
La questione della vendita dei suoli ex Cementificio è una bomba a tempo che prima o poi esploderà dimostrando tutta la serietà della scomoda posizione attuale dell’Amministrazione Comunale rispetto alla vicenda. Che si annunzia come un disastro economico per le finanze comunali, che hanno incamerato sinora 12 milioni di euro che la minoranza consiliare ha denunziato alla Procura come provento del reato di falsità ideologica. I termini della faccenda sono noti, ormai; sono stati elencati, punto per punto, dalla denunzia dei consiglieri di opposizione, dall’interrogazione parlamentare dell’On.le Bicchielli, e dalla denunzia del comitato di cittadini dell’area via Vinciprova e via Guercio. Hanno raccolto sinora una ottantina di firme in un esposto che sarà presentato oggi al Procuratore della Repubblica. Insomma, la Procura ha ricevuto molto più di una denunzia singola per avere tutti i motivi per avviare una indagine, sia pure attraverso un semplice, iniziale, atto di ordine di esibizione di tutta la documentazione comunale. Non necessariamente un sequestro penale, quindi, ma un semplice ordine di esibizione di copia degli atti, attraverso il quale procedere a una verifica di legalità di tutta la procedura. Confidiamo che tale impulso arriverà a breve, vista l’enormità dell’accaduto. Da parte del Comune, un balbettio irato del Sindaco, che ha detto che tutto è a posto. Ha elencato un rosario di atti amministrativi adottati negli anni, il PUT, il PIC, il PUA, e altre sigle alchemiche di natura urbanistica che, a suo giudizio, hanno fatto evaporare il vincolo esistente sui terreni per effetto di legge statale. Roberto Celano, con garbo, come con altrettanto garbo ha risposto Bicchielli nella sua interrogazione parlamentare, ha chiarito che il Sindaco Napoli si è arrampicato maldestramente sugli specchi per giustificare col suono delle parole la solidità dell’argomento principale delle opposizioni. Napoli tutto ha detto, tranne che spiegare come l’onere reale (diritto civile, eh, non amministrativo!) stabilito dal contratto di acquisto del 1995, in forza della legge statale 730/86, sia svanito in base a qualche delibera comunale del 2013-2014, e seguenti. Solo la magia del Mago Merlino può fare svanire un onere reale sui terreni, stabilito in un contratto registrato pubblicamente; ma le delibere comunali, atti amministrativi di un semplice ente territoriale di 130 mila abitanti, non hanno la forza magica di cancellare un vincolo stabilito da una legge dello Stato. C’è da dire che “aspettando Godot” (l’intervento della Procura), la presunta illegittimità della manovra del Comune può ricevere un’altra verifica di regolarità legale. E non è affatto escluso che i vari soggetti che hanno sinora avviato le istanze di chiarimento agli Uffici Giudiziari non decidano di percorrere anche questa strada. Stiamo parlando dell’azione civile di annullamento dell’atto notarile di compravendita del febbraio 2024. E’ l’atto in cui il notaio ha ricevuto la dichiarazione dei contraenti di inesistenza di vincoli sul terreno ex Cementificio. Ci sono tutti i presupposti (secondo i denunzianti) per ritenere false tali dichiarazioni. Quindi, il notaio ha redatto un atto pubblico contenente dichiarazioni false. A parte la questione se il notaio aveva l’obbligo di verificare la veridicità di tali dichiarazioni, e non affidarsi, come ha fatto, alle esternazioni dei soli contraenti, non c’è dubbio che un possibile reato di cui all’art. 483 c.p. esiste eccome. Ciò ha reso l’atto pubblico assolutamente nullo perché contrario a norma penale imperativa. Ora, l’art. 1421 del codice civile afferma che l’azione giudiziaria di nullità può essere fatta valere da chiunque vi ha interesse. Capito? Il giudice civile può essere investito di una richiesta di dichiarazione di nullità dell’atto notarile di vendita dei suoli ex Cementificio da parte di chiunque vi abbia interesse. E cioè cittadini, opposizione consiliare, comitati, e via dicendo. E chi si va a comparare i suoli di via Vinciprova, prossimi alla vendita, con questa spada di Damocle? Che prescinde, si è detto, dalle verifiche di natura penale della Procura. E’ un accertamento di natura civilistica, formale ma rigoroso, che può far cadere il castello delle alchimie amministrativistiche elencate dal Sindaco Napoli. Lasciato solo, in questo frangente, dal loquacissimo Governatore della Campania. re.cro.