Matteo Maiorano
«Abbiamo voluto fortemente che San Matteo partisse da qui, luogo dei martiri salernitani. Il nostro obiettivo è arrivare al cuore della nostra comunità». Centinaia di fedeli ieri pomeriggio hanno riempito i giardini di “Forte La Carnale” per accompagnare idealmente la statua dell’apostolo dentro la chiesa di Santa Maria ad Martyres, dove la riproduzione del santo resterà per tre giorni, prima di spostarsi verso la parrocchia di Gesù redentore nel quartiere Pastena. E’ ufficialmente partita la marcia di avvicinamento verso la festa del santo patrono di Salerno. «Ho voluto fortemente che la statua di San Matteo iniziasse la pelegrinatio cittadina dai giardini de “La Carnale”, luogo in cui vengono venerati la vergine santa ed insieme i tre martiri salernitani, Ante Caio e Fortunato, assassinati ai tempi delle persecuzioni di Diocleziano». Visibilmente soddisfatto della massiccia risposta da parte della cittadinanza alla celebrazione don Michele Pecoraro. Il parroco ha spiegato le motivazioni che ho hanno spinto a voler iniziare il percorso, che quest’anno toccherà interi quartieri della città, proprio nei pressi della foce del fiume Irno: «E’ qui che i nostri martiri vennero decapitati, tra la stazione e la parrocchia di Torrione. All’inizio del 4 secolo questi giovani, pane di casa nostra – come ama definirli il parroco del duomo di Salerno – offrirono la propria vita nella testimonianza più coraggiosa. Preferirono rinunciare alla loro vita nel fiore della giovinezza, per confondersi nell’eterna giovinezza di Cristo». Missione delle celebrazioni di questi giorni la riscoperta della memoria collettiva: «Abbiamo voluto che Matteo abbracciasse i suoi fratelli. Rievocare la memoria storica e religiosa della nostra comunità penso sia un’iniezione profonda di carica, amore, fiducia e forza, perché possiamo vivere oggi la nostra testimonianza, ovvero il nostro martirio, il nostro sì incondizionato a Cristo Gesù, che il vangelo ci annuncia continuamente, attraverso il loro esempio. Non vorrei cadere nella poesia e nel sentimento – prosegue Pecoraro – ma vorrei davvero che il sangue del sacrificio dei nostri martiri sgorgasse nelle vene della chiesa. Vorremmo che questa testimonianza di amore e immenso sacrificio sia da esempio anche per noi che governiamo la sfera spirituale. Troppe volte anche noi ci sentiamo fragili ». Dopo il rito di incensazione che ha inebriato i fedeli, i portatori hanno condotto la statua all’interno della Chiesa di Santa Maria ad Martyres, dove è stata condotta la consueta messa serale. «Non riusciamo ad affrontare l’ateismo pratico di oggi. Ecco perché abbiamo voluto che Matteo visitasse la nostra città tutta perché potessimo noi capire la bellezza del nostro sì incondizionato al vangelo, a quel vangelo scritto con l’inchiostro ed «il sangue» ha asserito il parroco alla fine della celebrazione.
Foto a cura di G.Gambardella