Ha avuto un esito fortunatamente felice la vicenda di Fabrizio Falanga di Salerno, padre cinquantunenne di una bimba di tre anni e mezzo, che dopo il decreto del Tribunale dei Minori del 6 dicembre 2013 ha ottenuto finalmente quell’affido condiviso che gli era stato negato in precedenza, addirittura arrivando ad accusarlo di abusare della figlia sulla base di prove inconsistenti. Tutto è nato in seguito alla fine della relazione con Eugenia Ciobanu, moldava di 29 anni, che vistasi negare dal compagno il passaporto per la piccola, per eventualmente portarla con sé fuori dall’Italia, ha accusato Fabrizio di maltrattamenti e, dopo essere stata accolta in una casa famiglia di Cava de’ Tirreni, ha cercato in tutti i modi di negare al padre di vedere la bambina. Le suore, responsabili della struttura di accoglienza, non hanno facilitato le cose, anzi, a quanto pare, sono state loro a sostenere che la minore avesse accusato il padre di essere cattivo e autore di gesti al limite della pedofilia. Ora che la situazione si è in qualche modo normalizzata Fabrizio è più sereno.
Come procedono ora le cose e come si sente dopo quanto accaduto?
Anche se faticosamente, stanno diventando più tranquille. Sono più sollevato, e se la speranza non mi ha mai abbandonato è stata dura in alcuni momenti. Per certi versi sono anche amareggiato sebbene dovrei essere soddisfatto per l’esito felice della vicenda. Ho ancora paura che la madre possa inventarsi qualche stratagemma per impedirmi di vederla. Da qualche mese incontro la bambina tre volte alla settimana. Alla madre, che attualmente lavora come badante, le suore pagano un affitto in un appartamento a Roccapiemonte, e questo mi fa ancora più pensare che il gesto sia una sorta di ringraziamento per quei due anni circa in cui lei e mia figlia, in seguito alla falsa accusa di maltrattamenti, sono state accolte nella Casa Famiglia di Cava permettendo alla struttura di guadagnare 70.000 euro.
Come sta la bambina e in che rapporti è con la madre?
La bambina è gioiosa, ci divertiamo molto insieme, tanto che il tempo sembra volare e non è mai abbastanza per andare al parco giochi o stare insieme all’altra mia figlia di sedici anni. Certo ha risentito e risente di una situazione in cui i suoi genitori vivono separati e a volte è triste perché o vede la madre arrabbiata o si accorge che per gli altri bimbi la situazione è diversa. Quanto alla madre mi accorgo che invece di accettare in qualche modo la decisione del tribunale è sempre più arrabbiata, il suo atteggiamento è peggiorato da quando mi è stato concesso l’affido condiviso, e in questo penso che le suore non facciano opera di rasserenamento. Questa per me è un’altra fonte di amarezza, ci vedo un clericalismo controproducente, una cattiveria, laddove dovrebbero essere loro a rasserenare gli animi.
Cosa pensa di aver imparato da questa esperienza?
Che se un padre si muove contro la madre non è mai creduto; se a farlo è la madre, vero o falso che sia quello che sostiene, il padre viene immediatamente allontanato. Inoltre in questa battaglia ho agito sempre da solo, con le mie forze, anche economicamente, lasciando per un periodo il mio lavoro per poter seguire la vicenda con tutta l’attenzione e la cura che richiedeva.
Lucia D’Agostino