di Monica De Santis
Ciao Sandro! Ieri pomeriggio si sono svolti i funerali di Alessandro Nisivoccia, l’attore e regista che ha fatto la storia del teatro salernitano e non solo e che ha formato decine e decine di giovani attori. Ieri l’ultimo saluto, all’88enne, che per tanti, è il simbolo della cultura di questa città. Nella nuova chiesa di Torrione Alto, al fianco dei figli di Sandro, tanti, tantissimi amici e colleghi di lavoro. Ognuno con la sua storia personale, ognuno con i suoi ricordi. Ognuno con un grazie da dire a Sandro, per esserci stato e per essere stato quello che è stato. Alle esequie hanno partecipato anche il sindaco Vincenzo Napoli e Antonia Willburger già assessore alla cultura ed oggi consigliera comunale. “Nisivoccia è stato un personaggio straordinario – ha detto il sindaco Napoli, al termine del funzione religiosa, che ha saputo trasmettere valori artistici importantissimi, insieme alla amata Regina. Lascia una traccia eterna nel pensiero degli uomini e nella memoria della nostra città. L’onoreremo intitolandogli una sala di questa chiesa, che il quartiere ha fortemente voluto”. “Ci ritroviamo qui a dare l’ultimo saluto al caro Sandro – ha detto nella sua omelia don Gaetano – che ha concluso il pellegrinaggio terreno costellato di gioie, come anche di dolori. Ma Sandro non si è mai lamentato ed ha affrontato la vita con dignità, onestà ed amore. Sandro con la sua professione ha seminato la felicità nella vita di tante persone”. Poi don Gaetano ha ricordato alcuni incontri tra lui, Sandro e Regina, e il loro grande amore, fino a rivolgere un appello alle istituzioni affinché la figura di Nisivoccia, come quella di Regina non vengano dimenticate. E chiede di intitolare un teatro, una strada oltre ad una sala della chiesa”.
“Non posso parlare di Sandro senza pensare a Regina”
“Dici Sandro, dici Regina. Sono sempre stati una cosa sola e non posso parlare di uno senza pensare all’altra”. Alfonso Andria, ex presidente della provincia, ma soprattutto ex attore della compagnia di Sandro e Regina, non ha potuto non ricordare il maestro e l’amico, scomparso giovedì sera. “Il Sipario prima, il SanGesenio poi, ma erano sempre il Teatro Popolare di Sandro Nisivoccia e Regina Senatore. Hanno rappresentato un grande riferimento per tutto il teatro salernitano e non solo. Due persone molto rispettate. E quello stesso rispetto riuscirono a guadagnarselo persino sui palcoscenici nazionali dei grandi festival di teatro amatoriali e non solo. Buona parte della mia vita – prosegue ancora Alfonso Andria – come quella di mio fratello Marcello, è legata a Sandro e Regina. L’ho conosciuto quando avevo 17 anni, e decisi di partecipare ad un provino al Sipario. Provino che andò bene e partecipai subito ad uno spettacolo. E in compagnia con noi c’era anche la mia fidanzata, che oggi è mia moglie. Un legame che è continuato nel tempo. Quando nel 1977 mi sono sposato, Sandro ad esempio è stato il mio testimone di nozze. E quando sono nati i due gemelli, a Maratea, io sono stato in clinica con Sandro ad aspettare che Anna e Roberto venissero al mondo. Basta solo questo per far capire quale fosse il bene che ci volevamo. Ho perso un grande amico e Salerno ha perso una persona eccezionale che ha dato tanto non solo alla città, ma ai giovani di questa città che con Sandro e Regina sono cresciuti. Ora mi auguro che possa essere davvero onorato come merita”. m.d.s.