Erika Noschese
Il consiglio provinciale tenutosi nella mattinata di mercoledì ha trascinato con sé una scia di polemiche circa il terzo punto all’ordine del giorno: l’annullamento in autotutela della delibera e l’approvazione del nuovo regolamento per ciò che concerne il nulla osta all’apertura delle autoscuole. A tentare di chiarire la sua posizione è Domenico Ranesi il dirigente che ha concesso all’autoscuola Gargano, ad Albanella, di poter avviare la sua attività di fronte ad un’altra autoscuola.
Dottor Ranesi, in consiglio provinciale è stato votato l’annullamento della delibera e l’approvazione del nuovo regolamento. Una decisione, questa, che ha messo i titolari sul piede di guerra annunciando battaglia.
«Il mio punto di vista è quello del consiglio provinciale. Di più non posso aggiungere».
Pare ci siano state richieste per ottenere la concessione, non firmate da lei in quanto non rispettavano la distanza dei 200 metri.
«A me non risulta alcun diniego. Nessuna autoscuola ha chiesto di avere l’autorizzazione ed è stata bocciata sulla base del fatto delle distanze. L’autoscuola Gargano (quella di Albanella che ha poi dato vita alle polemiche ndr) è stata la prima ad avercelo chiesto, pur non rispettano la distanza dei 200 metri. Noi, in prima battuta, abbiamo detto di no, interpretando erroneamente un vecchio regolamento. Poi, dopo una richiesta più approfondita, abbiamo verificato che il vecchio regolamento non valeva più. Per cui alla luce della nuova normativa, la Bersani, abbiamo deciso di concedere il nulla osta e dunque l’autorizzazione. Da qui è nata tutta la polemica e abbiamo anche cambiato il regolamento, rendendolo conforme alla normativa esiste».
Il regolamento di cui parla però non sarebbe mai stato visionato dai titolari delle autoscuole e dai sindacati che si stanno occupando della vicenda.
«Il regolamento, emendato dal consiglio provinciale e poi ieri (mercoledì per chi legge ndr) è stato approvato nella sua forma definitiva. Nessuna distanza perché la legge non lo consente in quanto sarebbe una limitazione della concorrenza». Le sigle sindacali ora annunciano azioni penali. «Io non sono nessuno per dire se ci sono gli estremi per avviare azioni legali. Io ho solo interpretato la legge nel modo più corretto, poi magari abbiamo sbagliato ma non voglio entrare in polemiche»
La replica/ Nico Mazzeo: «Il dirigente ha modificato la legge a suo piacimento diverse volte»
«Io ho una visione di contrasto, così come i miei colleghi, rispetto a quella dei dirigenti provinciali». lo ha dichiarato il responsabile provinciale di Confarca, in merito alle decisioni prese in consiglio provinciale circa l’approvazione del nuovo regolamento che, di fatto, liberalizza le autoscuole, senza alcun vincolo di distanze. «In questo momento storico, visto che la Provincia si è determinata prima in un modo e poi ha modificato la sua valutazione, noi non possiamo fare altro che aspettare quello che sarà il giudizio dei tribunali. Mi associo alle parole di Antonio Anastasio, siamo pronti a qualsiasi procedimento, anche penale, per una valutazione generale», ha poi aggiunto Mazzeo, spiegando che alla stesura del regolamento avrebbero dovuto partecipare anche i sindacati. E in merito alle dichiarazioni del dirigente provinciale che ha concesso il nulla osta alla scuola guida di Albanella, dice: «Il dirigente, come in tutte le iniziative intraprese fino ad oggi, ha lavorato in totale autonomia senza confrontarsi con nessuno. Noi non crediamo che questo sia giusto e stiamo valutando tutte le iniziative. Se c’è un riscontro penale lo valuteremo, parleremo con gli avvocati e con i rappresentanti della categoria perché siamo in tanti, nella provincia di Salerno. L’ente Provincia non solo non ci ha considerato ma ha bypassato qualsiasi tipo di iniziativa, con un dirigente che più volte ha modificato i suoi atti, continuando su questa linea».
In merito alle dichiarazioni del dirigente che parla di una prima interpretazione erronea della legge che, in prima istanza, ne ha vietato l’apertura?
«Allora, il dirigente ha sbagliato dal 2007 ad oggi. Tra l’altro, nell’ultimo anno, ha interpretando la legge in modo diverso, diverse volte per questo abbiamo fatto il ricorso al Tar: non capiamo quale regolamento è stato preso in considerazione, in che termini e che modi, modificando ogni volta a suo piacimento la norma».
