di Marta Naddei
Per una Salerno che chiude le porte in faccia ai suoi talenti artistici, c’è l’Estremo Oriente che li accoglie a braccia aperte e li apprezza. Eleonora Pierro, meglio conosciuta come Norele, è una giovane cantautrice salernitana che ha rappresentato brillantemente la musica italiana al World music essence, importante festival musicale che si tiene ad Hohhot, storica capitale della Mongolia interna, in cui si è esibita dinanzi a migliaia di persone. Il festival è una vetrina in cui si intrecciano suoni, costumi e traduzioni di ogni parte del mondo alternandosi alla cultura autoctona. Un ampio repertorio, quello della giovane cantante salernitana, che ha ripercorso i mitici anni ’60 della musica del Belpaese. Insieme a lei tanti altri artisti provenienti da diverse parti del mondo, come i ragazzi del Montana e le loro melodie country e gli stessi affascinanti suoni della Mongolia. Tre i concerti live e una esibizione privata dedicata ai “leaders”, grande e caloroso il pubblico. «Sono meravigliosi – racconta Norele – mi hanno chiesto foto e autografi. Ero molto imbarazzata. La mia band è composta da due americani e un francese ed è stato divertente sentirli suonare con passione musica italiana».
Ma quella di Norele, oltre ad essere una bella esperienza artistica, è anche una storia d’oggi, una di quelle in cui si chiudono gli occhi dinanzi alle eccellenze di casa nostra e non si investe nell’arte e nella cultura. Già perché Eleonora Pierro, già da qualche mese, vive in Cina, a Pechino. Nonostante la nostalgia per la sua città e i suoi affetti rimasti a Salerno, è fermamente convinta della propria scelta. Sa bene, Norele, che qui riuscire a coltivare i propri sogni, specie se artistici, è come tentare di scalare l’Everest indossando un paio di infradito. «Mi manca molto il mio paese e in particolare la mia città – dice con amarezza – ho dato tutto quel che ho potuto all’Italia, ma ho ricevuto poche soddisfazioni e parecchie porte in faccia. Come me moltissimi artisti salernitani e in generale italiani quest’anno sono emigrati, con la crisi i primi tagli sono stati destinati alla cultura, campo su cui, invece, si dovrebbe investire perché è il nostro valore aggiunto. Torneró a Salerno per Natale, la nostalgia è forte, ma poi rientrerò a Pechino».