Riarmo, trumpmuskismo, stragi per cibo. Follie - Le Cronache Attualità
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Riarmo, trumpmuskismo, stragi per cibo. Follie

Riarmo, trumpmuskismo, stragi per cibo. Follie

Aldo Primicerio

Sì. L’avvento di Quaresima è partito tingendosi di pura follia. Come spiegheremo tra poco. E’ iniziata il 5 scorso con il mercoledì delle Ceneri, e terminerà il 17 aprile. E’ un periodo che non tutti avvertiamo allo stesso modo. Molti hanno già l’acquolina in bocca, identificandola con l’imminenza di tavolate interminabili e di mangiate inenarrabili nei giorni di Pasqua. Altri, purtroppo assai di meno, la vedono invece come un cammino mite verso la Pasqua, con i fioretti, e magari con qualche atto di astinenza, una sorta di pentimento per atti disumani di cui parleremo nel finale.

 

La Quaresima, invece che valore immenso della “rinuncia”, quasi un cammino sul sentiero della follia

Il primo che incontriamo su questo sentiero è Trump, “don Donald” per gli amici. Il neo presidente degli Usa ha quasi 80 anni, è a 20 mesi dal midterm elections cioè il referendum sul metà mandato dell’inquilino della Casa Bianca, e si porta sulle spalle due tentativi di assassinio in un solo anno. E quindi ecco perché ha deciso di sbrigarsi. E come lo fa? Da folle. Tagliando gli aiuti militari all’Ucraina, di fatto regalando a Putin una vittoria politica senza nemmeno il fastidio di doversela guadagnare, allentando le sanzioni cyber-offensive contro la Russia, facendo fuori Zelensky e proponendo un cambio di regime a Kiev, e vendicandosi così platealmente dell’onta dell’impeachment contro di lui al primo mandato. Ma questo non deve essergli bastato. Perché fa concessioni a iosa a Putin, umilia l’Ucraina, si slega dai suoi alleati storici europei. “L’Europa non ha la pistola”, titola Le Figaro. Ed allora ecco il folle progetto Macron-Scholz dell’ombrello nucleare franco-tedesco con 290 bombe atomiche, da estendere a tutti gli altri Paesi del Vecchio Mondo. Ma la follia incongruente di Donald non ha confini. Demolisce il potente apparato militare Usa licenziando il generale di ferro Brown per sostituirlo con il riservista Dan Caine, zero esperienza in strategie belliche. Come se competenza e indipendenza, negli Usa di Trump, fossero difetti da correggere. E, se anche questo non bastasse alla incoerenza trumpiana, ecco i 50mila licenziamenti di dipendenti pubblici del governo federale dai compiti nevralgici della sicurezza nazionale.

 

Altra follia, il riarmo dell’Europa. L’obiettivo di una possibile guerra con la Russia, invece che l’unità tra i 27, ora inesistente

Infatti anche per l’Ue squilla la tromba della nuova era, come l’ha definita Trump. Non quella della pace e del benessere, ma della prevalenza del più forte, della sopraffazione sui più deboli. Il tutto governato da quella filosofia dell’affarismo economico che è sempre stato il pallino del ciuffone biondo. E noi qui, in questo caro Vecchio Mondo? Noi gli andiamo dietro, pensando a riarmarci e ad armare ancor più l’Ucraina, distrutta da 3 anni di guerra inutile. Non so se si è d’accordo, ma a noi l’Unione Europea sembra attraversata da una grave crisi di identità e di scarso peso internazionale. Il primo obiettivo dovrebbe essere quello di liberare la sua economia dal neoliberismo bidecennale di stampo berlusconiano, che tanti danni ha provocato. Si spera sia diventato chiaro. I principi di competitività e di concorrenza, cui era tanto affezionato anche Mario Draghi, si sono rivelati una illusione ed un grave errore. Oggi molti di noi stanno rivalutando i sani principi keynesiani centrati sulla equa distribuzione della ricchezza tra tutti i cittadini. Lo dice anche la nostra Costituzione che all’art. 43 recita “che i servizi pubblici essenziali siano di pubblica proprietà”. A meno che il nostro caro presidente del Consiglio non voglia metter mano anche a questo articolo, dopo avere inquinato quelli sul potere giudiziario ed avere esasperato la pena fino all’ergastolo in un Ddl sul cosiddetto femminicidio, che sarà considerato delitto autonomo rispetto all’omicidio. Chiaramente spinti dall’ignoranza, Nordio, Casellati, Roccella, Bernini. Si è convinti che omicidio sia l’assassinio di un uomo. Può pensarlo e dirlo solo chi non ha studiato per bene. Nel diritto penale italiano l’omicidio è l’assassinio di una persona, non essenzialmente di un uomo. E giustamente perché, l’abbiamo scritto tante volte, la parola omicidio secondo noi non si fonda sulle radici homo e caedo, come scrivono anche le enciclopedie, ma dalla integrazione lessicale tra il greco ὅμοιος che significa simile, con il latino caedo cioè uccidere. Quindi, omicidio uguale ad assassinio di un proprio simile, e non di un uomo. Voler esaltare a tutti i costi il ruolo della donna, anche quando viene soppressa, è frutto delle solite sciocche esaltazioni di genere da cui oggi si è presi. Ed allora care Wikipedia, Treccani eccetera, fate autocritica ed ammettete anche queste alternative. La società cambia, ed anche la sua lingua

 

Due altre follie? L’ansia del Tg1 per cronaca nera, sport e spettacolo, e la quasi scomparsa della politica. E poi la strage degli animali da cibo

La prima è la fissa di Gian Marco Chiocci, ottimo giornalista, confermato direttore del Tg1. Il più seguito telegiornale italiano, l’avrete notato, è da un po’ dui tempo monopolizzato sulle notizie di nera e sulle frivolezze dello spettacolo e della musica, oltre che dalle indicazioni del governo di turno. Tempi lunghissimi dedicati alla squalifica di Sinner, alla liberazione-spettacolo dei 3 ostaggi di Gaza, al festival di Sanremo, tempi quasi ridotti a zero invece per la politica interna. Sarà per le passioni del direttore o per distogliere l’attenzione dai problemi gravi e veri del Paese, ma a noi il Tg1 ci dà questa impressione.

Ed infine l’altra follia, la strage di bovini, suini, ovini, avicoli. Per appagare il nostro cannibalismo cronico. Ogni anno 18 miliardi di animali da allevamento vengono brutalmente sterminati per appagare la fame dei carnivori, o spesso sprecati perché non consumati. Una strage inutile per gli sprechi della catena produttiva e dei consumi maniacali. Secondo uno studio dell’Università di Leiden nei Paesi Bassi, vengono sprecate 52,4 milioni di tonnellate di carne commestibile già senza ossa, che equivale appunto a 18 miliardi di animali allevati e uccisi inutilmente, in particolare polli e bovini. Una follia, quindi. Alla quale reagiamo, alcuni di noi, con un volontario atto di astinenza, una forma di pentimento, un gesto di misericordia verso le creature di Dio più fragili e vulnerabili che alleviamo per ucciderle per cibo. Eppure anche loro sentono gioia e dolore, si legano a noi umani, ci amano anche senza dirlo perché non hanno la parola. Anche loro hanno una personalità unica, anche loro meritano una vita senza sofferenza e senza le brutalità con cui le uccidiamo in quegli orribili mattatoi. Ecco perché alcuni di noi, anche io e la mia famiglia, specie in questo periodo siamo diventati quasi vegani, senza carne, latticini, uova.

Ma quante Quaresime ci vorrebbero per essere meno folli e meno disumani di quel che siamo?