
Particolarmente critico è stato il commento di Silvana Annunziata, dirigente sindacale FISI Ruggi Salerno, in seguito all’annuncio del dottor Walter Longanella, Direttore Medico di Presidio del Ruggi, riguardo all’indagine interna avviata per fare luce sulla drammatica vicenda di Cristina Pagliarulo. «L’indagine interna è stata avviata solo dopo che il servizio Fuori dal Coro ha mandato in onda le drammatiche immagini dell’accaduto. Dobbiamo presumere che la dirigenza del Ruggi fosse già a conoscenza delle circostanze del decesso di quella giovane donna, tanto più che i fatti si sono svolti tra lunedì e mercoledì, giorni in cui un direttore di reparto è presente. Se invece non erano informati, questo rappresenta un primo punto critico di cui devono rispondere», ha dichiarato Annunziata. La dirigente ha poi sottolineato che al Ruggi esiste da anni un Ufficio di Governo del Rischio Clinico, il cui compito è il management della sicurezza delle prestazioni socio-sanitarie. «Tra le sue responsabilità c’è anche quella di analizzare un errore medico, identificando le fasi in cui la prestazione sanitaria si è “inceppata” e ha ceduto all’errore, valutando gli effetti e la gravità di quegli errori, ridisegnando il processo specifico per prevenire ulteriori cedimenti. L’obiettivo è evitare che errori simili si ripetano, causando danni ad altri pazienti con caratteristiche analoghe. La tutela della sicurezza dei pazienti è un dovere etico, ancor prima che normativo». Annunziata ha inoltre evidenziato che l’indagine interna è stata avviata solo dopo oltre due settimane e a seguito di un servizio giornalistico. «Una parte consistente dei medici che lavorano in Pronto Soccorso sono neoassunti, giovani medici assunti da pochi anni o addirittura specializzandi, e non sono specialisti in medicina d’urgenza. Molti di loro non avrebbero mai scelto di fare turni in Pronto Soccorso, ma spesso vengono reclutati con Ordini di Servizio dalla dirigenza», ha aggiunto Annunziata. «A questi medici non è stata data l’opportunità di seguire corsi preparatori per affrontare l’emergenza-urgenza. La medicina e la chirurgia d’urgenza richiedono conoscenze specifiche e l’elaborazione di protocolli e percorsi che minimizzino la possibilità di errori. Permettere di fare diagnosi in un tempo breve (pochi minuti o poche ore), come richiesto in un contesto di emergenza, per salvare la vita di un paziente critico, deve essere prima di tutto un Progetto Aziendale. Questo deve essere supportato da modelli organizzativi dedicati, applicati in modo costante e omogeneo, e dal coinvolgimento di un intero staff di medici, infermieri e operatori socio-sanitari», ha concluso. I medici del Pronto Soccorso e tutti gli operatori lavorano quotidianamente in condizioni di sovraffollamento, affrontando continui accessi di pazienti critici e in pericolo di vita, con un conseguente aumento del rischio di errore. «Può un medico giovane e con poca esperienza fronteggiare da solo tante difficoltà? Negli ultimi anni, dal Pronto Soccorso del Ruggi sono andati via numerosi specialisti in medicina d’urgenza e internisti con esperienza ventennale e trentennale, che hanno scelto di abbandonare l’incarico a causa dell’assenza di un’organizzazione strutturata. Una struttura tanto invocata, ma mai realizzata. Come si può chiedere a questi giovani medici di affrontare le sfide che professionisti esperti in medicina d’urgenza e internisti hanno deciso di lasciare?» ha aggiunto la dirigente FISI. Annunziata ha ricordato che da anni un dipendente del Ruggi ha documentato fatti gravi relativi al Pronto Soccorso e li ha denunciati in sede penale. «È di un anno e mezzo fa la trasmissione, su un canale televisivo nazionale, di altre immagini che sono ancora al vaglio della magistratura. Stella ha subito procedimenti disciplinari. Abbiamo contezza del fatto che, in questi anni, chi ha sollecitato interventi alla direzione per affrontare una serie di situazioni opache, che finivano per condizionare l’organizzazione del lavoro nel Pronto Soccorso, è rimasto inascoltato e isolato. Io stessa, in qualità di dirigente sindacale, ho allertato la Dirigenza su situazioni critiche, senza mai ricevere risposte. Il dissenso è stato pesantemente osteggiato», ha concluso.