di Monica De Santis
Alessandro Turchi dirigente scolastico del Profagri, l’Istituto professionale Servizi per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale è a lavoro, proprio come tutti i suoi colleghi, impegnati a trovare una soluzione per far tornare in classe il prossimo settembre i propri alunni…. “Lavoreremo senza sosta fino alla metà di luglio 2021. Quest’anno le ferie saranno un miraggio per tutti noi”. Esordisce con una battuta che poi purtroppo rispecchia la realtà del fatti. Si, perché quest’anno per i dirigenti scolastici sarà molto difficile lasciare il loro posto di lavoro. Rientrati da pochi giorni nelle loro sedi, perché impegnati altrove come presidenti di commissione degli esami di maturità, ora dovranno affrontare la prova più dura: riuscire a riportare a scuola i loro alunni…. “Cosa per nulla facile” prosegue Turchi.
Ma prima di guardare a settembre mi dice come sono andati gli esami di Stato?
“Bene. Io ero presidente di commissione in un Liceo di Cava de’ Tirreni. Ovviamente tenevo sotto controllo anche la situazione nella mia scuola e devo dire che il risultato finale da entrambe le parti è stato molto buono. Sia i docenti che noi presidenti di commissione siamo stati molto comprensivi, abbiamo cercato di mettere a proprio agio tutti i ragazzi. Infondo per loro non è stato facile. Sono stati allontanati da scuola così all’improvviso. Si sono ritrovati ad affrontare una situazione ed una metodologia di studio completamente nuova, non solo per loro anche per gli stessi docenti”.
Ha riscontrato qualche difficoltà organizzativa?
“Solo nella sede di Angri. Purtroppo questo plesso è situato nel cuore del centro storico della cittadina dell’agro. Ha aule molto piccole e non avevamo nessuna possibilità di rispettare le norme che ci erano state imposte così abbiamo deciso di trasferire docenti ed alunni di Angri nella sede di Salerno per sostenere l’esame”.
Come ha gestito questi 3 mesi di chiusura?
“Come tutti. Ovviamente i primi giorni sono stati quelli più confusionari, nel senso che ci davano delle disposizioni, poi venivano cambiate, e poi cambiate ancora. Poi siamo partiti con la didattica a distanza attraverso una piattaforma dedicata che già usavamo per alcune discipline”.
Nessuna difficoltà per i docenti ad utilizzare la didattica a distanza?
“Noi siamo un istituto con ben sette sedi distaccate e dislocate su tutto il territorio salernitano. Siamo abituati ad interloquire a distanza. Spesso abbiamo fatto riunioni o collegi dei docenti in videoconferenza utilizzando proprio la piattaforma usata in questi tre mesi con gli studenti. Sotto questo aspetto non abbiamo avuto nessun problema”.
Quanti alunni conta il suo istituto?
“Abbiamo 1000 alunni suddivisi nei sette plessi che si trovano a Salerno, Capaccio, Battipaglia, Angri, Castel San Giorgio, Fisciano e Sarno”
Veniamo a settembre come sarà il ritorno a scuola per i suoi studenti?
“Stiamo cercando di organizzarci. Ogni plesso ha le sue caratteriste e le sue esigenze. Non è facile da gestire. Dobbiamo rimodulare il tutto in base ad ogni singolo plesso”.
Ma si tornerà in classe?
“Ad oggi posso dire che gli alunni dei plessi di Salerno e Capaccio torneranno tutti in classe sicuramente. In questi due istituti gli spazi ci sono, le aule sono grandi e quindi possiamo garantire la massima sicurezza per tutti”
E negli altri plessi?
“Stiamo ancora valutando. Diciamo che ci sono buone possibilità di ritorno in classe per tutti anche in altri due plessi. Ma è presto per dirlo. Dobbiamo fare ancora altre verifiche, suddividere gli spazi. E’un lavoro complesso che richiede tempo e che deve essere fatto con molta precisione se si vogliono rispettare tutte le regole che ci sono state imposte”.
Chi invece sa già che non potrà tornare in classe?
“Purtroppo gli alunni del plesso di Angri. Come le dicevo è un istituto che si trova nel centro storico cittadino, ha aule piccole e nessun altro spazio da poter utilizzare. Ecco nel caso di Angri stiamo valutando che tipo di turnazione effettuare. Le ipotesi sono due. O per ogni classe metà alunni saranno in presenza e l’altra metà in collegamento, oppure faremo che un gruppo di classi saranno in presenza per un paio di mesi e le altre useranno la didattica a distanza per poi scambiarsi”.
