di Andrea Pellegrino
A Roma raccontano di un Renzi furioso con Vincenzo De Luca. In Campania il governatore cerca di minimizzare ed attende di incontrare il premier dimissionario questo pomeriggio nel corso della direzione nazionale del Pd. La batosta in Campania è pesante. Renzi qui ha investito tutte le sue forze, perdendo, poi alla grande. Ma Vincenzo De Luca, dopo le prime parole d’umiltà, rilancia ed attacca nuovamente gli avversari. Come se nulla fosse accaduto. Oggi sarà a Roma ed ascolterà gli interventi, dice, «come se fosse una lezione all’Università». Non manca poi di attaccare Caldoro: «Ha chiesto le mie dimissioni? Virgilio diceva ‘parce sepulto’: pietà per i morti». «Sono vivo e vegeto», replica immediatamente l’ex governatore: «Sono in compagnia del 70% di No. Comunque gli scongiuri sono d’obbligo!». Ma al di là dei siparietti e della solita tattica di rilanciare ed attaccare che appartiene a De Luca, l’aria è pesante, tanto a Santa Lucia quanto a Salerno. Ieri il governatore ha convocato il vertice di maggioranza. All’ordine del giorno il prossimo Consiglio regionale, quando approderà anche la mozione di sfiducia presentata dal Movimento 5 Stelle. Stamattina si definirà in conferenza dei capigruppo l’ordine del giorno. De Luca ostenta tranquillità ma si percepisce che la tempesta è già all’orizzonte. Da un lato c’è Renzi, dall’altro i renziani in Campania, e dell’altro ancora i consiglieri regionali democrat che hanno atteso sulla sponda del fiume il risultato referendario. Tra l’altro non tutti ieri hanno preso parte al vertice di maggioranza: tante defezioni, anche e soprattutto da parte dei consiglieri regionali di Salerno. Il conto a De Luca potrebbe essere presentato da qui a breve. La prima richiesta potrebbe riguardare la rimodulazione della giunta regionale. La segreteria regionale del Pd potrebbe fare da apripista. Qui ci sono tutti renziani, a partire da Assunta Tartaglione, passando per Pina Picierno e Gennaro Migliore. Poi ci sono i consiglieri regionali democrat che da tempo bussano alla porta di Vincenzo De Luca. Come Topo e Casillo che, in questa fase storica, potrebbero togliersi qualche sassolino dalla scarpa. Ed anche l’Udc, o meglio Ciriaco De Mita, potrebbe prendersi la sua rivincita. Fino a ieri sull’uscio c’era l’assessore Corrado Matera, oggi il leader di Nusco potrebbe addirittura rilanciare. Poi ci sono le opposizioni pronte a sfruttare l’occasione. Ed infine de Magistris che si prepara al salto di qualità. «La distanza politica con il presidente De Luca si è addirittura accentuata, ma cooperazione istituzionale e dialogo devono essere salvaguardati – dice Luigi de Magistris, sindaco di Napoli, nel corso della diretta facebook dalla pagina di Repubblica Napoli, parlando dei rapporti politici e istituzionali con il presidente della Regione. «Mi impegnerò al massimo – ha affermato – per cooperare e collaborare con De Luca ai massimi livelli. Credo che abbia usato toni e metodi, che abbia fatto e detto cose per le quali non può esserci mai vicinanza. De Luca ha fatto di tutto per spingere le persone a votare Sì – ha concluso – e per il sindaco di Napoli, autonomo e senza partiti, non è stato semplice». In Consiglio regionale, i Cinque Stelle, intanto, sventolano la delibera dell’Agcom. «Il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha violato la legge della par condicio durante la campagna referendaria e usato strumentalmente mezzi e risorse della Regione Campania per fare propaganda. Lo ha stabilito nero su bianco l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni con la delibera n.567/16» – dice la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Maria Muscarà che a nome del Gruppo Consiliare regionale del M5S inviò un dettagliato esposto per segnalare alle autorità come l’evento ‘Assemblea nazionale sul Mezzogiorno’, tenutasi presso la Mostra d’Oltremare, organizzata dalla Regione Campania fosse solo un grande spot elettorale per promozionare il ‘Sì’ del referendum costituzionale. Una due giorni, a cui parteciparono oltre a ministri anche il premier Renzi e pubblicizzato con numerosi cartelloni stradali, inserti pubblicitari e materiali addirittura reperibili sul sito istituzionale della Giunta regionale. «Nella delibera è scritto chiaramente che le attività di comunicazione effettuate dalla Regione Campania appaiono in contrasto con le leggi – fa notare la consigliera – non c’è il requisito dell’indispensabilità, non sono collegate all’efficace funzionamento dell’Ente e tanto meno non è rispettato il requisito dell’impersonalità». «De Luca è un presidente con la coda di paglia – attacca Muscarà – tanto è vero che il Capo di Gabinetto della Regione si affrettò a rimuovere dal sito istituzionale ogni riferimento all’evento non appena la stessa l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni segnalò con nota 59926 del 16 novembre 2016 alla Regione Campania». «De Luca piega, svilisce e usa le istituzioni a suo piacimento ai fini della lotta politica – denuncia – è un fatto gravissimo anche in considerazione del fatto che quell’evento è stato finanziato con denaro pubblico». «L’Assemblea nazionale sul Mezzogiorno è stato un pacchiano spot sul Sì al referendum pagato a loro insaputa dai campani – evidenzia – concluso con un mega buffet come nella migliore tradizione dei comizi elettorali con arancini e frittelle, primi piatti di gnocchi, ravioli, riso all’insalata senza dimenticare l’assaggio di vini del beneventano, e torte di mele, millefogli e amaro e limoncello». «Incassata la grave violazione del presidente De Luca e certificata dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni – conclude Muscarà – ora attendiamo l’intervento delle autorità competenti per ciò che attiene l’impiego di soldi pubblici spesi come comunicazione istituzionale dalla Regione Campania per finanziare una manifestazione spot per la campagna referendaria».