di Erika Noschese
Piazza Alario riaperta a metà, insorge il comitato. Da alcuni giorni, infatti, sono state smontate le transenne del cantiere per la realizzazione di un parco giochi ma si potrà usufruire della piazza solo a metà in quanto l’altro lato è stato recintato, “in attesa di nuove decisioni, esattamente come temevamo. Ci sono voluti 365 giorni per arrivare a questo deludente risultato”, ha spiegato Maurizio Del Bufalo, tra i promotori del comitato “Giù le mani da piazza Alario”, documentando l’ennesima opere incompiuta da parte dell’amministrazione comunale. Nel corso degli anni, diversi i progetti per la riqualificazione della piazza: nel 2016 si ipotizzava un parcheggio a tre piani; nel 2018 la realizzazione di un parco giochi con gomma riciclata e sbarramenti in ferro battuto di due metri e mezzo d’altezza. In quell’occasione, il 30 novembre alcuni membri del comitato si incatenarono per impedire la realizzazione, con le modalità indicate dall’amministrazione, del parco giochi così il prefetto impose al sindaco la convocazione di un Consiglio Comunale per discutere del futuro della piazza con una serie di progetti cambiati in corso d’opera. “A guardare questa piazza senza il verde rigenerato che avevamo chiesto, c’è poco da essere soddisfatti. Tra pandemia e indagini della Procura, il futuro di Piazza Alario è in bilico – ha aggiunto Del Bufalo – Ma era così difficile restaurare un giardino pubblico di 2000 mq? Non era meglio discutere civilmente con il Comitato e trovare un semplice accordo che avrebbe fatto risparmiare tempo e denaro e tante figuracce ai politici di casa nostra? Oggi, guardando la piazza nuovamente recintata, viene da chiedersi quando, a Salerno, impareremo a convivere, cittadini e istituzioni, con pari dignità, ascoltando chi ha qualcosa da dire senza secondi fini, lontani da sogni di grandezza e da ridicoli primati europei”. In questi mesi, infatti, il comitato ha portato avanti una battaglia per chiedere di rispettare la natura della piazza e di valorizzarla con il verde pubblico. “Quando l’interesse pubblico prevarrà finalmente su quello privato e i beni comuni, il verde, il suolo, l’identità avranno almeno lo stesso valore del danaro e del cemento, se non maggiore? – ha aggiunto Maurizio Del Bufalo – Quando impareremo a valorizzare quello che abbiamo, manutenendo le cose ricevute in eredità, senza distruggere i segni del passato e scommettere su nuovo cemento? Quando impareremo a discutere come accade nelle città civili?”. Intanto, proseguirà la battaglia per chiedere al Comune di riaprire la piazza e di restituirla ai cittadini, come bene pubblico in una città in cui scarseggia sempre di più il verde pubblico e gli spazi destinati a giovani e soprattutto ai bambini.