Roccadaspide, a giudizio il presidente del consiglio - Le Cronache Attualità

di Arturo Calabrese

Vito Brenca è a processo. L’iter procedurale ha avuto inizio. Il presidente del consiglio di Roccadaspide, funzionario tra l’altro presso il limitrofo comune di Castel San Lorenzo, è dunque a processo in seguito alla conferma del rinvio a giudizio.

Brenca si ritrova in questa posizione per sospetto abuso edilizio in zona parco, in qualità di ingegnere. Un lavoro, dunque, in zona tutelata e difesa, ma anche sottoposta a vincoli dal Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.

L’ingegnere Vito Brenca, inoltre, ha di recente voluto, con un comunicato ufficiale, provare a smentire alcuni articoli che lo riguardavano direttamente e che, per di più, con documenti alla mano, parlano di affidamenti diretti e concorsi vinti da membri della sua famiglia.

Un intervento, il suo, che pare essere particolarmente monco: fa rumore, infatti, che da ingegnere-funzionario presso altri comuni dello stesso Piano di Zona S07, con capofila proprio Roccadaspide, non abbia ancora smentito, o perlomeno avuto il coraggio di parlare, dei multipli affidamenti a Dervit, da lui ratificati in consiglio comunale, di cui risulta ancora ai domiciliari l’amministratore delegato. Per onore di cronaca, la Dervit è quella società coinvolta nel procedimento Alfieri.

Al centro del patto corruttivo, almeno secondo le accuse, vi è una realtà che si occupa di illuminazione pubblica e che nel Cilento, ed ovviamente anche a Roccadaspide, dove ha la sede, ha effettuato numerosi lavori, vincendo una lunga serie di bandi anche particolarmente ricchi.

Comuni singoli, Unione dei Comuni Paestum Alto Cilento, Provincia di Salerno sono alcuni degli enti che si sono rivolti negli anni alla Dervit per una sequela di lavori segnati da ingenti investimenti. Su Brenca si potrebbero accendere i riflettori soprattutto dopo il rinvio a giudizio. Una sorta di curriculum in salsa comunale riguardante lavori pubblici finanziati dai soldi di tutti i cittadini.

Si passerebbe, nello specifico, dai parenti affidatari che beneficiano dei fondi di cui sopra ai suoi interessi diretti. Infatti, in una delibera di consiglio comunale spicca un affidamento che, tra le tante cose, prevede la sistemazione della strada adiacente all’abitazione del presidente del consiglio comunale. Un puro caso, ovviamente, ma trattandosi di fondi pubblici è altrettanto giusto darne notizia, nella piena trasparenza dovuta a casi del genere. Il presidente ha partecipato alla seduta e ha votato l’atto il 31 maggio 2022: in esso si approvava il piano triennale dei lavori pubblici all’interno del quale era contenuto il progetto da 3 milioni di euro.

Progetto che riguarda la mitigazione del rischio idrogeologico, redatto dal collega di Brenca, Tommaso Maria Giuliani, vinto dalla ditta T.V.G. S.R.L. di Renato Gorrasi. Anche questa famosissima ditta nel paese dell’interno si collega a qualche famiglia politica. L’interessato è compagno della consigliera Nicoletta Gnazzo, la quale di recente ha visto anche lei un membro della famiglia vincere il concorso per agente di polizia locale, e cioè il figlio del compagno.

Tornando alla situazione di Brenca, e sospendendo per un attimo le questioni poc’anzi esposte che verranno di certo riprese, il rinvio a giudizio rappresenta una piccola tegola per il comune dell’interno e mette in difficoltà l’amministrazione retta dal sindaco Gabriele Iuliano. Dimissioni in vista oppure tutto passerà nel silenzio?