Pontecagnano: Zoccoli: «Sistema marcio, basta trasformismi» - Le Cronache
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Pontecagnano: Zoccoli: «Sistema marcio, basta trasformismi»

Pontecagnano: Zoccoli: «Sistema marcio, basta trasformismi»

di Erika Noschese
Il Movimento 5 Stelle protagonista di questa tornata elettorale. A Pontecagnano Faiano i pentastellati hanno individuato in Matteo Maria Zoccoli il candidato sindaco. Lei è candidato alla carica di sindaco per il Movimento 5 Stelle, perché ha scelto di impegnarsi attivamente per il suo territorio?
«L’impegno nasce dalla passione, dallo spirito di servizio per la mia città e dall’incapacità di comprendere alcune linee d’azione dell’attuale amministrazione. Nel 2019 i primi incontri, al bar Napoliello di via Tevere. Allora la preoccupazione era per la nascita di un impianto di stoccaggio di rifiuti pericolosi in Via Irno, a ridosso di alcune realtà produttive importanti. Ricordo un grande sdegno quando l’attuale Sindaco, in un video alla città giustificandosi parlò di “scasso”, quando invece i progetti parlavano di messa a riserva di oltre 400.000 tonnellate di rifiuti pericolosi. Iniziammo allora ad informare i cittadini e le imprese che portarono l’amministrazione a cambiare approccio alla questione. Oggi l’impianto non si è fatto ed è stata una vittoria per tutta la comunità. Da allora abbiamo continuato a vigilare, come sulla vicenda dell’impianto industriale per l’umido che volevano vicino ad una realtà importante della quarta gamma, in zona Sant’Antonio. Anche quello poi non si è fatto, con buona pace di chi voleva portare la “munnezza” di tutti i picentini sul nostro territorio».
Cosa non va oggi a Pontecagnano Faiano?
«Pontecagnano Faiano oggi è ad un passo dall’essere la periferia di Salerno. I prossimi cinque anni di amministrazione determineranno le sorti della nostra comunità, oggi ad un bivio: essere città “dormitorio” per i salernitani che a causa dei prezzi non possono acquistare casa nel capoluogo, o diventare un luogo di vita comunitaria che mette al centro la tutela del patrimonio storico-architettonico, del paesaggio e dei beni comuni. C’è l’esigenza di restituire ai cittadini intere zone come il lungofiume e le spiagge oggi strette tra cancelli, muretti e strutture fatiscenti. Stimolare la città a rispondere con momenti di condivisione sincera all’appiattimento di una società sempre meno attiva. Non solo questo, il problema è che a fare politica ci sono sempre le solite persone e questo è un impoverimento per tutti. Dobbiamo aprire loro un varco, per dargli modo di contribuire alla crescita del confronto pubblico».
Quali i punti principali del suo programma elettorale?
«Il programma non è il mio ma è quello di un gruppo composto da persone tutte alla prima esperienza elettorale, tutti convinti che ci sia tanto da lavorare e che si ritrovano in una forza politica come il Movimento 5 Stelle che ha messo in campo, dopo decenni di austerità, politiche di equità sociale. Amministrazione condivisa, gestione trasparente dei beni comuni, promozione del verde urbano con la nascita di un parco delle sorgenti a via Sandro Pertini, una rete di trasporto pubblico più efficiente per abbandonare l’uso dell’auto ma anche un capitolo di bilancio dedicato alla promozione ed alla gestione del nostro Parco Archeologico. Poi serve riparlare di edilizia popolare: il disagio abitativo in città è sotto gli occhi di tutti, abbiamo nell’EX centro A.A.I. decine di famiglie che vivono in condizioni disastrose, il Comune deve prendersi la responsabilità di agire per eliminare queste situazioni. I nostri “gioielli della corona” sono i luoghi comunitari che vanno tutelati e per farlo occorre investire risorse, risorse che oggi si perdono nei rivoli di una spesa incomprensibile. Nell’ultimo anno il Comune ha investito decine di migliaia di euro per “panchine Smart” e “fioriere Smart”, duecento mila euro per un concerto di Natale, centinaia di migliaia di euro per le luci di Natale; si sarebbero potuti investire per politiche di equità sociale, per tendere una mano alle famiglie che tutti i giorni si misurano con la difficoltà di mettere un piatto a tavola».
