di Marco De Martino
SALERNO – Dieci lunghissimi mesi di digiuno. Era il 29 gennaio, ormai 305 giorni fa (domenica saranno 308), quando la Salernitana conquistava, sul campo del Lecce, l’ultima preziosissima vittoria in trasferta. Un successo, quello ottenuto al Via del Mare grazie alle reti di Boulaye Dia e del centrocampista olandese Tonny Vilhena, oggi in forza al Panathinaikos, che sembrava potesse scacciare definitivamente la crisi in cui era incappata la compagine all’epoca diretta ancora da Nicola e che invece rappresentò l’ultima gioia per il tecnico piemontese a Salerno prima del traumatico divorzio consumatosi qualche settimana dopo in seguito alla caduta di Verona. Da quel momento si accomodò sullo scranno della Salernitana Paulo Sousa il quale diede la sterzata decisiva, riportando i granata in acque tranquille e conquistando l’obiettivo salvezza. Il tecnico portoghese ci riuscì, comunque, senza mai portare a casa l’intera posta in palio da una trasferta. Tanti pareggi, anche prestigiosi come quelli colti a Milano contro i rossoneri ed a Napoli contro i futuri campioni d’Italia, ed un paio di sconfitte indolori, a Empoli ed a Cremona, che non minarono il bel percorso di Candreva e compagni. E quest’anno il cammino lontano dall’Arechi era iniziato sulla stessa falsariga per la Salernitana. Esordio all’Olimpico contro la Roma e vittoria sfumata soltanto nel finale a causa del solito errore difensivo su palla inattiva che favorì la rete del 2-2 di Andrea Belotti. Un pari che sembrava poter dare slancio alla stagione della Salernitana, impantanatasi invece a causa di quattro sconfitte consecutive in trasferta contro il Lecce, l’Empoli, il Monza ed il Genoa. Una striscia negativa interrotta grazie al pareggio ottenuto due giornate fa a Reggio Emilia contro il Sassuolo per 2-2, quando i granata di Pippo Inzaghi (nella foto di Gambardella) sprecarono il doppio vantaggio ottenuto grazie all’uno-due di Ikwuemesi e Dia facendosi rimontare dalla doppietta di Thorsvedt e sfiorando addirittura la sconfitta, evitata solo grazie alle prodezze di Ochoa. Ora per la Salernitana è tempo di infrangere il tabù in campo esterno, provando a strappare l’intera posta in palio alla Fiorentina, domenica prossima allo stadio Franchi. Una impresa che si prospetta tutt’altro che semplice visto che la Viola tra le mura amiche ha vinto tre gare sulle sei finora disputate (contro Atalanta, Cagliari e Bologna), pareggiandone una, con il Lecce, e perdendone due, contro Empoli e Juventus. Proprio il mezzo passo falso con i salentini e, soprattutto, il clamoroso tonfo nel derby toscano sono, però, indizi che devono spronare la Salernitana a scendere in campo per provare a strappare i tre punti alla formazione allenata da Vincenzo Italiano, che nelle ultime uscite non è sembrata brillantissima soprattutto in attacco e che sarà reduce dall’impegno in Conference League in programma proprio questa sera contro il Genk. Insomma, per la Salernitana tornare corsara su un campo tabù come il Franchi sarà impresa difficile ma non impossibile. Basterà crederci.