di Andrea Pellegrino
Non è che Giordano ci sia più simpatico di Menna, rispetto a Clarizia o a quanti hanno pienamente diritto ad una intitolazione di una strada a Salerno. La proposta marchiata, timbrata, sottoscritta e portata a termine da Cronache del Salernitano (di intitolazione di una strada o una piazza all’ex sindaco socialista) ha più di un perché. Innanzitutto perché il professore Vincenzo Giordano aveva scelto Cronache (all’epoca del Mezzogiorno) per i suoi editoriali; perché solo un anno fa avevamo sollevato un primo dibattito, poi ripreso con più determinazione e forza nell’ultimo mese e mezzo, quando i tempi sono stati più maturi. Insomma queste le premesse della nostra convinta battaglia che naturalmente ha il suo sapore politico, storico e giudiziario. Politico, perché Giordano è stato il sindaco che per la prima volta, nonostante i numeri a suo sfavore, mise all’opposizione la Democrazia Cristiana. Storico, perché è stato a capo di un laboratorio urbanistico che ha stravolto il volto della città: a partire dalla chiusura veicolare del Corso Vittorio Emanuele, per finire poi all’intuizione della Lungoirno e della cittadella giudiziaria, fino alla metropolitana. Un laboratorio, così come ricordato da Carmelo Conte, che non riguardava la sola città di Salerno ma che poneva Salerno al centro di un’area metropolitana, in contrasto anche rispetto alla recente concezione deluchiana che blinda tra i confini cittadini la sua azione. Giudiziario, perché Giordano venne arrestato, travolto da quella tangentopoli che da Milano si spostò anche nella città, all’epoca «più socialista d’Italia». Scontò il carcere e subì il giudizio di quella gente e di quei politici affascinati dal metodo Di Pietro. Ed, invece, Giordano ha dimostrato, con classe ed eleganza, il suo essere estremamente perbene, la sua alta moralità, oggi ricordata da vecchi amici e compagni ed anche dagli avversari. Da quella vicenda, di Giordano emersero le “Mani pulite”. Queste le altre direttrici della nostra iniziativa, forse presa sottogamba nei primi giorni ma che ha “piegato” anche l’irremovibile De Luca che sabato sera ha dovuto cedere alla volontà dell’opinione pubblica. Quanto ai risultati: non ci sono vincitori e vinti in senso stretto, c’è solo una città che si è riconciliata con la sua memoria. L’intitolazione di una piazza a Vincenzo Giordano è ora patrimonio storico di questa città, con nostro orgoglio per aver dato voce alle oltre cento persone intervenute nonché di aver stimolato un ampio dibattito ripreso dai Giovani Socialisti e dalla neo costituita comunità di “Salerno socialista”. Qualche “vinto” politico però c’è: come i socialisti, quelli che governano, che prima di proferire parola hanno atteso le decisioni del sindaco De Luca, ancora di socialisti come Antonello Scuderi che, fuori tempo massimo, solo ieri ha inviato una nota stampa. C’è Forza Italia che ha dimenticato che Giordano nell’ultimo periodo è stato loro sostenitore. Infine c’è poi chi vuol mettersi ora la medaglia in petto, senza riconoscere i meriti altrui. Ma è troppo tardi: anche loro sono fuori tempo massimo. Infine su Menna, ben vengano altre intitolazioni a personaggi illustri di questa città: altro non farebbero che arricchire il patrimonio storico salernitano. Così come ben venga una strada intitolata a Clarizia o a quanti si siano distinti nel mondo culturale, storico ed ecclesiastico. Basterebbe una cosa molto semplice: costituire una commissione toponomastica composta da politici e non affidarla, come accade ora (caso unico in Italia), ad un team di tecnici e funzionari