Salzano a Cuomo: Votai per spostare l'Ateneo - Le Cronache Ultimora
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Salzano a Cuomo: Votai per spostare l’Ateneo

Salzano a Cuomo: Votai per spostare l’Ateneo

di Aniello Salzano

Caro Direttore, mi è capitato di leggere solo ora sul tuo quotidiano un articolo del prof. Alberto Cuomo: “l’elezione del rettore è diventata un affare poli-partitico”. Per cui intervengo, con colpevole ritardo, per dire la mia su qualche affermazione che non condivido, come quella contenuta nell’incipit. Il prof Cuomo infatti scrive: “l’elezione del rettore dell’Università di Fisciano (non Salerno: che “resti sempre a vergogna dei comunisti degli anni ’70-80, tra i quali Vincenzo De Luca loro segretario provinciale, e i democristiani del tempo, lo spostamento dell’Università dal capoluogo alla Valle dell’Irno, onde favorire l’avellinese e De Mita, in nome, se si vuole, del cosiddetto ‘compromesso storico’) sta divenendo sempre più un affare politico o, meglio poli-partitico”. In qualche modo mi sento chiamato in causa: sarei anch’io tra “i democristiani del tempo” a doversi “vergognare” per “lo spostamento dell’Università nella Valle dell’Irno”. Invece, caro prof. Cuomo, non mi vergogno! Anzi, per dirla tutta, avverto un senso di orgoglio per aver dato al trasferimento in quel territorio il mio voto favorevole, a nome e per conto dei giovani democristiani di cui ero rappresentante all’interno del Comitato provinciale della Democrazia Cristiana. Una decisione assunta perché nascesse e si sviluppasse un grande polo universitario in un’area a cavallo e a servizio di ben tre province. Perché le tante Facoltà lasciassero le disagiate sedi improprie, gli studenti gli scalcinati palazzi per civili abitazioni, le biblioteche abbandonassero gli scantinati. Perché il bacino di utenza dell’Università abbracciasse anche la vasta area dei paesi Vesusiani. Perché si evitasse alla città di Salerno di affogare ulteriormente nel caos e nel traffico. L’Ateneo localizzato e costruito nei Comuni di Baronissi e di Fisciano, oggi è comunque a tutti gli effetti conosciuto nel mondo come “l’Università di Salerno”, ritenuto un Campus di straordinaria efficienza e particolarmente invidiato per la sua organizzazione e per alcune sue strutture di notevole originalità, anche architettonica. All’inizio degli anni ’70 la classe politica di allora, molto lungimirante, comprese che una Università per essere al passo con i tempi, ed arricchirsi di tante altre Facoltà, abbisognava di strutture adeguate e di spazi immensi dove allocare uffici, aule, mense e laboratori, alloggi per studenti e docenti, ma anche di impianti sportivi e per il tempo libero. Nel 1970, quando si assunse la decisione, sul tavolo solo due erano le opzioni: una caldeggiata da Alfonso Menna, potente Sindaco di Salerno per 16 anni, che avrebbe preferito “lo spostamento” delle varie Facoltà negli antichi palazzi da ristrutturare nel centro-storico, e l’altra da una parte consistente della Democrazia Cristiana che privilegiava invece la nascita di una struttura in cui racchiudere l’intero mondo dell’Università. Insomma un “Campus”, qualcosa di nuovo per l’Italia di allora. Dopo una lunghissima, estenuante e sofferta riunione, non priva di divisioni e dolorosi contraccolpi prevalse l’idea della costruzione del “Campus universitario”. Alfonso Menna ci rimise la carica di Sindaco, e gli subentrò l’avv. Gaspare Russo, che guidò la città per oltre 4anni. Quindi, per concludere, nessun favore a De Mita, nessuno accordo sottobanco per la nascita del “cosiddetto compromesso storico”, e quindi nessuna vergogna. In quell’occasione semplicemente il dovere fondamentale di rispondere ai bisogni della gente e degli studenti in particolare, di coltivare il sogno di una grande Università, capace di dare slancio ad un processo di crescita e di sviluppo del nostro territorio. Il resto, poi, l’hanno fatto i Magnifici Rettori che dal 1968 si sono susseguiti ed avvicendati.