di Andrea Pellegrino
Sarebbe stata la Società autostrade meridionali a far scattare l’allarme e poi il sequestro del cantiere Porta Ovest per probabili cedimenti all’interno delle due gallerie che collegano il mare (zona porto) con via Risorgimento. La stessa Sam, attraverso un parere, si era opposta alla realizzazione della galleria di Cernicchiara. E a quanto pare anche l’Anas aveva posto perplessità in merito ad alcune opere, soprattutto quelle disegnate in corso di variante. Nel corso del tempo, infatti, l’originario progetto per la realizzazione del nuovo asse viario sarebbe stato stravolto diverse volte, non senza la contrarietà degli enti coinvolti. E non si esclude che ora uno di questi possa aver messo in allarme l’autorità giudiziaria, intervenuta mercoledì mattina con un sequestro dell’intero cantiere avvenuto per opera della Dia, accompagnata anche dalla Polizia Scientifica. Una operazione anche abbastanza particolare che ha visto meticolosi controlli anche sui mezzi meccanici utilizzati nonché l’utilizzo della Scientifica per l’analisi di alcuni campioni di terreno e di materiale utilizzato. Prove che ora saranno oggetto di perizie e di confronto tra i tecnici. Per ora i legali di parte attendono di leggere tutte le carte del procedimento prima di mettere in campo la propria strategia. Il tutto mentre s’attendono i sopralluoghi tecnici che avverranno lunedì prossimo. Tra le carte, invece, al vaglio dell’autorità giudiziaria ci sarebbero i pareri degli enti (compreso quello della società autostrade) e le varianti in corso d’opera. Intanto segnalazioni sono partite anche dai residenti della zona, fin dall’inizio preoccupati per la staticità dei loro fabbricati. Soprattutto all’indomani delle due frane che a distanza di 12 mesi hanno messo in ginocchio la viabilità ed i costoni dell’ex statale 18 (nel tratto che collega Salerno a Vietri sul Mare).
Controlli alle abitazioni
Si dice che l’opera di monitoraggio non sia avvenuta all’interno di alcune abitazioni che si trovano in prossimità dell’area cantiere di via Ligea. A quanto pare – raccontano alcuni residenti – i controlli sono stati eseguiti solo a ruspe ed esplosioni avviate. Ed alcuni segni sono palesi su strutture dei fabbricati e diverse sono state le segnalazioni giunte agli organi competenti negli ultimi mesi. L’allarme d’altronde era stato lanciato anche dagli stessi proprietari dei costoni rocciosi interessati dalle frane nei pressi dell’ormai ex stazione di servizio Tamoil. Anche in quella circostanza fu aperto un apposito fascicolo dalla Procura della Repubblica di Salerno