di Pina Ferro
Resta ai domiciliari William Graziano, il dipenndente della banca di Credito Cooperativo di Buccino e dei Comuni Cilentani in servizio presso l’agenzia di Palomonte. L’uomo era stato arrestato con l’accusa di essere il mandanter della rapina presso l’agenzia dell’Istituto di credito in cui lavorava da qualche tempo. I giudici del Tribunale del Riesame hanno rigettato l’istanza presentata dal legale di William Graziano. Hanno invece, lasciato il carcere e ottenuto il beneficio degli arresti domiciliari Giovanni Liguori e Alain Paone difesi da Pierluigi Vicedomini. Il Riesame ha accolto il ricorso presentato dal difensore a carico dei due che erano rinchiusi nel carcere di Fuorni. Per il colpo messo a segno il 13 agosto del 2020 in quattro sono finiti nei guai (3 in carcere1 agli arresti domiciliari), indiziati, a vario titolo, di “rapina a mano armata e sequestro di persona in concorso tra loro”. Le ordinanze sono state eseguite, dai carabinieri della compagnia di Eboli lo scorso 26 maggio. La complessa e articolata attività investigativa, partita con l’acquisizione delle telecamere di videosorveglianza, gli accertamenti sul luogo e dopo aver ascoltato il Direttore dell’istituto di credito, sequestrato all’interno della banca e costretto a fornire la chiave della cassaforte e proseguita attraverso attività di intercettazione telefonica e servizi di osservazione e controllo del territorio, ha consentito di individuare i responsabili del grave delitto e il dipendente infedele e ideatore della rapina: William Graziano. Graziano, appena trasferito presso la filiale di Palomonte, avvalendosi della collaborazione del suo amico Pietro Smaldone aveva infatti reclutato i due esecutori materiali: Giovanni Liguori e Alain Paone. Secondo quanto riferito dalle forze dell’ordine, fin da subito la responsabilità di Graziano è emersa con chiarezza: egli, infatti, non solo sapeva che quel giorno non sarebbe stato presente il collega di sportello, in ferie, ma era anche l’unico a conoscere la circostanza che proprio nella data del 13.08.20, diversamente dal solito, in cassaforte era custodita un’ingente somma di denaro, oltre 110.000 euro, risultante dalla provvista necessaria all’approvvigionamento dello sportello ATM per la chiusura di Ferragosto e da un cospicuo versamento appena effettuato da un correntista, ma anche le abitudini dei dipendenti della banca. Riscontri decisivi all’ipotesi investigativa sono poi emersi grazie all’attività tecnica, telefonica ed ambientale, attivata fin dalle prime ore dopo l’evento, la quale ha consentito di cristallizzare le conversazioni tra Graziano e Smaldone, incentrate sulla necessità di recuperare la propria parte del bottino, ancora trattenuto interamente dai complici.