Salerno. Allarme sovraffollamento in carcere - Le Cronache Salerno
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Salerno. Allarme sovraffollamento in carcere

Salerno. Allarme sovraffollamento in carcere

di Erika Noschese

Promuovere misure alternative alla detenzione e sviluppare progetti sociali che possano supportare queste persone. È la proposta lanciata dal Garante Regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, Samuele Ciambriello che ieri mattina ha presentato la relazione Annuale del 2024, realizzata in collaborazione con l’Osservatorio regionale sulle condizioni delle persone private della libertà personale, sulle condizioni delle carceri campane, degli SPDC (Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura), Uepe (Ufficio di Esecuzione Penale Esterna) ed altro. Per il Garante Ciambriello: “I dati del 2024 della provincia di Salerno mostrano un quadro difficile: 2 suicidi, 14 tentativi di suicidio, 50 atti di autolesionismo. La Polizia Penitenziaria è sottodimensionata e ci sono state 28 aggressioni ai danni del personale di Polizia Penitenziaria… tanti dati che farò emergere nella mia conferenza stampa. Abbiamo il dovere di osservare la Costituzione che indica norme imprescindibili sulla detenzione in carcere. Il sovraffollamento rende inaccettabili anche le condizioni di lavoro del personale penitenziario”. Il problema maggiore oggi è rappresentato dal sovraffollamento: 2000 detenuti in più nelle carceri campane, 210 nelle strutture penitenziarie salernitane e questo, spiega Ciambriello, contraddice il principio di dignità, e la dignità non è negoziabile. «Non possiamo attendere programmi che prevedono la costruzione di nuove carceri e padiglioni senza affrontare il problema alla radice», ha dichiarato il garante, evidenziando che per quanto riguarda la popolazione carceraria della provincia di Salerno, le tre carceri (Eboli – I.C.A.T.T., Salerno – Casa Circondariale “Antonio Caputo” Fuorni, Vallo della Lucania – Casa Circondariale “Alfredo Paragano”) nel 2024 ospitavano complessivamente 676 persone su una capienza di 470 posti disponibili. Di questi 676, sappiamo che 95 sono stranieri e 61 sono donne la cui presenza è stata segnalata solo relativamente al carcere di Fuorni. Ci sono 2000 detenuti in più nelle carceri campane, 210 detenuti in più in quelle salernitane. Il sovraffollamento va oltre il criterio della dignità umana e la dignità non è negoziabile. I dati sul personale degli Istituti penitenziari della provincia di Salerno, inoltre, mostrano diverse criticità, considerato che risultano meno lavoranti rispetto a quelli previsti dalla pianta organica. In particolare, gli Agenti di polizia penitenziaria presenti nelle tre carceri ammontano complessivamente a 195 (27 a Eboli, 135 a Fuorni, 33 a Vallo della Lucania). In pianta organica, invece, sono previsti 210 agenti di polizia penitenziaria (24 ad Eboli, a Fuorni 165 e a Vallo della Lucania 21). Elevato è anche il numero degli eventi critici che si contano nel corso del 2024: si sono registrati due suicidi (entrambi a Fuorni), 14 tentativi di suicidio (tutti a Fuorni), 50 atti di autolesionismo (49 a Fuorni e 1 a Vallo della Lucania). Non si registrano evasioni, ma solo una evasione sventata a Fuorni. Lo scorso anno, nella provincia di Salerno, si sono verificati due suicidi—entrambi nel carcere di Fuorni —oltre a 14 tentativi di suicidio, 50 episodi di autolesionismo, aggressioni tra detenuti, violenze contro il personale penitenziario, sequestri di telefonini e droga. «Il carcere deve essere vissuto nel rispetto di un diritto sacrosanto: le persone non devono essere solo custodite, ma accudite. Senza programmi di inclusione sociale e trattamentale, è difficile sopportare 20 ore al giorno chiusi in una cella», ha poi dichiarato il garante. Inoltre, nella provincia di Salerno si contano 184 detenuti tossicodipendenti, di cui 135 a Fuorni. Qui è stata avviata un’esperienza trattamentale specifica in un padiglione dedicato: chi passa per questa struttura sotto osservazione può essere trasferito nel carcere di Eboli, un istituto a custodia attenuata. A destare preoccupazione sono anche i dati sui minori: 478, nel corso dello scorso anno, sono stati affidati ai servizi sociali, di cui 37 donne e 59 stranieri. Il rischio è che questi giovani, spesso già in condizioni di forte disagio, scivolino verso la devianza e la microcriminalità. Un altro dato significativo riguarda l’area penale esterna: 5019 persone si trovano attualmente in regime di affidamento ai servizi sociali, detenzione domiciliare o semilibertà. Questi strumenti rappresentano un ponte tra il dentro e il fuori, ed è necessario aumentare le misure alternative alla detenzione. Nel sistema carcerario italiano ci sono 62.000 detenuti, di cui 8000 devono scontare solo un anno di pena: non hanno commesso reati di sangue né reati ostativi. In Campania sono 904, mentre in provincia di Salerno un centinaio. «In provincia di Salerno, in un solo anno, si sono verificate 28 aggressioni ai danni del personale penitenziario. Eppure, il numero degli agenti di Polizia Penitenziaria è insufficiente. Dopo il minatore, il loro è uno dei lavori più usuranti: in alcuni istituti, nel turno pomeridiano, un solo agente si ritrova a gestire fino a 150 detenuti, una situazione inaccettabile. La politica deve intervenire. Il problema è che la politica ha rimosso il tema del carcere dalle sue priorità, trattandolo come una risposta semplice a bisogni complessi, in primis quello della sicurezza. Si è affermata una politica carcerocentrica, in cui il carcere diventa strumento di consenso, senza un reale progetto di riforma e di reinserimento sociale. È tempo di cambiare approccio», ha poi detto il Garante Regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale.