di Erika Noschese
Da un lato la volontà del sindaco di lasciare così com’è la sua giunta, senza alcun rimpasto dall’altro gli aspiranti “poltronisti” che chiedono un assessorato e nel mezzo le “vittime” di un sistema di potere ormai marcio che tende a premiare chi porta voti e penalizzare chi, invece, lavora seriamente per il miglioramento della città. È ad un bivio il sindaco di Salerno Vincenzo Napoli che ora sul rimpasto non può più temporeggiare, particolarmente sotto pressione dalla sua squadra che chiede di velocizzare i tempi anche alla luce degli accordi che sarebbero stati raggiunti nel corso di precedenti incontri ma non mancano i problemi: se prima a creare grattacapi era solo l’assessore alla Sicurezza Claudio Tringali che ha subito affrontato la situazione, interloquendo privatamente con il sindaco ora ci sarebbe anche la collega Adinolfi a pretendere maggiore rispetto e chiarezza da parte di chi, per far fronte allo scandalo delle cooperative sociali, ha fortemente voluto il suo ingresso in giunta. Sceglie, invece, il silenzio l’assessore ai Lavori Pubblici Michele Brigante che fin da subito ha dimostrato di non essere un politico. Sempre nella sua stanza, poco incline ad interviste e medagliette da appuntare al petto Brigante non ha rassegnato le dimissioni ieri mattina ma, stando a quanto raccontato fino ad ora da terze persone, sarebbe pronto a lasciare il suo posto per lasciare spazio a chi di poltrone, meriti e medaglie ne ha bisogno per conquistare consensi. Dalla maggioranza Napoli alcuni consiglieri avrebbero più volte fatto sapere al primo cittadino la volontà di non presentarsi al prossimo consiglio comunale per dare un segnale importante ed è per questo che il sindaco sta prendendo tempo prima di convocare l’assise, inizialmente in programma per il 24 novembre ma, a quanto pare, rinviata in attesa di sciogliere il nodo rimpasto e provare ad accontare i suoi fedelissimi. Purtroppo però c’è da mantenere saldi gli equilibri soprattutto alla vigilia delle elezioni provinciali in programma il 20 dicembre. Dalla città di Salerno il Pd avrebbe garantito ad Antonio Fiore un forte sostegno, in grado di portarlo alla carica di vice sindaco senza temere rivali. E anche le provinciali sono, per alcuni consiglieri, un valido strumento per far tentennare non tanto l’amministrazione Napoli quanto la solidità del partito che rischierebbe una debacle. E di fatti, a circa una settimana dalla presentazione delle liste nulla trapela dalla sede di via Manzo: per evitare problemi, i dem vorrebbero giocarsi la carta del colpo di scena dell’ultimo minuto ma, anche in questo caso, c’è un filo diretto con la decisione del sindaco di procedere con il rimpasto. A sciogliere i nodi potrebbe pensarci, neanche a dirlo, De Luca senior, sollecitato da alcuni dirigenti locali. A lui il compito di imporre a Napoli, come fatto in tante altre occasioni, di revocare l’incarico ai tecnici e di procedere con la formazione di una giunta politica ma il presidente al momento è concentrato sul suo terzo mandato. Vedremo.