
Salerno/Pollica. Omicidio e cocaina, otto indagati in due inchieste collegate: chiuse le indagini per il delitto del sindaco pescatore Angelo Vassallo, ucciso con 9 nove colpi di pistola ad Acciaroli di Pollica il 5 settembre del 2020. E chiuse anche quelle sullo smercio di droga nel porto di Acciaroli. La Dda di Salerno con i pm Elena Guarino e Mafalda Cioncada contesta il concorso in omicidio al colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo, all’ex brigadiere Lazzaro Cioffi, all’imprenditore Giuseppe Cipriano detto Peppe Odeon e al collaboratore di giustizia Romolo Ridosso. Per il filone legato al delitto, vengono archiviati gli altri due indagati finiti nel mirino della magistratura inquirente: Salvatore Ridosso (figlio di Romoletto) e Luigi Molaro, carabiniere vicino a Cagnazzo. Unitamente all’omicidio, si chiude anche l’inchiesta sulla droga: avviso di garanzia per i fratelli Domenico, Giovanni e Federico Palladino, imprenditori turistici del Cilento e titolari del residence di Pollica dove il colonnello Cagnazzo d’estate trascorreva lunghi periodi di vacanza, e Giovanni Cafiero, attualmente ai domiciliari per reati legati all’estorsione con i Cesarano di Ponte Persica. Ora gli indagati – difesi dagli avvocati Ilaria Criscuolo, Franco Liguori, Giuseppe Stellato, Agostino De Caro, Giovanni Annunziata, Michele Avino e Sergio Mazzone – hanno venti giorni per depositare memorie difensive e chiedere di essere interrogati. Poi la palla passerà ancora alla Procura. Secondo la ricostruzione della Procura di Salerno guidata da Giuseppe Borrelli, Cafiero era insieme a Raffaele Maurelli (morto di malattia negli anni scorsi) il capo dell’associazione con base a Scafati, la città di Cipriano Odeon e dive viveva Ridosso (originario di Castellammare), dedita al traffico di cocaina tra i porticcioli e le piazze della perla del Cilento “che veniva sbarcata a Pollica attraverso natanti per essere commercializzata e spostata in altra località”. Secondo la pubblica accusa Cagnazzo e i Palladino avrebbero procurato al “sodalizio il deposito dove stoccare lo stupefacente sbarcato ad Acciaroli, assicurando Cagnazzo al sodalizio, unitamente a Cioffi, avvalendosi entrambi dello propria qualità di ufficiali di polizia giudiziaria, essendo entrambi carabinieri in servizio presso il Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna, protezione avverso i rischi derivanti da investigazioni aventi ad oggetto i delitti rientranti nel programma criminoso della associazione”. La svolta sull’omicidio verso la fine dello scorso anno a seguito delle dichiarazioni (ritenute attendibili) di Ridosso rinchiuso nel carcere di Modena. A indirizzare gli inquirenti sulle tracce scafatesi e vesuviane per il delitto di Pollica fu Alfonso Loreto figlio della ex primula rossa Pasquale, che riferì di sapere cose sull’omicidio di Angelo Vassallo. Loreto (che con i Ridosso a Scafati era reggente dell’omonimo clan prima degli arresti) indicò proprio nel 63enne Romoletto quale uno dei coinvolti in quell’omicidio. Dal carcere di Modena proprio Ridosso senior aveva detto di essere sicuro che, ad uccidere il sindaco pescatore fosse stato il gruppo di Cipriano: qualche mese dopo, a dicembre 2010, sarebbe stato lo stesso imprenditore a rivelargli di essersi occupato dell’agguato. Lo stesso Peppe “Odeon” avrebbe elencato a Romoletto le motivazioni dietro l’omicidio. Innanzitutto, Vassallo avrebbe avuto l’intenzione di cacciarlo da Acciaroli, sia per un furto in locale di proprietà del sindaco, commesso da un dipendente di Cipriano. Altro motivo, quello relativo al traffico di droga per il quale la procura ha chiuso le indagini. A supportare le rivelazioni di Ridosso ci fu l’ex compagna del boss Antonella Mosca, fuori dall’inchiesta come si evince dalla conclusione delle indagini della procura Antimafia di Salerno.