di Arturo Calabrese
Nessuno tocchi don Carlo Pisani. Volendo semplificare al massimo, è questo il messaggio che alcuni cittadini di Agropoli vogliono far passare. È stata lanciata, infatti, una petizione online indirizzata al vescovo di Vallo della Lucania Vincenzo Calvosa che, secondo alcuni, si sarebbe macchiato della colpa di aver deciso numerosi trasferimenti, all’interno della diocesi, di diversi parroci.
Tra essi, anche don Carlo Pisani che serve alcune chiese agropolesi tra cui quella della Madonna di Costantinopoli, recentemente restaurata anche per suo merito, quella dei Santi Pietro e Paolo e la piccola chiesetta di San Francesco (nella foto).
«Noi cittadini e membri della comunità di Agropoli desideriamo esprimere la nostra gratitudine per il ministero di don Carlo, parroco della parrocchia dei Santissimi Pietro e Paolo, che in questi anni ha saputo creare legami autentici, accompagnare i giovani, sostenere le famiglie e dare vita a nuove realtà sociali e comunitarie – si legge sul sito change.org – la sua presenza ha portato frutti concreti che hanno rafforzato non solo la vita della parrocchia, ma l’intero tessuto cittadino.
Con questa raccolta firme chiediamo rispettosamente a Sua Eccellenza il vescovo Vincenzo Calvosa di valutare la possibilità di mantenere don Carlo ancora con noi ad Agropoli, per proseguire insieme il cammino già intrapreso e non interrompere il percorso di crescita e di bene comune che egli ha saputo avviare».
Insomma, un movimento spontaneo di cittadini, anzi di giovani, che vuole la permanenza del proprio parroco in quel di Agropoli per portare avanti i progetti avviati, le iniziative, il rapporto con la cittadinanza. Don Carlo Pisani, dunque, lascerà Agropoli per Castellabate dove assumerà la guida della chiesa di Santa Maria a Mare e di Sant’Antonio a Lago.
Da qui, spostati ad Agropoli, saranno don Roberto Guida e don Pasquale Gargione. Nella città agropolese prenderanno le redini delle parrocchie cittadine insieme a don Aniello Panzariello e ai vicari don Gennaro Russo, don Giuseppe Dianese e don Giuseppe De Marco.
«Portando davanti al Signore, nella preghiera, quanto mi è stato consegnato dalla riflessione dei presbiteri foraniali – scriveva il monsignore vallese – l’emergenza dei bisogni che ho raccolto dalla mia personale visita alle parrocchie, le esigenze e i desideri che mi sono stati presentati anche dai sacerdoti stessi in colloqui personali, ho maturato un primo progetto di ridistribuzione del servizio pastorale, la seconda fase proseguirà il prossimo anno».
Agropoli non è l’unica comunità che non ha accolto con favore la decisione del vescovo Calvosa. Anche Castellabate, ad esempio, ma così pure i piccoli borghi del Cilento interno. Insomma, una rivoluzione che non riesce a trovare tutti concordi.
«Sarei ipocrita se dicessi che il distacco non mi costa – le parole che don Carlo Pisani ha affidato ai social – tuttavia siamo chiamati a una visione di fede attraverso la quale leggere nelle pieghe della storia la provvidente mano del Padre che ci guida nel nostro cammino. Ringrazio tutti di cuore – ha concluso – ai fedeli delle comunità che sarò chiamato a servire chiedo di accogliermi con tutti i miei limiti e fragilità».






