Erika Noschese
Sono 307 viadotti della Campania per i quali l’Anas non è riuscita ad accertare la titolarità e le responsabilità manutentive. A lanciare l’allarme il presidente della Federcepi Antonio Lombardi in merito allo “stato di salute” di ponti e viadotti presenti su tutto il territorio regionale. La Federcepi Costruzioni ha chiesto al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, e ai cinque Prefetti della Campania, interventi urgenti per accertare la proprietà (e i conseguenti obblighi legati alla manutenzione e alle verifiche tecniche periodiche) proprio in merito ai viadotti.
Presidente, quali sono al momento le opere bloccate, sia a livello regionale che locale?
«Ci sono 307 ponti che in Campania purtroppo non sono mai stati manutenuti perché Anas pensava fosse di competenza provinciale e la Provincia ha fatto altrettanto pensando che fossero di competenza dell’Anas. Noi non abbiamo adesso la localizzazione di questi ponti perché abbiamo un dossier che è stato presentato al ministero delle Infrastrutture e Trasporti e non è stato reso noto chiaramente anche per motivi di ordine pubblico. Faremo tutte le azioni del caso perché si rendono pubbliche le cose che non servono tipo lo studio costi-benefici per un’opera pubblica e poi non si fa sapere alla gente quale ponte non è stato manutenuto per decenni. Queste sono cose inaccettabili per noi. Domani (oggi per chi legge ndr) avrò anche un incontro al ministero per parlare di questa questione, venerdì mattina siamo al ministero del Lavoro per cercare di modificare l’onerosità dei contratti per le aziende edili. In questo momento di crisi penso che bisogna avere attenzione per le problematiche reali. Faremo di tutto per conoscere l’elenco delle opere che non può rimanere segretato».
Per quanto riguarda il viadotto Gatto, com’è la situazione attuale dal punto di vista della Federcepi?
«Il viadotto Gatto è un’opera chiaramente a rischio che va monitorata e soprattutto va manutenuta perchè è un viadotto sul quale transitano flussi enormi di traffico e poi abbiamo anche merci pesanti, come tir che creano alla struttura delle sollecitazioni. Dunque, un’opera il cui monitoraggio è stato attivato ma ci sono tempi tecnici di mesi per verificare al passaggio dei tir quali sono le oscillazioni, quindi cercare di vedere se il ponte ha bisogno di ulteriori rinforzi o meno. Il viadotto Gatto è comunque un’opera a rischio così come è a rischio il ponte sulla Salerno-Napoli, all’altezza di Vietri sul Mare che risale agli anni ‘60 e chiaramente non è adeguata ai tempi e alle tecnologie. E’ importante prevenire e cercare di non piangere più morti perchè dopo non serve a nulla».
Crede che il viadotto Gatto possa essere un pericolo per gli automobilisti?
«Il viadotto Gatto è stata da sempre un’opera problematica. Io invito gli automobilisti a fermarsi con l’auto in corrispondenza dei giunti tra una trava e l’altra quando passano i camion si vede come la propria autovettura sobbalza. E’ un’opera realizzata 40 anni fa se non di più ed ha delle problematiche. Non dobbiamo creare allarmismi quando non è necessario, l’importante è che il patrimonio edilizio e infrastrutturale sia manutenuto nei tempi che sono previsti dalla normativa». A Salerno, secondo lei, ci sono altre opere che avrebbero bisogno di un’attenzione in più? «Le opere bloccate sono tante. Io penso al famoso PalaSalerno, una delle opere incompiute da decenni. Posso dire che da noi la mobilità è ai minimi termini. Mi auguro che adesso con la Cilentana passata all’Anas avremo delle risposte anche sui 30 chilometri di viadotto che colegano una delle arterie più importanti della provincia di Salerno che pure come manutenzione era molto carente. Le opere sono tante, credo che in questo momento serva un grosso sforzo in Regione, passando ai fatti e cercando di spendere quei 4 miliardi e 300 milioni di euro di fondi europei destinati alle infrastrutture. E’ il momento di aprire i cantieri e passare dagli annunci ai fatti». Intanto, la Federcepi chiede ai Prefetti e al Ministro di attivare interventi urgenti per verificare lo stato di manutenzione e sicurezza di questi 307 ponti, impiegando la Protezione Civile, coinvolgendo le Università e, se è il caso, il Genio militare, in attesa di definire la titolarità e chiarire le responsabilità.