di Erika Noschese
Rione Carmine, due “finte” Luci d’Artista, tre attività aperte e una farmacia di turno. È questo il segnale che Salerno vuole che arrivi ai propri cittadini? L’illusione che le Luci d’Artista siano installate anche in quella zona è a dir poco insufficiente per consentire ai commercianti di “credere” nella possibilità di tenere aperte le proprie attività in attesa di un riscontro effettivo. Ed è così che un negozio di abbigliamento in “svendita totale”, vale a dire prossimo alla chiusura (e ce ne dispiace, perché è sempre una sconfitta), un negozio di scarpe e un Mondadori Bookstore fanno da punti luce in una selva oscura che Dante non avrebbe mai immaginato di tale caratura. Tanto da far invidia alle grotte di Pertosa e al Castello Arechi, che per simulare l’inferno e il paradiso di Dante si erano anche impegnati, quando in realtà bastava passeggiare lentamente su via Carmine per avere quel brivido della rievocazione dantesca. All’incrocio con via Marino Paglia, le luci della farmacia Galeno, di turno, sembrano quasi più valide delle “Luci d’artista” installate. Dante direbbe: “e quindi uscimmo a riveder la croce verde”.






