Quattro anni agli stupratori di S.Teresa - Le Cronache
Giudiziaria Cronaca Attualità

Quattro anni agli stupratori di S.Teresa

Quattro anni agli stupratori di S.Teresa

Pina Ferro

Quattro anni di reclusione. E’ la condanna a carico di Radouane Makkak 38 anni, e Hassan Raziqia, 40 anni, a processo con l’accusa di aver violentato una 31enne, macchinista dell’alta velocità, sulla spiaggia di Santa Teresa. I fatti sono accaduti nel mese di maggio del 2016. I due furono arrestati a distanza di pochissime ore dalla denuncia della giovane donna, e rinchiusi nel carcare di Vallo della Lucania dove sono tuttora detenuti. La sentenza a carico dei due imputati è stata emessa ieri dal colleggio della prima sezione penale del Tribunale di Salerno composto dal presidente Gabriella Passaro e dai giudici Gerardina Romaniello e Marilena Albarano. Il collegio ha riconosciuto le circostanze attenuanti generiche equivalenti alla aggravante ed alla recidiva contestate. I due sono stati condannati, oltre ai quattro anni di reclusione ciascuno, anche al risarcimento dei danni subiti dalla parte civile, rappresentata dall’avvocato Marco Martello. Nel momento in cui la pena sarà definitiva (terzo grado) dovranno lasciare il territorio nazionale. la pena inflitta dal collegio giudicante è molto più bassa rispetto alle richieste avanzate dal pubblico Ministero Francesco Rotondi (10 anni per Makkak e 8 anni per Raziqi). Pienamente soddisfatto i legali dei due imputati gli avvocati Gerardo Cembalo e Claudia Pecoraro. I due difensori nel corso del dibattimento si sono avvalsi di vari consulenti per sostenere le tesi della difesa. L’avvocato Gerardo Cembalo con i propri collaboratori, l’avvocato Dario Masini che ha curato l’aspetto prettamente teorico e il dottor Andrea Annunziata che ha collaborato nello sviluppo pratico del caso nonché della consulente di parte Simona Di Lucia specializzata in criminologia hanno ottenuto un risultato che hanno giudicato molto positivo. Ora attendono i 90 giorni per le leggere le motivazioni della sentenza per poi ricorrere in appello. Secondo la ricostruzione dei fatti, la 31enne, nata in Marocco ma cittadina italiana, si era recata in spiaggia da sola dopo essere uscita con degli amici. La ragazza era in cerca di di quiete per poter ripetere degli appunti in vista di un esame che avrebbe dovuto sostenere il giorno seguente. Ad un certo punto la giovane donna sarebbe stata avvicinata da due cittadini stranieri. Erano oltre le due e l’arenile era deserto. Gli stranieri si sarebbero seduti accanto a lei e, dopo averle chiesto una banconota da 50 euro, uno dei due si è allontanato per comprare alcolici. Poco dopo, all’arrivo del complice, la studentessa, avendo compreso il pericolo, tenta di andare via ma i due la bloccano e le sfilano i pantaloni. La stuprano. Terminati gli atti di violenza uno va via, mentre l’altro costringe la giovane a guidare per tutta la città, con lui accanto, fino all’alba. Solo in un momento di distrazione dell’uomo, la 31enne riesce a chiamare un amico, il quale allerta le forze dell’ordine: quest’ultime rintracciano l’autovettura e trovano entrambi i passeggeri a bordo. Il complice fu arrestato il giorno seguente in Piazza della Concordia dai carabinieri della compagnia di Salerno.