica, era accaduto che un dirigente diventasse ministro, tornasse in azienda e poi si ripresentasse in politica. Un’anomalia clamorosa, che riduce il servizio pubblico a una succursale del governo. Così in una nota Sandro Ruotolo, responsabile Informazione nella segreteria nazionale del Pd.





