di Erika Noschese
Finisce dinanzi al Tar di Salerno la vicenda che vede protagonista un alunno diversamente abili dell’istituto comprensivo statale di Buonabitacolo. A causa di un ridimensionamento dell’organico, infatti, il Miur aveva deciso di decurtare le ore del personale docente specializzato sul sostegno. L’alunno si era così ritrovato a passare da 18 ore settimanali a 9 ore, riconosciute per l’anno scolastico 2019/2020. A chiedere l’intervento del tribunale amministrativo regionali i genitori dell’alunno, A.B. e M.B., difesi dall’avvocato Giuseppe D’Amato – convenzionato con il sindacato Gilda degli Insegnanti – che avevano chiamato in causa il ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca rappresentato e difeso dall’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Salerno e l’istituto comprensivo di Buonabitacola. Il presidente Francesco Riccio, infatti, è stato chiamato a decidere dell’orario scolastico ora in vigore presso la scuola secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo Statale di Buonabitacolo per la classe 2 A per l’anno scolastico 2019/2020 e del relativo decurtamento delle ore settimanali di sostegno per il loro figlio in assenza di apposita valutazione sul fabbisogno effettivo individuale e quindi del documento che ne stabilisca la finalità concreta e le quantifichi espressamente, in relazione alla patologia di cui il disabile è portatore. Il Tar ha dunque accolto la domanda cautelare in quanto l’alunno ha ottenuto l’assegnazione di diciotto ore di sostegno settimanali, sulla base del piano educativo individualizzato e della diagnosi funzionale. L’udienza di merito è sta fissata per il 10 giugno 2020 così permettendo all’alunno di poter concludere serenamente l’anno scolastico. «Con il sindacato Gilda degli Insegnanti di Salerno, di cui sono il legale referente, abbiamo immediatamente preso a cuore la vicenda’ supportando la famiglia nella giusta lotta contro il sopruso ricevuto. Si tratta di un importante risultato poiché il Tar di Salerno, mostrando sensibilità verso una tematica molto delicata, ha di fatto pienamente riconosciuto la preminenza del diritto dell’alunno disabile ad essere seguito da un insegnante di sostegno nel processo di piena integrazione scolastica e sociale rispetto alle fredde logiche burocratiche dell’Amministrazione Scolastica», ha dichiarato l’avvocato D’Amato.