Quella che definiamo, tra il serio ed il faceto, la “Banda del casatiello” è la squadra di operai, si presume di Salerno Sistemi o da questa delegata – che sabato mattina 12 luglio intorno alle 10, in pieno centro a Salerno, via SS. Martiri Salernitani all’incrocio con il C.so V. Emanuele – hanno spicconato ed aperto un tombino sulle strisce pedonali ed ai piedi di un semaforo. Alla ricerca, forse, di problemi idrici. Non riscontrandoli, lo hanno richiuso alla sans-façon come si dice, alla meno peggio, così come fanno sempre, lasciando il tombino instabile e rumoroso giorno e notte per le auto che vi passano sopra. Una costante nel raffazzonato e pessimo lavoro quotidiano di queste squadre. Poi, non contenti, hanno aperto un grosso foro ad un metro e mezzo di distanza, lasciandolo aperto e recintato da un quadrato metallico (il “casatiello”), sempre esattamente al centro della strada ma con un solo lato aperto al traffico, e se ne sono andati. Senza preoccuparsi di alcuché. Hanno “solo” girato le spalle ad un intervento iniziato e pericolosamente lasciato incompiuto. Così si fa in Italia, al Sud, a Salerno. Tanto, chissenefrega!
Riusciamo ad immaginarne gli effetti? Via SS. Martiri è una strada larga appena 7-8 metri
Che si riduce della metà, praticamente un budello, per la fila di auto parcheggiate a pagamento e per la sua immancabile doppia fila abusiva, che assai di rado i vigili municipali di Salerno vengono a controllare. Fin qui ci siamo? Dunque, grazie agli abusivi cosa resta dei Martiri? Resta lo spazio dove a stento passa un’auto, e molto a stento un furgone. Si può immaginare cosa accade se a centro strada si spiccona e si aprono buchi che devono essere recintati? Restano poco più di due metri, quindi solo per il passaggio di un’auto alla volta. E se qualcuno parcheggia abusivamente sulla destra a fianco al tombino? Semplice, non passa più nessuno. E quindi traffico fermo, clacson a distesa, pedoni che attraversano alla rinfusa tra un’auto e l’altra, gas di scarico che rendono l’aria irrespirabile e letale per la salute. Io abito lì, e quindi ho visto ed amaramente preso nota di tutto. Come si vede dalle foto, è intervenuta una pattuglia di vigili urbani, che ha subito ravvisato il pericolo. Intorno al grosso buco infatti l’asfalto stava cedendo, con il rischio di un crollo della sede stradale. E quindi telefonate a Salerno Sistemi, frenetiche ma inutili. Il sabato a Salerno Sistemi non funzionano neanche le emergenze, o comunque non se informa adeguatamente e con risalto la popolazione. Ad un numero ha risposto una voce femminile che ha dichiarato di aver preso nota. E dai vigili urbani altre telefonate al loro Comando e poi all’Ufficio Strade del Comune, che spesso interviene per tappare le falle di Salerno Sistemi. Che è una società importante, coordinata da una persona di grande intelligenza ed esperienza tecnica come il direttore generale Matteo Picardi. Eppure, si rovina tutto, non prevedendo le emergenze o non informandone adeguatamente i cittadini. E questo è grave se si considera l’importanza primaria dell’acqua e le note precarietà del penoso sistema idrico italiano che perde il 42 per cento di quella che immette negli acquedotti.
E se a questo si aggiunge la negligenza, l’inadeguatezza, l’irresponsabilità di operai e di tecnici pubblici? Che compiono o, in questo caso, omettono interventi importanti su una sede stradale, producendo un rischio di pericolo per la salute pubblica? Come pensiamo si debba procedere nei confronti della “Banda del casatiello”? Se sono dipendenti pubblici, secondo noi, con una pesante sanzione pecuniaria o, meglio, con una sospensione, ed il licenziamento in caso di reiterazione. Se è una ditta esterna, cui si delega, con la rescissione di qualsiasi contratto o rapporto, perché si è di fronte ad una ditta a rischio. Ed anche con una denuncia. Se qualcuno si fa male, si ferisce o perde la vita, chi deve finire sotto processo?
L’episodio potrebbe sembrare uno dei tanti che avvengono in una città del Sud, dove casa propria, il privato, è al primo posto, ma il pubblico, una strada, un marciapiedi, un lampione pubblico, sono all’ultimo.
E l’episodio è la conferma, secondo noi, di una città disamministrata, tenuta male
Piena di buche stradali, apparentemente pulita nelle strade principali ma sporca nella immediata periferia dove insistono minidiscariche, e dove si ritirano in tarda mattinata, o non si ritirano affatto, enormi pile di sacchi per l’indifferenziata.
Una città dove in pieno lungomare, in p.zza Cavour, sono fermi da anni lavori, se non erro, per parcheggi sotterranei.
Una città dove le splendide palme Phoenix Canariensis che il mondo ci invidiava, le si si sono lasciate divorare dal punteruolo rosso. Signor sindaco, signori politici, avete mai spiegato ai cittadini perché è accaduto tutto questo mentre voi sembravate impotenti? Come mai solo a Salerno il punteruolo rosso ha distrutto un lungomare, le cui foto con le palme per due secoli hanno fatto il giro del mondo ? E come mai non è accaduto a San Benedetto del Tronto, Grottammare, Cupra Marittima, Sanremo, Alassio, Ceriale e tante altre? Dove il punteruolo non è riuscito a fare quello che ha distrutto il lungomare di Salerno? Non siamo botanici, o agronomi o fitopatologi. Ma si sa che contro il Rhynchophorus ferrugineus occorrevano azioni rapide, isolando le piante infette perché questo insetto non vola. E’ stato fatto o s è perso tempo o si era inadeguati? E noi cittadini abbiamo saputo alzare la voce o no per chiedere perché sia accaduto?
E Salerno è anche la città dove la stazione crocieristica al porto, una delle mirabili opere dell’architetta irachena Zaha Hadid, è diventata un baretto di periferia o un sito per improbabili incontri culturali, mentre potrebbe ospitare un museo del mare o un luogo di lancio della Schola Medica Salernitana, insomma un “topos” turistico di granbde valore, dove i cinesi, i giapponesi, i tedeschi, gli americani che arrivano sempre più numerosi con le grandi navi, invece di migrare subito verso Pompei, Paestum o Velia, potrebbero trovare qui la risposta alle domande più frequenti ch’essi fanno sulla scuola che per 4 secoli rese Salerno la capitale della medicina nel mondo allora conosciuto.
Ed a proposito di Schola Medica, perché spingere alle dimissioni Enrico Indelli, grande medico, ma anche grande studioso ed appassionato della medicina antica? Noi non l’abbiamo capito. Nessun riferimento o critica, lungi da noi, per Ermanno Guerra, nuovo presidente, anche lui medico, studioso e grande persona. Ma ci si chiede il perché. E perché tutto questo silenzio omertoso? Perché nessuna spiegazione sui perché di questi sommovimenti che finiscono con capovolgere alla rovescia una città fino a 10 anni fa splendidamente e rigorosamente amministrata da Vincenzo De Luca? E quindi, all’ordine del giorno, più efficienza ed efficacia, più trasparenza, più informazione, più serietà nei confronti di noi cittadini. Se non lo si sa fare, occorre avere il coraggio di lasciare il passo e di tornarsene a casa. (AP)





