Sangiuliano destituito dopo il G7 dalla Meloni - Le Cronache Ultimora
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Sangiuliano destituito dopo il G7 dalla Meloni

Sangiuliano destituito dopo il G7 dalla Meloni

Fiducia confermata, per ora. “Adesso concentrati sul G7 cultura”, è stata in sostanza l’esortazione di Giorgia Meloni a Gennaro Sangiuliano dopo l’ora e mezzo di teso confronto a Palazzo Chigi. Un colloquio in cui non sono mancati momenti accesi. Il ministro ha ribadito con determinazione le proprie verità sulla querelle relativa a Maria Rosaria Boccia, fornendo elementi che la premier avrebbe giudicato convincenti. Le interessava che l’imprenditrice non avesse avuto accesso diretto ad atti sensibili e che non ci fosse stato esborso di soldi pubblici per lei. “Se questo non c’è, il resto è gossip e non mi interessa”, avrebbe concluso Meloni, comunque decisamente irritata dalla situazione che si è creata. Ai vertici del governo si registra comunque il timore che nelle prossime settimane possano emergere nuovi elementi imbarazzanti. In ambienti dell’esecutivo c’è anche chi parla di fiducia a tempo, prevedendo un passo indietro dopo il summit del 19-21 settembre a Napoli. Tanto che in parallelo già si stanno esaminando profili per l’eventuale successione, incluso quello di Alessandro Giuli, da quasi due anni presidente della Fondazione MAXXI, Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma. Mani dietro la schiena, alle 15.50 Sangiuliano è sceso dall’auto nel cortite di Palazzo Chigi e si è incamminato verso lo studio della premier, negli stessi minuti in cui usciva dal portone il direttore de La Verità, Maurizio Belpietro. Anche il suo giornale in questi giorni ha esortato il ministro dare spiegazioni su una vicenda che rischia di avere contraccolpi sul governo: bastava ascoltare nelle ultime ore le battutine dei leghisti sul ministro, o le interpretazioni dei meloniani, molte di questo tenore: “Giorgia se lo magna…”. Dopo un primo confronto venerdì scorso, alla luce dei nuovi sviluppi Meloni ha convocato nuovamente il ministro (avvistato anche ieri a Palazzo Chigi) per ulteriori spiegazioni. Dopo essersi esposta in tv sulle rassicurazioni ricevute da lui, si è vista rispondere da Boccia sui social con altri documenti sul G7 Cultura. Da qui il timore che la scia di mail e foto non sia finita. Basterebbe l’indizio che la donna abbia usato beni strumentali del Ministero e scatterebbe una denuncia per peculato. In quel caso le dimissioni sono ritenute inevitabili. E, l’altra faccia dei timori della presidente del Consiglio, la figura per lei sarebbe pessima. Uno scenario esplicitato in un confronto dai toni tesi. Di fronte all’insistenza con cui il ministro ha ribadito le proprie verità, per ora è congelata la richiesta di dimissioni. Ma in ambienti dell’esecutivo si parla anche di una sorta di ‘commissariamento’ a tempo con il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari chiamato a vigilare sul ministro in bilico. Resta al suo posto almeno fino al G7, ormai dietro l’angolo. Poi potrebbe arrivare l’avvicendamento. Dal Quirinale è stata smentita la voce di una telefonata sul caso Sangiuliano fra il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e Meloni. Boccia a Piccolotti “Una cosa a cui tengo: ho sempre raccontato solo la verità. Non ricatterei mai nessuno, figurarsi! Anzi se posso l’ho protetto: sono rimasta otto giorni in silenzio , pur avendo ragione come penso di aver dimostrato, e ho parlato solo quando dichiarazioni inesatte mi hanno colpito nella mia dignità”. Questo il messaggio inviato da Maria Rosaria Boccia a Luca Telese, durante la trasmissione di La7 In Onda e riferito ad un’affermazione di Elisabetta Piccolotti di Avs.