Quel che s’avanza è uno strano soldato - Le Cronache
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Quel che s’avanza è uno strano soldato

Quel che s’avanza è uno strano soldato

di Michelangelo Russo

L’articolo di Erika Noschese  su questo giornale, sulla somiglianza dell’assessore Tringali (già Presidente Vicario della Corte d’Appello etc. etc.) allo straordinario personaggio di Woody Allen “Zelig”, riflette il malessere della stampa per l’affronto del famoso editto per l’accesso al Comune di cui finora non è apparsa alcuna “trasparente” risposta ufficiale sul fondamento giuridico di quell’infelice esordio del sunnominato assessore.

Mettiamola così, allora. Nessuna risposta significa che il Sindaco non sa che pesci prendere. Per cui è meglio tacere. E la trasparenza ava a farsi benedire. Questo il senso del mio intervento di lunedì sera alla Casa della Sinistra, dove era presente anche Elisabetta Barone. Preciso quindi di non aver mai detto che con il Governatore (e già sindaco un tempo) la trasparenza non c’è mai stata. Ma è certo che ho detto che essa non appare, nei fatti, come una priorità della politica cittadina. Tant’è che Tringali-Zelig si è subito spostato sul tema della sicurezza, con una prosopopea di repertorio tratta di sana pianta dal formulario di invettive del Sindaco (poi Governatore) quando additava, per la pubblica lapidazione, le peccatrici prezzolate della litoranea, tuonando anche, implicitamente, contro le tentazioni del peccato della carne. Alle schiere puritane questo piglio pudibondo piace; è rassicurante e costa poco come progetto sociale. Del resto, le finanze comunali reclamano un contenimento delle spese. Perciò Tringali, oltre che alla Trasparenza, è stato nominato assessore alla Sicurezza, alla Polizia Locale e alla Protezione Civile. Insomma, come accade a quelle famiglie nobili cadute in disgrazia economica che non possono più permettersi stuoli di servitori e ne assumono uno soltanto. Che, a seconda delle impellenze immediate, veste oggi la divisa dello chauffeur, domani quella di cuoco, dopodomani fa il facchino e il giardiniere, e così via per salvare un certo decoro di facciata.

Scherzi a parte, il folklore esternativo della maggioranza non basterà ad oscurare in modo soporifero i tanti punti nodali che richiedono risposte chiare e urgenti. La riunione alla Casa della Sinistra, a Torrione, si è tenuta in un piccolo locale autogestito e autofinanziato, a dimostrazione della modestia delle risorse economiche dei gruppi di opposizione. Che però sono liberi, non hanno finanziatori occulti o palesi, e non godono di privilegiate locazioni gratuite di cui beneficiano, invece, una serie di associazioni. Ma questo è un altro punto, di cui discuteremo. Lunedì sera c’era un nucleo consistente e agguerrito di vecchi nomi della politica progressista. Ma anche giovani, e donne; determinate e forti come partigiane aggregate ai guerriglieri nell’inverno cupo del 1944. “Quel che s’avanza è uno strano soldato”, è il titolo di questo articolo. In realtà, sono le prime parole di un canto di lotta del 1919 che si chiama “La guardia Rossa”. Fu uno dei canti popolari delle rivolte spontanee operaie e contadine che precedettero la marcia su Roma e la restaurazione dei poteri forti con il supporto degli squadristi. Fu dappertutto così. In Germania con gli Spartachisti. Nella stessa Russia bolscevica, con la spinta trotskista di contrasto al nascente blocco di un regime monolitico e verticistico di stampo leninista. Ma qui, lunedì sera, non c’erano rivoluzionari, ma solo uomini e donne libere dal sortilegio ipnotico del blocco monocorde di potere cittadino e regionale che parla al suo popolo con la voce megafonizzata del mago di Oz. Questo piccolo popolo raccoglie figure variegate e insospettabili di resistenti. Parlano con competenza politica stupefacente un vecchio operaio e un militante di chissà quale gruppo che appartengono al quartiere di Mariconda. Ma come, i quartieri diseredati e periferici non sono i figli prediletti del Sistema Salerno? No che non lo sono! Segnali forti di dissenso vengono proprio dai quartieri di scontata sudditanza ai manovratori del potere cittadino. E poi, c’è una persona straordinaria, che non conoscevo e di cui non sospettavo la forza di trascinamento. E’ Elisabetta Barone. E’ una donna garbata e gentile che parla col linguaggio e col tono di quello che ci si aspetta da un docente di liceo. Anzi, da un Preside. E’ una docente di filosofia, ma il suo dire terso e limpido come un cristallo è quello che si intende come l’essenza vera della trasparenza.

Parla della sua ingenuità nel perseguire per tanti anni la via della docenza nella convinzione che fare bene il lavoro di educazione fosse di per sé sufficiente come contributo politico al miglioramento delle nuove generazioni. Conclude con parole che sanno di fede in un impegno più incisivo contro un sistema che ha sterilizzato l’immaginario dei giovani salernitani e oltre sulla più pura imbecillità delle movide e dei falsi messaggi culturali. E conclude anche con l’elenco delle verifiche da fare puntuali, con tenacia e denunzia continua, delle svendite folli che il Sistema sta preparando per i beni immobili di proprietà Comunale.

Ed è solo l’inizio!

Lunedì sera ho avuto la percezione che solo gli stolti, nel Sistema, giudicheranno queste cose come punti di spillo innocui. Ma chi stolto non è, nel Sistema, inizierà probabilmente a dormire con un occhio solo!

A presto!

Dr. Michelangelo Russo