Piero De Luca a tutto campo. L’onorevole Dem, capogruppo del Pd nella commissione Affari europei della Camera. affronta diversi temi accomunati da un unico comune denominatore: tutelare il Mezzogiorno e rilanciarne sviluppo ed occupazione nei prossimi anni.
“E’ un lavoro incessante che stiamo portando avanti in parlamento e nel Paese – dice il deputato Dem- e i temi sono tanti. Noi ci stiamo battendo per difendere la sanità pubblica, la scuola, i servizi essenziali, il lavoro dignitoso, la tutela dell’ambiente, i fondi fsc, le zes. Potremmo continuare ancora a lungo…”
Partiamo dal Mezzogiorno allora…
“Lo abbiamo ripetuto più volte, dichiara Piero De Luca-il progetto scellerato di autonomia differenziata portato avanti da Calderoli è vergognoso perché è frutto di uno scambio politico con il Premierato voluto dalla Meloni. Renderà il Paese più debole meno competitivo creando 20 piccoli Stati e soprattutto aumenterà irreparabilmente divari e diseguaglianze al Sud. Ad essere penalizzati saranno i cittadini, le comunità, le nostre famiglie. Non possiamo tollerare uno scempio del genere e faremo di tutto perché questo progetto non diventi realtà Il Sud merita attenzione e rispetto, non consentiremo di calpestarlo”.
La scorsa settimana c’è stata una manifestazione nazionale a Napoli a cui hanno partecipato migliaia di persone.
“Da Napoli e’ arrivato un messaggio forte, un coro unanime contro un progetto secessionista che penalizza gravemente del Mezzogiorno, tagliando i servizi essenziali in sanità, scuola, politiche sociali. Un progetto che si aggiunge a politiche fortemente antimeridionaliste come il taglio della decontribuzione che mette a rischio milioni di posti di lavoro. Continueremo con una grande mobilitazione nel Paese per far sentire la nostra voce con tutte le forze, in Parlamento e in piazza”
Che fine ha fatto il PNRR?
“Ormai è Piano Nazionale Ritardi e Rinvii. La rata di giugno è in alto mare e rischiamo di non rispettare gli impegni e perdere le risorse per colpa del Governo. Poi continuiamo a denunciare così come abbiamo fatto in questi mesi in Parlamento il taglio profondamente sbagliato di 100.000 posti in asili nido, di 500 case ed ospedali di comunità e di miliardi di euro di investimenti per la riqualificazione delle nostre periferie. I dati sono pubblici e parlano chiaro. Peraltro, nell’ultima legge di Bilancio sono stati previsti anche tagli pesanti a Comuni e Province per 250 milioni. Risorse sottratte ad interventi per servizi essenziali ai cittadini, azioni di cura del territorio, riqualificazione urbana o prevenzione del dissesto idrogeologico. E dopo il danno la beffa, che è la scelta del Governo di penalizzare con questi tagli di più gli enti locali che stanno attuando maggiori progetti del PNRR. Scelta che provocherà evidenti disservizi in particolare nella spesa corrente rispetto gestione delle infrastrutture già presenti o da realizzare”.
Un’altra battaglia in Parlamento è quella sulle Zes. Dopo i proclami del Governo, il commissario unico e la regia “romana” che cosa è successo?