Ancor prima che la campagna elettorale entrasse nel vivo, insieme a Sinistra Italiana e Possibile c’è stato un viaggio nei quartieri per denunciare il degrado in cui versano alcune zone. Come si spiega il loro sostegno a Lanzara?
«Tante persone che potrebbero dare un contributo concreto alla politica non si avvicinano per la presenza di queste dinamiche. Il trasformismo colpisce in modo trasversale sia le liste di centro destra che la compagine di centro sinistra. Un sistema di vasi comunicanti di persone, dove i partiti non sono altro che una bandiera da sventolare il giorno prima per essere rinnegati il giorno dopo. Ci perdiamo tutti, perché il gioco è al ribasso. Questo sistema marcio dà forza al nostro progetto, noi che vogliamo aprire alla società civile non ci spaventiamo davanti alla “prostituzione mentale” di questo o quello».
Da dove dovrebbe ripartire la città secondo lei?
«Spiagge libere: garanzia di utilizzo del bene demaniale per tutti con discese a mare gratuite, servite da scivoli per disabili, docce, pulizia, servizio di salvamento con incarico ad un’associazione nazionale certificata. Più spiaggia, più servizi, meno strutture rigide. Un volano anche occupazionale: lasciare la possibilità a cooperative di giovani del luogo di poter gestire gazebo o chioschetti sulle spiagge, a patto che siano opere a bassissimo impatto e facilmente amovibili per salvaguardare anche il bene demaniale. Tante micro attività per garantire una sostenibilità ambientale rinaturalizzando la costa; spazi di comunità: attivi anche nei luoghi più isolati: Sant’Antonio, Picciola, Magazzeno, Via Verdi, Baroncino, Corvinia, Faiano. Una rete di spazi vocati all’aggregazione ma anche all’ascolto, con professionalità specializzate a ricevere le sollecitazioni e a garantire un presidio stabile sul territorio. Teatro, musica e arte a servizio dei quartieri per spingere i giovani ma anche i meno giovani ad avere una crescita di visione, misurandosi con sfide artistiche che alimentano lo spirito empatico e colmano con emozioni e bellezza le vuote piazze social a cui siamo abituati. Uno di questi avrebbe potuto essere l’ex Cinema Nuovo, per il quale l’attuale amministrazione ha scelto un altro percorso; parchi: il parco di Sant’Antonio resta il nostro obiettivo: salvare quel luogo verde in via Sandro Pertini a tutela delle sorgenti del Formola; un parco delle sorgenti che sia uno spazio dedicato agli sport all’aperto e ad eventi estivi per coinvolgere la numerosa comunità di residenti che per troppo tempo ha vissuto in un “dormitorio”. Inoltre, abbiamo a cuore l’acquisizione al patrimonio comunale del terreno di proprietà Del Plato con la nascita di un’area verde che faccia da cerniera alberata tra la zona di piazza Risorgimento e il nostro spettacolare Museo Archeologico Nazionale in via Lucania; tutela dei fiumi e dei torrenti: la qualità dell’acqua della nostra costa passa dalla definitiva bonifica dei corpi idrici superficiali. Torrenti e fiumi vanno attenzionati con una spinta rinaturalizzazione dei propri argini e con la mappatura di tutti gli scarichi abusivi; incentivare le politiche giovanili: dare dignità al Forum dei giovani della città individuando una sede per permettergli di fare attività sul territorio, anche facendo ricorso a bandi a sostegno delle loro azioni; strumenti di partecipazione attiva dei cittadini: partendo dall’art. 118 comma IV della carta costituzionale, in base al principio della “sussidiarietà orizzontale”, adottare un Regolamento sull’amministrazione condivisa, considerando soprattutto il suo ruolo nel creare un’alleanza fra cittadini e amministrazione con l’obiettivo di coinvolgere i cittadini nella cura