Parrucchieri e barbieri: “Prima ci hanno fatto adeguare i locali, poi ci hanno chiusi” - Le Cronache
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Parrucchieri e barbieri: “Prima ci hanno fatto adeguare i locali, poi ci hanno chiusi”

Parrucchieri e barbieri: “Prima ci hanno fatto adeguare i locali, poi ci hanno chiusi”

di Monica De Santis

Saracinesca a metà ed un cartello a lutto per manifestare il suo dissenso contro la chiusura imposta dal governo. Alberto Buono ha aderito alla manifestazione del Cna… “Nella speranza di poter presto riuscire ad aprire. La nostra è stata una protesta pacifica che sicuramente ha fatto meno rumore rispetto a tante altre, ma era giusto che anche noi scendessimo in campo in questo periodo. Perchè quello che si sta verificando è davvero una cosa assurda. Ci hanno chiuso dopo che ci hanno fatto adeguare i nostri locali per renderli sicuri. Abbiamo investito soldi, abbiamo cambiato il nostro metodo di lavoro, accogliendo i clienti solo su prenotazione e poi alla fine hanno deciso di chiudermi, mentre invece se si va al supermercato si entra senza nessun controllo e senza che nessuno verifichi se si rispetta il distanziamento”.

Antonio Controne è il titolare di un salone da uomo in via Torrione. Anche lui ha aderito alla manifestazione pacifica di protesta… “Perchè non si può più andare avanti così. Io sono un fortunato perchè sono titolare delle mura, ma penso a tutti quei colleghi che devono pagare il fitto. Difficile andare avanti così. I ristori avuti non sono basti a coprire le perdite. Già abbiamo registrato una perdita di clienti perchè qualcuno impaurito da questo virus preferisce tagliarsi i capelli da solo a casa, poi ci dicono anche di stare chiusi, come possiamo fare a mantenere le nostre famiglie? La cosa assurda èc he le tasse e le bollette però non le hanno bloccate. I soldi da noi, che non stiamo lavorando li vogliono comunque e questo non mi sembra giusto. Devo pagare pur non incassando nulla”.

Marcello Della Calce è il titolare dell’attività di parruccheria per uomo sita in via Silvio Baratta. Anche lui ieri mattina ha aderito alla protesta promossa dal Cna… “Spero che qualcuno ascolti la nostra voce, il grido silenzioso che stiamo lanciando. La nostra è una protesta civile, educata e rispettosa nei confronti anche delle altre categorie commerciali che come la nostra sono state punite dal Dpcm governativo. Ciò che mi posso augurare è davvero che qualcuno si ravveda in merito alle decisioni prese e vi ponga rimedio. Assurdo imporre le chiusure solo ad alcune categorie, accusandole di essere la causa della diffusione del virus. Ma perchè non pensano invece a fare dei controlli seri, per strada, sul lungomare, nei supermercati dove veramente si verificano assembramenti e dove veramente il virus circola”