Salerno. Foce Irno, per Napoli norma corretta - Le Cronache Attualità
Attualità Salerno

Salerno. Foce Irno, per Napoli norma corretta

Salerno. Foce Irno, per Napoli norma corretta

di Erika Noschese

Per quanto concerne le aree Foce Irno, la vendita ha riguardato esclusivamente e specificamente aree a destinazione produttiva e alcun cambio di destinazione in senso residenziale potrà mai esservi, non essendo applicabile alle aree Prog la disciplina prevista per le ordinarie aree di trasformazione. Lo ha chiarito il sindaco di Salerno Vincenzo Napoli, replicando all’interrogazione del consigliere di Forza Italia Roberto Celano relativa alla procedura di alienazione dell’area individuata dal vigente Puc. Dalla risposta del primo cittadino emerge che la legge attualmente in vigore stabilisce che «la destinazione delle aree di sedime degli stabilimenti ammessi alla delocalizzazione è regolata con convenzione da stipularsi con il Comune ed è vincolata a soddisfare esigenze produttive, sociali e pubbliche», ragion per cui, viene sottolineato «è evidente che l’ente stia rispettando pedissequamente la detta previsione normativa». Per il sindaco, “non è proprio il caso di parlare di “violazione dell’animus contrahendi” o della “causa” del negozio che portò all’acquisizione dei suoli dell’ex Italcementi”. Napoli chiarisce inoltre che, a garanzia costante della massima trasparenza, tutte le procedure amministrative sono avvenute in modo pubblico e di evidenza pubblica; tutti gli atti adottati sono pubblici e redatti da pubblici ufficiali; tutte le principali determinazioni, sia quelle di natura urbanistica che quelle attinenti all’alienazione, sono state adottate dal consiglio comunale. E poi la stoccata ai consiglieri di opposizione, tutti ad eccezione di Antonio Cammarota che ha scelto di spalleggiare la maggioranza, i quali hanno presentato un esposto-denuncia alla Procura della Repubblica per segnalare ipotetiche illegittimità e fantasiosi tentativi speculativi a vantaggio della società acquirente dei suoli. Proprio la società avrebbe incardinato un ricorso dinanzi al Tar Salerno sostenendo di essere gravemente danneggiata dall’adozione da parte del Comune di Salerno di atti finalizzati a garantire il permanere delle destinazioni previste dal Puc e mirati a sradicare dalla mente ogni ipotesi speculativa su quelle aree. L’amministrazione ha chiarito inoltre che gli atti adottati sarebbero coerenti sia con la destinazione indicata nell’atto di acquisto dell’area ex cementificio sia con le disposizioni normative. Inoltre, non ci sarebbero problemi di carattere fiscale a carico dell’ente in quanto l’imposta era dovuta in misura fissa. È stato poi ricordato che il consiglio comunale ha suddiviso l’originaria area Pro 1 in Prog 1 a e Prog 2 b, stabilendo di valorizzare quest’ultima nel piano delle alienazioni dell’ente. Successivamente, è stata effettuata la ricognizione delle aree standard esistenti e si è verificato che, nella zona omogenea in cui ricade l’area in questione, lo standard totale del Puc rispetta lo standard minimo, ragion per cui non vi sarebbe alcuna violazione della legge relativa alla dotazione di standard urbanistici. I lotti 1 e 2 dell’area Prog 1 b non sono mai stati considerati aree a destinazione residenziale né diretta né sottaciuta, né nel piano delle valorizzazioni né nei bandi pubblici di vendita o negli atti di trasferimento. Non si è fatta attendere la replica del consigliere Celano che esprime la sua «delusione per l’incompletezza del contenuto informativo e per l’assenza del necessario supporto probatorio che la gravità della vicenda avrebbe dovuto imporre. Lei, in particolare, nulla ha detto della classificazione dell’intero complesso tra i beni del ‘Patrimonio Indisponibile’ ai sensi della Sentenza n. 3813/2011 della Corte dei Conti; della presenza del vincolo di inalienabilità ai sensi delle Leggi 219/81 e 730/86; della presenza del vincolo di destinazione urbanistica a ‘verde e parcheggi’ attribuito come essenziale nella variante al PRG assunta in previsione dell’acquisto ed espressamente richiamata nell’atto del 1995 che ne consacrò l’ufficialità ai fini del diritto civile, mentre ha fornito solo una generica assicurazione circa la coerenza degli atti amministrativi con le disposizioni di legge nazionali e, in particolare, con l’art. 7 del “Regolamento per l’alienazione del Patrimonio Immobiliare del Comune di Salerno” a Lei certamente ben noto nella veste di Sindaco e di esperto professionista» ha detto il forzista. A seguire, Lei ha precisato che fu la variante al Puc, approvata con delibera n. 2 del 21/01/2013, a disporre la divisione dell’area Prog 1, tra la vasca monumentale del Grande Albergo e il fiume, nelle due sub-aree Prog 1/a e 1/b attuando una lottizzazione che comportò, per quest’ultima, anche la divisione nei lotti 1 e 2, ora valorizzati, cioè venduti. Per tutto questo, ricordato – prima a me stesso – che nel Puc del 2007 a firma dell’arch. Bohigas l’intera Prog 1 costituiva un’unica area a destinazione sociale e pubblica nel rispetto dei termini di acquisto, sarebbe stato opportuno, se non doveroso, fornire gli estremi dei provvedimenti e delle autorizzazioni, da chi assunti e da chi rilasciate, per elevare il livello di affidabilità della Sua dichiarazione». E ancora: «In prosieguo, Lei assicura sulla destinazione ad attività terziarie dei due lotti venduti, in particolare a strutture alberghiere, sottolineando: – che in nessun atto dell’Amministrazione sia mai stata ipotizzata la variazione in senso residenziale; – che alle aree Prog non sarebbe applicabile la disciplina prevista per le Aree di Trasformazione; – che le modifiche apportate alle Nta con delibera n. 6 del 14/01/2025 sono state introdotte per garantire il permanere delle destinazioni previste nel Puc. In verità, non appaiono tranquillizzanti, per questo, la lettura degli artt. 1 e 2 degli atti di vendita Trotta e Frauenfelder, con l’obbligo della predisposizione di un Pua a carico dell’acquirente e la previsione del cambio di destinazione d’uso nell’ambito di categorie compatibili, in aggiunta proprio alle nuove disposizioni ‘liberalizzatrici’ introdotte nelle Nta con riferimento ai Pua. Evidenti contraddizioni, poi, sono presenti nella stessa documentazione amministrativa laddove, ad esempio, alla Prog. 1/b venne attribuita una destinazione prevalentemente residenziale ai fini della quantificazione del valore con riferimento alle aree Omi. In definitiva, non posso che confermarLe la mia insoddisfazione rispetto alle Sue delucidazioni e, di conseguenza, rinnovarLe la richiesta di un più esaustivo e documentato riscontro laddove fosse da Lei accolta, benché non formalizzata in veste di nuova interrogazione. Alla luce di tutto quanto innanzi, ritengo inappropriata la qualifica di “intempestivo” da Lei attribuita all’esposto-denuncia presentato alla Procura della Repubblica a mia firma e a firma di quasi tutti i Consiglieri di Opposizione. Anzi, la carenza delle Sue osservazioni lo rende ancor più opportuno al fine di pervenire alla verità dei fatti e garantire la tutela dei diritti di tutti i cittadini. Mi è doveroso precisarLe che inoltrerò copia della presente al Sig. Procuratore a integrazione di quanto già consegnato».