di Andrea Pellegrino
Gugliemo Vaccaro aveva annunciato l’occupazione della sede regionale del Pd (se entro il 16 di luglio non si fossero ufficializzate le cariche regionali del partito democratico) mentre Lorenzo Guerini – vicesegretario nazionale – era andato oltre ipotizzando il commissariamento del Pd. Ma, invece, con le buone maniere, si ottiene sempre tutto: l’accordo c’è e pare sia stato sottoscritto anche da Vincenzo De Luca, precipitatosi a Napoli qualche giorno fa, per definire gli ultimi dettagli. Presidenza all’area Vaccaro, presidenza della commissione di garanzia all’area Grimaldi – insomma ai due competitors della Tartaglione – e direzione allargata a tutti. Poi sulle primarie o non per la scelta del candidato alla carica della presidenza della Regione Campania, si deciderà poi. Tradotto in nomi, sarà Stefano Graziano – area Vaccaro – a sedere alla presidenza del partito regionale mentre Mauro Calatola – area Grimaldi – guiderà la commissione di garanzia. Quanto alla direzione si procederà secondo le percentuali ottenute al congresso regionale. Dunque la linea Vaccaro passa in tutto e per tutto, a dispetto, dunque di Vincenzo De Luca che avrebbe voluto maggiori delegati all’interno degli organi di partito. Tempo una settimana e l’assemblea per l’elezione dei presidenti e della direzione dovrebbe essere convocata, sancendo così, dopo mesi e mesi, l’era Tartaglione. Quanto alle Regionali la partita è abbastanza complessa. C’è il nodo primarie da sciogliere. Al vaglio c’è sempre l’ipotesi (nazionale) di piazzare un uomo forte che possa fin da subito far sintesi e far partire la campagna elettorale. Resta in campo, in tal senso, il nome dell’attuale ministro alla Giustizia Andrea Orlando. Ma l’ultima parola spetterebbe a Matteo Renzi che al momento guarda con attenzione anche l’evolversi della situazione all’interno del centrodestra, che al di là di tutto, ha ancora dalla sua buoni numeri per tentare il bis. Se primarie ci saranno, invece, il quadro sarebbe abbastanza complesso: De Luca candidato porterebbe con sé la candidatura di Umberto del Basso de Caro. Oltre poi al terzo uomo (o donna) di indicazione renziana. Tra l’altro non si conosce ancora l’effettiva struttura della coalizione di centrosinistra, semmai ci sarà una unione di più partiti. Intanto l’attenzione è sulle liste, soprattutto a Salerno, dove si lavora su due tavoli. Dunque, prevedendo la candidatura di Vincenzo De Luca o meno. O ancora immaginando una candidatura – senza Pd – del sindaco di Salerno. Quanto alla lista di Pd (che questa volta sarà di nove persone), tra i sicuri ci sono l’uscente Anna Petrone, Paolo Russomando, Franco Alfieri e Tommaso Amabile (quest’ultimi tre sindaci) mentre traballa la riproposta di Donato Pica. Certo, invece, il ritiro di Antonio Valiante che esprimerà comunque un suo candidato. Ci sono poi sull’uscio Gina Fusco – membro della segreteria provinciale del Pd – e Carmen Guarino di Rete Solidale. In quota Vaccaro, invece, potrebbe scendere in campo Vincenzo Pedace. Resta il nodo di Campania Libera che dovrebbe accogliere i “fedelissimi” di De Luca, siano essi amministratori del comune di Salerno o sindaci della provincia. Si dice, tra l’altro, che il sindaco stia facendo un tour in lungo ed in largo per la provincia, ed in particolare nell’agro nocerino sarnese, dove avrebbe incontrato il primo cittadino di Sarno Canfora ma anche quello di Angri (attualmente più vicino al centrodestra) Mauri. Ma c’è anche un altro piano. Se De Luca dovesse completamente abbandonare l’ipotesi della candidatura a Governatore, nella lista del Partito democratico è già pronto un posto per Roberto De Luca, secondogenito del sindaco.