«Di fronte a tragedie come quella che ha colpito i familiari del 60enne deceduto all’ospedale Mauro Scarlato di Scafati, se non è proprio possibile tacere come sarebbe giusto, almeno l’Asl di Salerno farebbe bene a non accampare scuse che vengono sconfessate platealmente da una semplice verifica dei fatti». A dirlo è Annarita Patriarca, deputata di Forza Italia e commissaria del partito azzurro a Scafati. «La gestione della sanità in provincia di Salerno, e in tutta la Campania, purtroppo non è mai migliorata, esponendo cittadini e pazienti al rischio di non ricevere cure adeguate e tempestive. Questo accade non per colpa dei sanitari, ai quali va il ringraziamento per gli enormi sacrifici che ogni giorno profondono per assicurare un livello degno di assistenza, ma dei modelli organizzativi, dei responsabili delle aziende sanitarie e dei decisori politici», sottolinea. «Quanto sostenuto dall’Asl, circa l’assenza di chiamate al 118 da parte dei familiari dell’uomo colto da infarto, altro non è che una pietosa e ingiustificabile forma difesa, una pietosa bugia, considerato che i parenti della vittima, perché di vittima di malasanità si tratta, hanno dato, carte alla mano, riscontro di ben 3 telefonate nel giro di 10 minuti alla centrale operativa del 118. Chiamate a cui nessuno ha dato seguito». «È fondamentale che alla propaganda e alla narrazione virtuale di una sanità che funziona, modello per l’Italia intera, faccia da contraltare l’umiltà di ammettere i limiti, le difficoltà, le criticità, che l’attuale sistema sanitario campano sconta. E adoperarsi per migliorare i servizi che oggi sono scadenti e riaprire le strutture chiuse. A cominciare dal pronto soccorso dell’ospedale di Scafati che non può più essere negato alla cittadinanza. Il governatore De Luca e i responsabili territoriali della sanità si decidano a rendere consequenziali le vane promesse che si sono succedute in questi anni. Inizino a rimettere mano all’organizzazione della sanità in provincia di Salerno e in tutta la Campania. Perché purtroppo la gestione si è rivelata, a oggi, fallimentare».
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