Questo vale solo per Angri o anche per gli altri 4 plessi?
“Per Angri sicuramente, degli altri 4 plessi che mancano, come le dicevo spero per due di riportare tutti in classe, per gli altri due utilizzeremo lo stesso sistema che adotteremo per Angri”.
Ci saranno classi che avranno la priorità sulle altre?
“Sicuramente le nuove prime rientreranno tutte in classe. Poi le quinte. La nostra è una scuola del fare, non possiamo pensare di andare avanti solo con la didattica a distanza. I nostri ragazzi hanno la necessità di vedere, di mettere in pratica quello che studiano. Soprattutto quelli che dovranno frequentare l’ultimo anno dovranno avere la possibilità di imparare in modo pratico quello che si insegna nel nostro istituto. Non possiamo chiedere a questi ragazzi di passare un altro anno davanti ad un computer”.
Anche nel suo istituto mancano docenti e personale Ata?
“Si. Anche noi avremmo bisogno di più docenti e di più personale Ata, ma tanto non cambierà nulla. Quest’anno mi sono state tagliate altre tre classi prime. Capisce bene che gli alunni che si sono iscritti li dovrò ovviamente distribuire nelle classi che avrò a disposizione. E poi mi parlano di classi pollaio? Ma è normale che le classi diventano dei pollai. Se anche con un’emergenza come questa pensano a tagliare classi invece che aumentare come possono pensare che le classi non saranno più dei pollai”.
Ha partecipato all’incontro di lunedì con il referente della Provincia?
“No. Un incontro inutile, dal mio punto di vista. Di chiacchiere ne sono state fatte fin troppo, ora servirebbe un po’ più di concretezza. Sinceramente che senso aveva partecipare ad un incontro con un ente che nei giorni scorsi ha avuto il coraggio di inviarci un questionario nel quale voleva sapere da noi dirigenti come erano i nostri istituti, che metratura avevano le classi, quanti bagni erano disponibili. Tutte domande inutili, perché loro sono i proprietari di questi edifici, hanno le piantine e sanno benissimo come sono fatte le scuole salernitane”.
Non ha risposto neanche al loro questionario?
“Ho risposto a modo mio. Dicendogli tutto quello che non andava nel loro questionario. Non è la prima volta che si fanno incontri del genere e non è la prima volta che riceviamo dalla provincia dei questionari che ci chiedono cosa serve con promesse che poi ci verrà dato ciò che richiediamo. Ma alla fine non cambia mai nulla. Nella sede di Salerno mi è rimasto un unico soffitto intatto, gli altri sono tutti spicconati. Ho scritto più volte alla provincia chiedendo di sistemare i soffitti. La risposta è sempre la stessa, non abbiamo i fondi”.
Adesso hanno detto che i fondi ci sono?
“Staremo a vedere. Io nel frattempo con i soldi della scuola e non della provincia ho acquistato 450 banchi monoposto e sempre con i soldi della scuola ho sistemato il laboratorio di Battipaglia dove i ragazzi preparano i succhi di frutta”.
Cosa ne pensa del piano scuola presentato dalla Ministra Azzolina?
“Non faccio parte di quella categoria che vuole criticare la Ministra a tutti i costi. Credo che chiunque si fosse trovato al suo posto non sarebbe riuscito a fare di meglio. Quella che si è presentata è stata una situazione eccezionale, che nessuno poteva prevedere. Fuori da ogni immaginazione. Lei ha cercato di gestire la situazione alla meno peggio. Sicuramente è un ministro inadeguato ma non sono sue tutte le colpe. La scuola se è in queste condizioni è perchè chi l’ha preceduta ha pensato solo a fare tagli. Sono decenni che non si investe nella scuola. Adesso, a causa del Covid-19, ci hanno dato un po’ di liquidità che dobbiamo spendere entro la fine di settembre. Sono soldi che spenderemo sicuramente. Io comprerò altri banchi, computer, sedie. Ma questi soldi non risolvono il problema scuola. Non basta dare un contributo per pensare di risolvere tutto. Serve un piano economico per le scuole che duri nel tempo”.