dei beni comuni. Utilizzare lo strumento dei patti di collaborazione per trasformare le capacità nascoste degli abitanti di una città in interventi di cura dei beni comuni che migliorano la vita di tutti gli abitanti. Cittadini e amministrazione sono alleati nella lotta contro la complessità dei problemi, la scarsità dei mezzi, l’aumento delle esigenze e in questa lotta condividono responsabilità e risorse. Il paradigma della sussidiarietà si basa su una nuova modalità di rapporto, in cui cittadini e amministrazione sono sullo stesso piano; piano urbano di mobilità sostenibile: piano strategico che si basa sugli strumenti di pianificazione esistenti e tiene in considerazione i principi di integrazione, partecipazione e valutazione per soddisfare, oggi e domani, le necessità di mobilità delle persone e delle merci. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita in città e allontanare dal centro urbano il traffico veicolare, sostenendo un trasporto pubblico più efficiente e a misura delle esigenze dei cittadini e favorendo la nascita di percorsi ciclopedonali meno impervi e più sicuri. La mobilità è la sfida del domani»
Aeroporto di Pontecagnano, secondo lei cosa bisognerebbe fare?
«L’aeroporto è certamente un’opera di importanza strategica, ma al tempo stesso impattante per il nostro territorio in termini di generazione di traffico veicolare e di emissioni inquinanti. Serve una strategia, da condividere con gli altri soggetti istituzionali interessati, per uno sviluppo sostenibile dello scalo a tutela della salute dei cittadini di Pontecagnano Faiano. Nel 2023 è d’obbligo proporre un progetto che abbia il minor impatto possibile sull’ambiente e che sia anzi veicolo di rilancio green per la nostra regione. Un obiettivo da conseguire attraverso la sottoscrizione di un accordo di compensazione ambientale, che coinvolga tutti i soggetti interessati, finalizzato alla realizzazione di: azioni di efficientamento energetico sulle infrastrutture aeroportuali; un bosco intorno allo scalo per massimizzare l’assorbimento delle emissioni inquinanti; collegamento ciclabile con i comuni nelle immediate vicinanze; miglioramento della mobilità di superficie. Una serie di misure, a nostro avviso indispensabili, nella convinzione che la tutela dell’ambiente possa rappresentare un sicuro volano per lo sviluppo dell’economia. L’aeroporto sarà uno snodo importantissimo per il nostro territorio e governare il processo di crescita è dovere della Politica. Intendiamo avviare un confronto con la Regione Campania e Rfi per l’ulteriore potenziamento della tratta di metropolitana a servizio dell’aeroporto di Pontecagnano Faiano. Bisogna utilizzare i grandi investimenti pubblici e privati che lo scalo aeroportuale attrae per avere un servizio pubblico di trasporto che possa servire anche il flusso urbano, contribuendo ad abbattere l’utilizzo dell’auto in città».
Commercio, uno dei settori particolarmente in crisi: cosa manca oggi per ridare slancio al commercio?
«La grande distribuzione organizzata rischia di annientare il lavoro artigiano e le attività commerciali a gestione familiare che sono la storia della città e che da sempre risultano essere la ricchezza culturale, sociale e identitaria di un luogo. Il flusso cittadino nelle aree centrali della città negli anni è progressivamente diminuito. L’azione politica non può prescindere dall’ascolto attivo di chi opera nel settore. Una strategia immediatamente praticabile potrebbe essere quella della programmazione di isole pedonali alternate, volte a favorire la presenza di persone in città. Costruire una rete tra commercianti, associazioni e Comune per poter tutelare il commercio locale».