di Andrea Pellegrino
Un mix tra maggioritario e proporzionale. E’ così che potrebbe, in estrema sintesi, essere definito il Rosatellum bis, la legge elettorale che prende il nome dal suo proponente, ovvero il deputato del Partito democratico, Ettore Rosato. Nel nuovo sistema elettorale, dunque, sarebbe prevista una quota del 64% di listini plurinominali e una del 36% di collegi uninominali: insomma, a farla da padrona è la quota proporzionale. La soglia di sbarramento, tanto per la Camera quanto per il Senato, è fissata al 3% per le liste e al 10% per le coalizioni. E’, inoltre, contemplata la soglia dell’1% – valida per i partiti in coalizione – che consente di ripartire i voti ottenuti dalla lista alla coalizione stessa. Previste anche la quota di genere (60-40) e la possibilità di un massimo di cinque pluricandidature nei listini proporzionali (mentre le pluricandidature non saranno consentite nei collegi uninominali); ci sarà anche l’opportunità, per un candidato, di presentarsi sia nei collegi uninominali che in quelli plurinominali. I listini per il proporzionale non potranno contenere più di 4 candidati e non meno di 2. Non sarà indicato il capo della coalizione, ovvero colui che arà investito della nomina di “candidato premier” e, al tempo stesso, i partiti che compongono una coalizione non saranno obbligati a presentare un programma comune. Le circoscrizioni saranno 20 per il Senato (una per ogni regione) e 28 per la Camera; i collegi uninominali saranno 109 al Senato e 231 alla Camera mentre i plurinominali dovrebbero essere 65. Si voterà con una scheda unica per il maggioritario e per il proporzionale, con una scheda per la Camera e una per il Senato. Non si potrà optare per il voto disgiunto. Nei collegi uninominali il seggio sarà assegnato al candidato che otterrà il maggior numero dei voti. Per i seggi da assegnare alle liste nei collegi plurinominali, il riparto avviene a livello nazionale, con metodo proporzionale, tra le coalizioni di liste e le liste che abbiano superato le soglie di sbarramento. Nel caso in cui il candidato nel collegio uninominale dovesse essere eletto sia nel maggioritario che nel proporzionale, prevale il collegio uninominale. Al candidato in più collegi plurinominali che dovesse essere eletto in diversi listini, sarà assegnato il collegio plurinominale in cui la lista a lui collegata ha ottenuto il minor numero di voti. In caso di pareggio tra due candidati, sarà eletto il candidato più giovane.