di Marco De Martino
L’attesa è finalmente terminata. La grande Avventura, per la Salernitana, ricomincia poco più di 22 anni dopo l’amaro e tragico epilogo consumatosi in quel di Piacenza. E, ironia della sorte, riparte proprio dalla via Emilia ma, stavolta, qualche chilometro più a sud-est, allo stadio Dall’Ara contro il Bologna di Sinisa Mihajlovic. Un banco di prova probante per la gagliarda Salernitana di Fabrizio Castori che cercherà di confezionare un’altra impresa dopo quella compiuta lo scorso 10 maggio a Pescara con la conquista della promozione in serie A. Tutti gli addetti ai lavori infatti danno, sulla carta, Belec e compagni già spacciati. Un giudizio forse troppo severo, dettato dalla valutazione economica della rosa granata e dalla scarsa esperienza maturata in A dalla maggior parte dei calciatori a disposizione di Castori. Spesso e volentieri, soprattutto nel calcio degli ultimi anni, la carta di inizio stagione però diventa straccia al termine del campionato. Il campo è sempre stato il giudice supremo, l’unico che garantisce una sentenza inequivocabile e definitiva. Come successo nel passato torneo cadetto, quando la Salernitana non era data tra le favorite alla promozione ed, anzi, era additata come possibile pericolante, Fabrizio Castori proverà a sovvertire i pronostici ed a conquistare una salvezza che la Salernitana, nelle precedenti due esperienze in massima serie, non è mai riuscita ad ottenere. Il popolo granata, nonostante i soliti criticoni che imperversano sul web, ci crede. Il bagno di folla di ieri, alla stazione, sotto gli occhi increduli dei turisti in partenza per il penultimo week end agostano, ne è la testimonianza. Ed anche qui la memoria viaggia a quel drammatico 24 maggio 1999, quando proprio la stazione fu teatro, in concomitanza con la retrocessione, di una delle tragedie più grandi per la città di Salerno, il rogo del treno dei tifosi granata di ritorno da Piacenza che spense le vite dei quattro angeli Simone, Ciro, Peppe ed Enzo. La Salernitana, a cominciare da Bologna, dovrà lottare per loro e per tutti coloro che hanno amato ed amano i colori granata. Non sarà semplice, anzi sarà dannatamente difficile riuscire a centrare l’obiettivo, ma se la Salernitana riuscirà a mantenere le proprie prerogative di squadra combattente, umile, operaia, il traguardo finale non sarà una chimera. Macte animo, Salernitana.