di Michelangelo Russo
Credo che solo da ieri i salernitani si stiano rendendo conto dell’ultimo oltraggio alla loro dignità fatto da questa Giunta, miope per sua colpa, e non in senso figurato, dall’altra sera. E’ miope la Giunta, e siamo diventati tutti miopi, di notte. Perchè non ci si vede più, per il Corso principale e per il lungomare, dopo lo spegnimento definitivo dei fanali a goccia che pure, quasi trent’anni fa, fecero inneggiare De Luca a Salerno come una novella “Ville Lumiere”, una piccola Parigi, insomma. Di tutti gli sfregi commessi dalla Giunta ai danni della Città, questo della scomparsa della luce dorata dei lampioni è l’errore più marchiano. Dall’autostrada il rosario dei lampioni gialli assomigliava a una corona di luci vitali come quella dei paesi costieri in festa per il patrono cittadino. E quella luce era già da sola un inno alla vita con il bagliore di una processione notturna sul mare. Quel sapere mediterraneo è scomparso d’improvviso, e la città appare (si fa per dire) di notte come un ambulatorio. Nel nome del risparmio energetico. Certo è che non è apparso né il Sindaco, né un assessore, né un impiegato comunale per rivendicare con una inaugurazione, o un annuncio enfatico, l’avvio della nuova opera. La gloria della stampa è andata a un rubinetto sulla spiaggia di Torrione, a un cortiletto con due alberelli dietro la Fondazione Menna, a un pezzettino asfaltato del Trincerone. Ma alla morte dei trentennali lampioni a goccia a luce forte e gialla non è stato dedicato dalla Giunta neppure un epitaffio. Tanto, si ragiona forse a Palazzo di Città, i salernitani sono già ciechi, figurati se se ne accorgono. Ma chi ha avuto questa bella idea? Si sta fabbricando Corso Vittorio Emanuele, tra infiniti disagi, tale e quale a prima, esclusi i sampietrini (che bastava sostituire). Quanti soldi costerà quest’impresa? Non era meglio risparmiarli, almeno in parte, per pagare all’Enel la bolletta dei lampioni? Ecco, questo fatto della bolletta andrebbe chiarito, se non altro tenendo conto del costo della sostituzione con i nuovi corpi illuminati (per modo di dire). Invece di spendere questa somma, non era più economico trovare una intesa con chi gestisce l’enorme campo fotovoltaico di Eboli nell’ex tenuta Baretta di proprietà del Comune? Chi ha gestito questa urgenza economica del risparmio? E la Regione, Governatore in testa (che a chiacchiere dice che adesso il lungomare sembra un cimitero) che vuol dare 100 e passa milioni per ammodernare uno stadio di serie B, non aveva qualche spicciolo di elemosina per lasciare i lampioni anziché pitturare lo Stadio? E’ sempre la stessa storia. I soldi vengono dati per imprese che costruiscono, demoliscono, sventrano, bucano, ripasciono, insomma smuovono terra e calcestruzzo. Lì si muovono i soldi, che finiscono in mille rivoli. Nella Praga del 1990, che visitai in quel settembre a meno di un anno dalla caduta del Muro di Berlino, la capitale splendeva di bellezza europea di giorno, pure con i palazzi non tolettati da decenni. Ma di notte Praga era buia, totalmente. Era il segno dell’eredità lasciata dalla dittatura: il buio come minaccia e monito alla libertà di pensiero. Il buio come le celle di isolamento. Il buio come alimento della paura di parlare. Ma perché il Sindaco non ha ribattuto a De Luca, che pure ha bollato a parole la bruttura dei led? Ma perché, forse, fanno il gioco delle parti: poliziotto buono e poliziotto cattivo!