Sembra un normale sabato mattina ad Olevano sul Tusciano, ma purtroppo così non è. Olevano, sabato 21 settembre lo ricorderà per sempre. Quelle calde ore mattutine verranno ricordate come le ore in cui Olevano ha potuto per l’ultima volta restare con Davide. Sono le 11 del mattino quando un interminabile corteo avvolto in un assordante silenzio accompagna la salma dell’amico presso la chiesa Madonna delle Grazie. Momenti tristi spezzati dalle lacrime degli amici di sempre, ancora increduli per ciò che la scorsa settimana ha portato via il loro Davide. Una persona bella, che ha lasciato un vuoto incolmabile nel cuore di moltissime persone. A salutare Davide c’erano davvero tutti. I piccoli campioncini che lui stesso allenava presso l’Asd Olevanese, società calcistica di cui faceva parte indossando la maglietta distinta dal numero 9. La passione per il calcio l’ha accompagnato per tutta la vita, la stessa passione che lo ha legato a quelli che sono ad oggi i suoi più cari amici. Le stesse persone che erano lì, col volto segnato da lacrime che non sono riusciti a trattenere e con in mano un palloncino bianco lasciato volare via. Chissà che quei palloncini non l’abbiano raggiunto Davide, dove lui ora starà. La comunità di Olevano sul Tusciano si è stretta intorno alla famiglia di Davide, aggrappata ad un dolore che il tempo non può lenire. Una scena triste ma che ha mostrato nella sua tristezza tanto amore. Il sacerdote, Don Emanuele Andaloro, toccato durante la celebrazione si è rivolto proprio a loro, i suoi amici chiedendogli di non perdere la speranza, di continuare a vivere la bellezza della relazione che Davide aveva costruito con ognuno di loro. Continuare a vivere l’amico nel proprio cuore. Al termine della celebrazione eucaristica, Davide è stato accompagnato nel suo posto del cuore, al campo, luogo a lui devoto e che per l’ultima volta ha salutato seguito da un eterno applauso di amici. Erano tutti lì, insieme, pronti quasi come se Davide fosse arrivato da un momento all’altro. È vero, nessuno muore finché vive nel cuore di chi resta. Al termine della cerimonia funebre gli amici hanno voluto ricordare Davide con una lettera: «Sono giorni che le domande sono tante, tanti i dubbi e tante le incertezze a cui non sappiamo rispondere. Ci chiediamo perché proprio tu, perché proprio il nostro gigante buono ci sia stato tolto dalla nostra quotidianità, perché il tuo grande cuore abbia smesso di battere e perché il tuo sorriso non illumini più le nostre vite. Ci chiediamo perché a Pasquale e a Carmelina sia stato portato via un figlio, il primo, tanto atteso, voluto e desiderato; perché ad Ernesto e Mariapia sia stato tolto un fratello, un punto di riferimento, la persona con cui riesci a sentirti bambino per sempre; perché a Gabriella e ad Andrea, invece, sia stato tolto un amico prima che un cognato. E ci chiediamo perché a noi sia stato tolto un amico. Per noi Davide è un mix a cui non sappiamo dare un nome. E ci piace parlare di lui al presente, perché Davide è qui, lo sentiamo vicino ogni giorno, ci continuiamo a parlare, ridere e scherzare: la nostra distanza è solo fisica. E non vogliamo che il passato sbiadisca ciò che lui è stato, è e sarà per sempre. Davide per noi è vita, che oggi sembra andare a rilento, vita che ad alcuni di noi si è fermata e non vuole proprio saperne di andare avanti. Davide è il calcio, è la partita del sabato pomeriggio con la speranza che continuerà a gonfiare i nostri cuori come gonfiava la rete. Davide è l’egocentrico della comitiva, la persona con la battuta sempre pronta ma con un grande cuore d’oro, incomparabile con nessuno. Davide è il messaggio delle 7:48 puntuale ogni mattina; l’audio che ancora prima di ascoltare finisce direttamente nella lista dei preferiti: la nota vocale che migliora le giornate e che, oggi, ascoltiamo con le lacrime agli occhi per sentire ancora un po’ la sua voce; Davide è il latte e cacao a Scalea, Davide è il “ti voglio bene” che non dice mai mache percepiamo con i suoi infiniti gesti, con i suoi buffi modi di fare, con i suoi pungenti sfottò ma che non escono mai fuori binario; Davide è i mille soprannomi con cui amiamo chiamarlo: Trichecone, O’Track, Bomber, Fratellone, Davidù… Davidù ci hai insegnato tanto, ci hai insegnato a trasformare il dolore in forza e la lezione d’amore più grande ce l’hai donata tu ma un rimprovero ce lo devi: non ci hai preparati alla tua assenza, non ci hai insegnato a vivere una vita senza di te, senza i nostri giri in auto senza una meta, senza le canzoni di Vasco e quelle di Gigi D’Alessio di cui non ricordavi mai le parole, senza i weekend improvvisati, senza le partite della Juve e senza i battibecchi con i tuoi amici milanisti, interisti e napoletani – hanno scritto gli amici – Oggi il nostro sguardo è rivolto verso l’alto, con tanta rabbia ma anche tanta tenerezza perché solo fisicamente tu non sei qui con noi; oggi e per sempre non lasci la nostra mente nemmeno per un secondo. Oggi proviamo a pensare che il tempo che ci divide sia un non-tempo, proviamo a disegnarti nelle nostre menti e proviamo a dirci che tutto ha un senso anche quando un senso non c’è, proviamo a sentire addosso la sicurezza che ci trasmettevano le tue braccia purtroppo con la consapevolezza che sarà una dura prova non averti. Oggi, è vero, sul nostro volto vedrai una lacrima in più che ci sforzeremo di trasformare in sorriso, perché sappiamo che tu non avresti mai voluto vederci piangere. Anzi, le lacrime le odiavi. E oggi ti facciamo la promessa più grande, quella di caricarci sulle spalle tutta la sofferenza della tua famiglia e di stargli vicino proprio come facevi tu. Loro non meritano un dolore così grande e gli amici servono a questo, a smussare gli angoli di questo tormento per tramutarlo in forza. Trasmettici tu tutta la tua forza, tutta la tua energia di far durare una giornata 48 ore e veglia su di noi, perché abbiamo ancora bisogno di te. Non doveva andare così». Cosmo Nicolino
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