di Erika Noschese
Resta alta l’attenzione sul sito di compostaggio, devastato da un incendio divampato lo scorso 23 dicembre. Nella giornata di ieri, il sindaco di Salerno Vincenzo Napoli ha firmato un’ordinanza per garantire la sicurezza dei cittadini della zona, in attesa dei risultati del monitoraggio dell’Arpac. L’ordinanza sarà in vigore fino al permanere delle condizioni di incertezza sullo sviluppo della situazione ambientale verificato dalla stessa Agenzia. Il Comune di Salerno ha disposto di mantenere chiuse le porte e le finestre delle abitazioni, delle attività commerciali, industriali, di servizi e in tutti i luoghi dove è prevista la permanenza prolungata dell’uomo nella località interessata, al fine di prevenire un possibile passaggio di inquinanti. Inoltre, è stato disposto di monitorare e verificare l’assenza di residui di fumo sui prodotti ortofrutticoli coltivati in campo aperto nelle zone agricole ricadenti in prossimità della località sopra indicata, prima di procedere alla raccolta, vendita e/o consumo degli stessi. Ancora, con particolare riferimento alle attività dei vigili del fuoco che prevedono l’utilizzo di acque per lo spegnimento dei focolai, gli scarichi delle acque di dilavamento dei rifiuti combusti dovranno essere effettuati solo previa attività di verifica analitica delle acque stesse ed esame della compatibilità rispetto ai recettori (fognatura e corpo idrico superficiale). In mancanza delle attività di monitoraggio o, nel caso di incompatibilità chimica con i corpi ricettori, le acque di dilavamento/spegnimento dovranno essere raccolte e gestite come rifiuti liquidi. Intanto, ieri mattina l’amministratore unico di Salerno Pulita ha fatto il punto sull’intervento che sta vedendo incessantemente impegnati i Vigili del Fuoco per la messa in sicurezza dell’area del sito di compostaggio: «La situazione sta progressivamente migliorando, c’è stato l’abbattimento della struttura pericolante e stamattina (ieri per chi legge, ndr) sono iniziate le operazioni di smassamento per capire se vi fossero altre criticità, ma devo dire che il materiale sotto non è bruciato e probabilmente andremo avanti più rapidamente – ha dichiarato Bennet – Grazie all’intervento tempestivo dei Vigili del Fuoco, siamo riusciti a salvare i macchinari, attrezzature e due terzi dell’opificio». Ad andare a fuoco, dunque, è stata la seconda parte dell’opificio dedicata alla seconda maturazione, materiale già fertilizzato e quasi pronto per l’utilizzo per aiuole e non solo. «Siamo preoccupati per i cittadini che abitano attorno all’impianto e per le aziende che ci sono, ma fortunatamente non c’è diossina; siamo abbondantemente sotto il valore della soglia ma ne eravamo consapevoli visto il materiale andato in fiamme – ha aggiunto l’amministratore unico – Già da gennaio saremmo partiti dando maggiore forza e impulso all’attività aerobica, quella che ci consente di produrre energia. Aspettiamo l’evoluzione della situazione ma siamo in condizioni di riattivarla rapidamente, dobbiamo attendere gli enti per tutti i pareri». Intanto, l’assessore alle Politiche Ambientali Massimiliano Natella ha rassicurato i cittadini: «i dati diffusi da Arpac non destano particolare preoccupazione». Nel frattempo, è necessario chiarire – come ha ricordato l’amministratore unico Vincenzo Bennet – che il sito di Sardone è aperto regolarmente e continua a servire i comuni; l’apertura straordinaria era riferita solo al giorno di Natale, quando l’impianto in questione è chiuso.