S. Severino. Area mercatale, qualcosa non torna - Le Cronache Attualità
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S. Severino. Area mercatale, qualcosa non torna

S. Severino. Area mercatale, qualcosa non torna

Carmine Petraccaro*

Nessun periodo storico della nostra città, da quando l’urbanistica come scienza, interpretando i bisogni, disegna sulla “tavolozza” del territorio le linee guida per lo sviluppo, è confrontabile con quanto in maniera estemporanea sta accadendo oggi. Ebbene, malgrado ci troviamo in un territorio a cui la storia ha assegnato un ruolo guida, oggi siamo agli interventi tampone estemporanei, per mancanza di conoscenza e delle dinamiche che hanno portato alla costruzione della città contemporanea. Non siamo stati in grado di leggere ed interpretare, nelle articolazioni territoriali del Castello dei Sanseverino, le linee guida capaci di dare forza e contenuti ad un disegno urbano che tenesse in buon conto una realtà complessa, limitandoci ad interventi disarticolati incapaci supportare strategie per lo sviluppo. La mancanza di idee e soprattutto l’incapacità di leggere la pianificazione urbanistica vigente, ha portato a scelte che definire aberranti è un complimento. Trattasi di scelte estemporanee e senza logica, non supportate da una visione di sviluppo organico della futura città. Tutto questo lo si fa continuando a riempire i computer degli uffici e dei tecnici coinvolti con rendering colorati ed astratti simili alle bancarelle! Ma ci si rende conto che non si sta a teatro e non si sta recitando una commedia e che i segni tracciati diventano segni fisici del territorio segnando così la vita della comunità? Una per tutte: si è deciso di regolarizzare la fiera settimanale istituita dai Sanseverino nel 1303. Ebbene, dopo 722 anni e numerose proteste basate sulla mancanza totale dei servizi essenziali oltre che della sicurezza, malgrado i tentativi avviati negli anni 2000, l’Amministrazione Comunale finalmente decide di realizzare “l’area mercatale” ma, nella scelta del luogo in cui realizzarla c’è qualcosa che non torna! La prima cosa è che viene ignorato lo strumento Urbanistico Vigente! Questo infatti prevede espressamente la zona destinata a tale scopo (Zona F) ma il Governo del Territorio individua in zona agricola l’area da trasformare con variante urbanistica per ottenere un Permesso a Costruire in deroga! Tale scelta è di una gravità assoluta, non solo perché la Corte Costituzionale si è espressa negativamente su questo tipo di interventi ma anche perché è stata individuata un’area in prossimità del “capoluogo”, già complessa dal punto di vista urbanistico proprio a causa della mancanza al suo contorno dei servizi essenziali, “bloccata” da una viabilità senza alternative, oltre che da una cortina abitata, da case sparse e soprattutto dal Torrente Solofrana e dall’antica struttura industriale “Molino del Pagano” vincolato “ope legis” dal Ministero per i Beni Culturali. Trattasi, dunque, di Zona Agricola e il comma 3 del DPR 380/01 (come previsto in maniera unanime dalla Giurisprudenza anche se non espressamente esplicitato dalla Norma) riporta la non possibilità di rilascio di Permesso a Costruire in deroga, laddove l’area risulti non edificabile. In pratica il Permesso de quo non potrebbe mai attribuire il “requisito dell’edificabilità” e/o trasformazione ad aree che ne siano sprovviste ab origine, come nel caso che ci occupa con la destinazione agricola! A tutto ciò si aggiunge che è stato ignorato che l’area risulta attraversata da un canale del Demanio che serviva il Molino del Pagano per sfociare a valle nella stessa Solofrana, oltre alla presenza di numerosi altri canali secondari databili ad oltre 500 anni fa. Senza dire che è stato ignorato un pozzo di mt 4.00 che ha una profondità di mt 14.00, che l’area, essendo agricola, rientra nel Vincolo Torrente Solofrana ai sensi della Legge 431 del 8/08/1985, cosiddetta Legge Galasso ed è anche sottoposta a tutela ai sensi della Legge 42/2004. Che dire poi del fatto che l’area, già densamente popolata, risulta incredibilmente interclusa tra una zona a “Rischio elevato” a monte in prossimità dell’ultimo tratto di copertura della Solofrana ed un’altra ad “alto Rischio potenziale” a valle, come risulta dalle mappe dell’Autorità di Bacino. Evidentemente i fiumi esondati, le alluvioni e gli eventi estremi degli ultimi mesi non hanno insegnato nulla! Non c’è bisogno di aggiungere altro per affermare in maniera inequivocabile che tutto è frutto di mancanza di conoscenza: è mancata la lettura del Territorio pur essendo gli atti tecnici in stato avanzato! Ancora una volta viene ignorato il foglio di carta necessario a scrivere ma anche a progettare, a far emergere un’idea Progetto capace di collegare le idee al territorio. Tutto viene affidato in maniera asettica ai renders, ignorando del tutto la fisicità del luogo. Questo mentre risulta redatto ed approvato lo Studio di Fattibilità Tecnica con Delibera di Giunta Comunale n.21 dell’11/02/2022 che prevede una spesa generale di € 6.945.181,00. Quanto innanzi riportato è sufficiente per affermare che l’attuale Governo del Territorio ha l’obbiettivo di passare alla Storia per avere dato inizio ad una “fantasiosa” stagione di rinnovamento, ad una riqualificazione urbana e territoriale “irresponsabile”, direi estemporanea, che rappresenta la negazione di millenni di Storia dell’urbanistica e dell’architettura. *Architetto