Paul e Mira, in delirio la Cittadella - Le Cronache
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Paul e Mira, in delirio la Cittadella

Paul e Mira, in delirio la Cittadella

Dopo l’inaugurazione, con l’arrivo della madrina del GFF Stefania Rocca, il festival è entrato nel vivo, con la proiezione dei 150 film riservati ai 3300 giurati. Tutti raccontano una generazione di cui spesso si parla ma che poco si conosce. Scorrendo le trame dei film, emergono i temi principali di questa 43esima edizione, probabilmente una delle più ricche di contenuti della storia del GFF. Chi sono i ragazzi, cosa pensano, cosa sognano, cosa davvero rimproverano agli adulti, quali sono le loro reali paure e speranze. La risposta sarà proprio nei film in concorso nelle sale cinematografiche della Cittadella del Cinema. All’esterno attività senza freno. Anche se ad attrarre il pubblico sono sempre i superospiti. In delirio una folla di giovani per l’arrivo di Mira Sorvino e del papà Paul Sorvino, uno degli attori più richiesti ad Hollywood, a lui sono attribuiti ben 155 film. Due star newyorkesi che hanno catalizzato il pomeriggio della cittadella. Eccoli arrivare: sono le 16.11 quando si apre la porta dell’auto che vede giungere Paul Servino, l’imponente figura di attore americano, nell’altra auto la figlia Mira accompagnata da due dei quattro figli: Mattea, di nove anni e Johnny, di sei anni. Il ruolo che dà alla Sorvino la grande popolarità è quello di una sboccata prostituta dalla vocetta squillante nel film del 1995 di Woody Allen “La dea dell’amore”, col quale vince, tra i vari riconoscimenti, il Premio Oscar come miglior attrice non protagonista. In sala stampa Paul Servino arriva canticchiando una canzone napoletana e poi fermandosi continua, sorridendo: “papà è nat’ ncopp’ o’ Vommero”. Tonino Pinto lo saluta con il titolo di “cavaliere”, ricevuto dal Governo Italiano, quale riconoscimento di “italiano nel mondo”. A Paul Servino abbiamo chiesto in quale film del cinema italiano avrebbe voluto recitare. Senza indugio Servino ha risposto “Il Postino” poi ha ricordato gli attori che avrebbe voluto affiancare, come Ugo Tognazzi ed i registi preferiti Vittorio De Sica, Fellini e Rossellini . Mira, nel ricordare i suoi primi passi nel cinema ha rivissuto i momenti un cui papà Paul le insegnava come doveva piangere. “Il cinema è la mia vita” ha affermato Mira, anche se rimpiange di non aver mai lavorato con il padre. Parlando dei figli ci ha detto che anche loro si sono avvicinati al cinema, recitando in un film prodotto dalla scuola che frequentano. E’ così la cittadella del cinema, anche quest’anno, si è colorata a stelle e strisce ospitando star di Hollywood, contese dai produttori internazionali. Paul Servino ha salutato tutti dichiarando “sono orgoglioso di essere italiano” e non possiamo che ripetere di essere “orgogliosi” di averlo conosciuto.

di Nicola Castorino