La Soprintendenza ha detto no. Sventata l’ipotesi di silenzio – assenso, questa volta Miccio si è esposto ed ha detto la sua sulla realizzazione di box interrati a Piazza Cavour. E’ arrivato ieri mattina il no della Soprintendenza di Salerno, rappresentata dall’architetto Giovanni Villani, nel corso della conferenza dei servizi, convocata per il via libera all’opera fortemente voluta dall’amministrazione comunale e fortemente contrastata dall’opposizione (ed in particolare dal consigliere comunale Roberto Celano), dall’associazione Italia Nostra e dal gruppo dei “Figli delle chiancarelle”. Ma al momento, seppur si parli di ricorsi, i parcheggi interrati restano fermi ed il lungomare, all’altezza di Palazzo Sant’Agostino, resterà così come è. A quanto pare, il vincolo (così come emerge dall’apposita carta) ha convinto la Soprintendenza, dapprima contraria, poi favorevole e poi perplessa, ad esprimersi definitivamente, rompendo gli indugi. Già qualche giorno fa Gennaro Miccio, dopo l’ultima sollecitazione di Italia Nostra e figli delle chiancarelle, aveva rassicurato la sua presenza alla conferenza dei servizi al Comune, escludendo, così l’eventuale ricorso al silenzio assenso (ricordiamo, così come avvenuto per il Crescent). Uno stop, dunque, al progetto che aveva incassato il sì della commissione paesaggistica del Comune di Salerno. Anzi di più, per l’organo comunale (tra l’altro messo in discussione sempre da Italia Nostra e figli delle chiancarelle) l’opera era addirittura migliorativa «dell’attuale stato dei luoghi sotto il profilo paesaggistico e non altera la percezione visiva dei luoghi». Ed, invece, «si salvaguarda il lungomare», afferma soddisfatto il consigliere comunale del Pdl, Roberto Celano, tra i primi promotori della battaglia contro la realizzazione dei box interrati in Piazza Cavour. «Noi ci teniamo al nostro Luongomare – prosegue – e siamo contenti che la Soprintendenza abbia bocciato il progetto, coerentemente alla decisione già presa all’inizio. La zona è vincolata ed è giusto che non venga inalterato lo stato dei luoghi con un intervento così invasivo». Insomma il timer installato sui siti dei figli delle chiancarelle è stato bloccato e anche l’associazione ambientalista, guidata da Raffaella Di Leo, tira un sospiro di sollievo. Seppur, a quanto pare, si tratti solo di un prima tappa. Non si esclude che la vicenda possa ben presto trasferirsi nelle aule della giustizia amministrativa.
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