Un finanziamento sfumato nonostante fosse tutto pronto. Solo il tentennamento dell’Anas, infatti, ha fatto sì che il primo tratto della Salerno – Avellino, che interessa il collegamento tra il comune capoluogo e quello di Mercato San Severino, non fosse ancora cantierizzato. In particolare, il lotto funzionale pronto per essere mandato immediatamente a gara era quello riguardante il collegamento tra Salerno e Baronissi, ma da mesi non si muove una foglia. E mentre impera l’immobilismo, il Governo Renzi si riprende i 123 milioni di euro stanziati dal Cipe per il finanziamento dell’importante infrastruttura. Alla base della decisione ci sarebbe l’impossibilità dell’Anas, presieduta da Pietro Ciucci, di rispettare i tempi di cantierizzazione dell’opera. Entro il prossimo 30 giugno, infatti, l’ente nazionale delle strade non potrà assicurare il proprio impegno fattivo per l’avvio dell’opera, così come comunicato al presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro che, a quanto pare, ha già messo in moto le macchine per riuscire a reperire differentemente almeno una parte dei fondi necessari per il raccordo Salerno – Avellino. Una storia lunga e tormentata, quello del finanziamento per il fondamentale collegamento autostradale tra i due Comuni capoluogo di provincia, fatto di incontri in Prefettura, cronoprogrammi pensati ma mai realmente stilati né di conseguenza partiti. Insomma, il territorio salernitano saluta 123 milioni di euro con buona pace dei cittadini e dei sindacati, in particolare della Feneal Uil, che da sempre si batte per la realizzazione dell’importante arteria di collegamento che si colloca in una zona attualmente molto pericolosa, anche alla luce del grande carico di traffico dovuto alla presenza del campus universitario di Fisciano. Una decisione che ha suscitato le ire del segretario provinciale della Feneal Uil, Patrizia Spinelli, che ha accolto con grande amarezza la notizia, non risparmiando critiche a nessuna delle forze politico-istituzionali coinvolte nella vicenda. «Che colpa ha un territorio – si domanda Spinelli – se l’Anas non è stata in grado di gestire una situazione? Noi rivendichiamo con forza questo finanziamento, perché ci abbiamo lavorato tanto e il progetto era immediatamente cantierizzabile ma non è stato fatto nulla, nella più totale indifferenza dei sindaci della zona che si sono sempre limitati ai soli proclami». Il responsabile maggiore del disastro, però, a parere del segretario Spinelli è individuabile nell’Anas: «E’ a causa loro se il ministro Lupi ha deciso di riprendersi i 123 milioni di euro, dopo che si è perso inutilmente del tempo a causa della indecisione dell’Anas, cui spettava la cura dell’iter burocratico – ha ribadito – Allora, anziché sottrarre risorse così importanti ad un territorio, commissariassero l’Ente o prendessero provvedimenti nei confronti del funzionario responsabile del procedimento». Non senza colpa sono anche le istituzioni locali, in particolare i sindaci della Valle dell’Irno che, secondo il numero uno della Feneal provinciale, «non hanno fatto lavoro di squadra» e «non hanno fatto le giuste pressioni affinché il cantiere partisse entro i tempi prestabiliti. Qui si vede tutta l’ignoranza della nostra classe politica. Questo territorio non merita una mortificazione simile». Ma Patrizia Spinelli non lascerà che le cose finiscano in questo modo: «La nostra battaglia non si fermerà di certo – spiega – Siamo pronti anche a forti manifestazioni di protesta, ad incatenarci a Roma affinché questo finanziamento non sia ingiustamente sottratto al territorio salernitano. Marta Naddei
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