“Dopo mesi e mesi di ritardo, ci saremmo aspettati anzitutto delle scuse per come è stata gestita la situazione. Poi avremmo immaginato che il tempo fosse servito a reperire risorse straordinarie ed adeguate.ed invece, nulla di tutto ciò. Solo le parole di entusiasmo del Ministro Fitto sul credito d’ imposta. Facciamo chiarezza, i fondi pari a 1,8 mld, sono identici a quanto previsto per le precedenti Zes, che avevano però una estensione territoriale di 500 volte inferiore alla attuale. Questo vuol dire che nelle casse delle imprese arriveranno risorse molto molto limitate. Peraltro col rischio che tante aziende restino a secco, considerato il modello a sportello della misura. In secondo luogo, la scadenza al 15 novembre per il completamento dell’investimento rende di fatto inattuabile la misura. Appare improbabile che una impresa che alla data del 12 giugno non sa ancora quale percentuale di incentivo avrà, possa poi completare una linea produttiva o la realizzazione di un opificio in meno di 5 mesi. Insomma quello di Fitto è solo un grande bluff che danneggia gravemente gli investimenti, lo sviluppo e l’occupazione al Sud. Del resto proprio perché consapevole di questa presa in giro, Fitto non ha attivato da subito la misura, come sarebbe stato ovvio fare, ma ha stranamente e ‘casualmente’ posticipato l’apertura del termine per presentare le domande a dopo le elezioni europee”.
Siamo al giro di boa, poche ore e si apriranno le urne per eleggere i rappresentanti del Parlamento Europeo.
“Nei tanti appuntamenti di queste settimane abbiamo sottolineato l’importanza del voto per le elezioni europee. Dal rilancio dell’Europa, dal rafforzamento degli investimenti comuni in sanità, sociale, lavoro, infrastrutture, ambiente, dipende il futuro del nostro Paese e soprattutto del Mezzogiorno. Parlando di Europa tocchiamo da vicino la vita dei nostri cittadini, perché si decide come utilizzare le risorse per servizi pubblici, ospedali, scuole, asili, infrastrutture fisiche o digitali. Da quando la destra è al Governo i risultati sono disastrosi. Stanno danneggiando e isolando il nostro Paese in Europa, rischiando di compromettere irreparabilmente il nostro futuro.
Continuano a dialogare ed inveire contro l’Europa con i sovranisti ed estremisti di Vox, con Le Pen e con Orban ed hanno un Vice premier che come slogan delle elezioni europee chiede meno Europa. Credibilità pari a zero. Noi abbiamo bisogno di più Europa, non meno Europa, di rafforzare l’integrazione nelle politiche economiche e fiscali, non di risposte antistoriche con chiusure nazionali per problemi globali. Nel deserto di idee e risultati noi del Pd abbiamo provato ad indicare una strada ai colleghi di destra. La prima è continuare lungo la scia del Next Generation EU. Il PNRR non è un peso, ma è una grande opportunità per il Paese.
Un ulteriore obiettivo dei prossimi anni è quello di promuovere sempre più appalti congiunti, politiche industriali integrate e programmi di investimento comuni, e la duplice transizione verde e digitale. Infine, riteniamo fondamentale rafforzare lo strumento dell’European Peace Facility così come gli impegni per una difesa comune.Abbiamo bisogno di un’Europa che sia sempre più autorevole a livello internazionale, in grado di esercitare un ruolo sempre maggiore in politica estera, anche e soprattutto come attore diplomatico di pace. Il tutto con un impegno comune: superare la regola anacronistica dell’unanimità in Consiglio.Ecco l’Europa che vogliamo , più integrata, più unita, più democratica e più solidale.
Sono state settimane piene di impegni perché in alcuni comuni ci sono anche le elezioni amministrative.
“Ho girato tantissimo in tutta Italia. Dalla Toscana alla Sardegna, dalla Puglia alla Basilicata passando per la nostra Campania. Abbiamo sostenuto e supportato i nostri candidati sul territorio per difendere l’idea di comunità del Partito Democratico e dare un segnale di forte opposizione alla destra che sta devastando e producendo danni enormi al Governo del Paese. Noi abbiamo idee diverse, di una comunità sostenibile, che non lasci indietro nessuno e che presti attenzione ai giovani e alle donne. Queste sono le ultime ore decisive per convincere anche gli indecisi. È importante andare a votare. Abbiamo bisogno del sostegno di tutti per non consegnare la guida delle nostre città e la maggioranza in Europa alle destre”.