Sono 15 gli esposti presentati in Procura da Italia Nostra e comitato No Crescent aventi ad oggetto la costruenda mezzaluna di Bofill. Nella corposa documentazione sottoposta alla magistratura è presente anche una perizia, presentata lo scorso mese di settembre in Consiglio di Stato e presso la Procura della Repubblica di Salerno. Una perizia asseverata dall’avvocato Francesco De Cesare, fondatore dell’associazione “Salerno 1943”, con la quale si segnalava che il porto di Salerno, con la linea ferrata, fu oggetto di fitto bombardamento degli alleati che preparavano lo sbarco e nella quale veniva sottolineata la possibilità di ritrovamenti di diversi ordigni nell’area di Santa Teresa, nonché la forte probabilità di tali presenze nell’ampia superficie di 35.000 metri quadrati della piazza sopraelevata, piazza che, a differenza dei fabbricati, non è stata oggetto degli scavi e quindi dei necessari preventivi monitoraggi. «In quell’occasione – scrivono Italia Nostra e No Crescent – innanzi al Consiglio di Stato il Comune di Salerno e la Crescent srl sostenevano che tutti gli accertamenti erano stati compiuti e che non vi era alcun rischio nell’area». Ma gli ultimi, e non, avvenimenti hanno sostanzialmente smentito la tesi presentata da Comune e impresa: nel giro di otto mesi i residuati bellici trovati nell’area dove si sta costruendo il Crescent e Piazza della Libertà sono già due. «I fatti hanno – continuano gli esponenti dell’associazione ambientalista e del comitato – confermato che l’unico interesse nell’area è consentire l’edificazione del fabbricato senza curarsi della incolumità pubblica e privata e nemmeno della sicurezza dei lavoratori impiegati nel cantiere». Poi, l’ennesima sveglia alla Procura della Repubblica di Salerno alla quale, pare, non siano bastati ben 15 articolati esposti per cominciare ad indagare su quanto sta accadendo nella zona di Santa Teresa. «Cos’altro deve ancora succedere? – chiedono nuovamente – Ci si chiede: dov’è la Prefettura, allertata anche per l’improvvida deviazione del Torrente Fusandola? Dov’è la Procura? Destinataria di 15 articolati esposti del Comitato e di Italia Nostra, Inquirenti che solo oggi hanno provveduto a sequestrare la piazza su istanza di un tecnico progettista della Piazza solo al fine di eseguire le prove di carico? Dov’è la capitaneria di porto, sempre attenta nella fascia costiera anche per esigui interventi dei privati? Dov’è l’ispettorato del lavoro, sempre attento sanzionare ogni piccola violazione delle norme sulla sicurezza dei cantieri? Infine, dove sono i sindacati?». Domande che, probabilmente, resteranno senza risposta alcuna, nonostante il grande impegno di Italia Nostra e Comitato No Crescent per fare luce sulla vicenda Crescent – Piazza della Libertà e a cui, i fatti stanno dando ragione.
9 marzo 2013