Impianto a biomassa:i componenti il comitato i quartiere guidato da Alfonso Vergato, hanno richiesto l’accesso alla documentazione prodotta dall’Arpac,preliminare all’entrata in funzione della centrale a biomasse. “No biomasse a CaseRosse”, recita uno striscione a caratteri cubitali che accoglie chiunque entri nel rione più ad est di Salerno. Via Scavata Case Rosse è ormai da tempo abbandonata dalle istituzioni, e tra i suoi residenti serpeggiano rabbia e rassegnazione. I cittadini del piccolo caseggiato settecentesco, riuniti in un comitato di quartiere chiesto di conoscere il contenuto della documentazione prodotta dall’Arpac, preliminare all’entrata in funzione della centrale in questione. L’impianto,di proprietà di una società privata, nonostante sia stato completato da quasi due anni,non è ancora in esercizio. Ciò accade vista la strenua resistenza della popolazione locale, che teme un impatto potenzialmente negativo sulla salute. Si teme per le esalazioni che l’impianto produrrà una volta in funzione. Secondo alcune indiscrezioni a provocare lo stallo della centrale sarebbero anche malfunzionamenti dei macchinari presenti al suo interno: i documenti prodotti dall’Arpac dovrebbero far chiarezza soprattutto su questa criticità. “Avevamo chiesto al sindaco Napoli,dopo un’incontro informale tenutosi nello scorso autunno, di interessarsi personalmente della vicenda e di richiedere all’Arpac i documenti relativi alle verifiche tecniche compiute sulla centrale – ha in merito affermato Federico Marra, segretario cittadino di Sinistra Italiana di Pontecagnano che da tempo porta avanti la causa dei cittadini della contrada -Non avendo ricevuto nessuna risposta, abbiamo prodotto autonomamente istanza di accesso agli atti circa una settimana fa”. Il piccolo agglomerato sito ai confini tra Salerno e Pontecagnano paga lo scotto della sua posizione, ai margini dell’area industriale: poiché gli immobili del borgo sono inclusi nell’area Asi,il loro valore catastale è di gran lunga superiore rispetto al valore di mercato. Tale anomalia si ripercuote direttamente sui bilanci delle famiglie residenti, costrette a pagare più tasse del dovuto a fronte di servizi pressoché inesistenti. In via Picentino, che collega Scavata Case Rosse con Pontecagnano, infatti, sono frequentissimi gli allagamenti provocati dalla scarsa manutenzione fognaria. Le caditoie sono addirittura assenti nelle strade che, a monte, collegano il borgo con la zona industriale. “Ci sono poi problemi non indifferenti dovuti all’inquinamento acustico, alla scarsa illuminazione e dalla carenza di posti auto – ha aggiunto Marra – I residenti del posto spesso si sono scontrati con i titolari di una nota pizzeria sita nel quartiere in quanto non riescono a usufruire dei pochi stalli per la sosta presenti nella piazzetta del rione. “Erano stati proprio gli abitanti di via Scavata Case Rosse a richiedere a più riprese negli scorsi anni la delimitazione di un’area di sosta, individuata nella zona occupata da un edificio fatiscente di proprietà del comune che un tempo ospitava una scuola. Le autorità competenti, ed in particolare il Comune, sarebbero state a più riprese interpellate – senza alcun riscontro -per procedere alla demolizione della struttura che fino allo scorso anno ospitava la sede del comitato di quartiere, unico luogo di aggregazione per le poche decine di famiglie che vivono quotidianamente la contrada, oggi abbandonata all’usura del tempo ed al dilagare del degrado. Andrea Bignardi
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