Unasca/ David Nola: «Azioni legali per tutelare la categoria»
«Noi siamo rimasti interdetti per la modalità con cui è stata fatta quest’azione perchè, fino a pochi giorni prima, non si sapevo cosa avrebbero fatto in consiglio provinciale e cosa avrebbero rigettato». Lo ha dichiarato David Nola, del sindacato Unasca, intervenuto in merito alla querelle sorta post consiglio provinciale. «Nello stesso giorno, poi, hanno approvato un nuovo regolamento, privo dell’emendamento che andava ad aiutare le famiglie che hanno investito in quest’attività, cercando di tutelarle. Con la caduta di quest’emendamento, questo diventerà sempre più difficile», ha detto ancora David Nola, spiegando – ancora una volta – che la legge Bersani permette ora ad un’autoscuola di aprirsi anche di fronte ad un’altra già presente, senza alcun vincolo o impedimento. «Stiamo valutando con i nostri avvocati quali azioni legali possiamo intraprendere per tutelare la categoria», ha aggiunto. Dall’Unasca, infatti, hanno spiegato che il regolamento non è stato presentato ai sindacati prima dell’approvazione, non aprendo un tavolo per le trattative e la stesura del nuovo regolamento. «Noi, di fatto, non abbiamo idea del regolamento approvato dai consiglieri. Per ipotesi, possiamo pensare che si tratti di quello precedente ma non abbiamo ancora alcuna certezza in merito. Se dovessero esserci gli estremi per una denuncia per abuso d’ufficio, anche nei confronti degli stessi consiglieri provinciali, noi non ci tiriamo indietro e procediamo tranquillamente». Un pensiero, quello di Nola che va di pari passo con quello di Antonio Anastasio che, subito dopo il consiglio provinciale, ha annunciato l’intenzione di intraprendere azioni penali non solo per abuso d’ufficio ma anche per eventuali altri reati che potrebbero emergere da questo procedimento. In attesa della sentenza del Tar, i sindacati annunciano l’intenzione di intraprendere tutte le azioni necessarie per tutelare il lavoro di chi, da anni, è presente sul territorio, e che ora – grazie alla Bersani – si potrebbe trovare costretto a dover rinunciare alla propria attività, a causa della concorrenza.
L’accusa/ Antonio Anastasio: «Il “presidente” della Provincia è Ranesi»
«Il “presidente” della Provincia Ranesi sta semplicemente tentando di togliere di mezzo la questione, per evitare di affrontarla nel corso del prossimo consiglio provinciale». Lo ha dichiarato Antonio Anastasio che si sta battendo affinché si eviti la liberalizzazione delle scuole guida. Anastasio, con una sottile ironia, definisce Ranesi – il dirigente reo di aver firmato la concessione per l’autoscuola di Albanella – il “presidente”, rimarcando che il ruolo principale non sembra rivestirlo Giuseppe Canfora ma il dirigente in questione. «Inizialmente, la concessione non era stata concessa poi, forse ricordandosi di un errore, è stato concesso il nulla osta. Un errore che è stato portato avanti per 7 anni? Perchè solo con la Gargano e non con gli altri?», si chiede ancora il responsabile provinciale di Unica Consorzi. Intanto, nei prossimo giorni, Unica, Confarca e Unasca hanno annunciato l’intenzione di dar vita ad uno sciopero.
Le dichiarazioni/ «Si tratta di terrorismo politico», autoscuole sul piede di guerra
«E’ stato un atto di terrorismo politico». Parla così Francesco Galderisi, il titolare dell’autoscuola Pastena 1 in seguito a quanto accaduto in consiglio provinciale, con l’approvazione del nuovo regolamento che di fatto liberalizza le nuove aperture, senza alcun vincolo di distanza. La decisione ha fatto storcere il naso a parecchi titolari come l’autoscuola Marino o la Sprint, di via Michele Vernieri. La querelle è nata dopo la concessione rilasciata all’autoscuola Gargano di Albanella, apertasi proprio di fronte ad un’altra attività dello stesso tipo. «La liberalizzazione ci sta rovinando tutti. Ha tolto il lavoro anche a chi ce l’aveva perchè abbiamo già il problema degli iscritti, a causa del calo delle nascite ed è già molto circoscritto. Se arrivano nuove autoscuole, non togliamo il lavoro a chi non ce l’ha ma anche a chi un lavoro ce l’ha, grazie magari ad un’attività avviata da anni», ha dichiarato invece la titolare dell’autoscuola Marino che mette in discussione anche l’altro requisito, il parco veicoli completo: «Non è giusto ma dobbiamo adeguarci alla legge. Non possiamo far altro». Dello stesso parere anche il titolare della scuola guida Sprint: «E’ una grande stupidaggine. Se prima ci voleva un certo numero di abitanti, almeno 22mila, ora con la liberalizzazione l’autoscuola sembra diventata un mercato rionale. Svolgo quest’attività da 50 anni e ad oggi è una vergogna. Non possiamo avere due attività uguali l’una di fronte l’altra, la distanza dovrebbe essere anche superiore ai 500 metri. Poi, il parco veicoli completo è impossibile averlo». La legge Bersani sembra dunque aver messo in allarme i titolari delle scuola guida che rifiutano quanto approvato in consiglio provinciale dai consiglieri di maggioranza e minoranza, non senza polemiche, caos e confusione generale. «A noi non è giunto alcun regolamento. Pretendiamo di leggerlo», ha spiegato ancora Francesco Galderisi che – tra l’altro – fa parte del sindacato Unasca e si sta battendo affinché si intervenga in merito alla questione prima della sentenza del Tar, attesa per fine settembre inizio ottobre. L’Agicom, infatti, si sta occupando della tutela dei consumatori, senza tenere effettivamente in considerazione le difficoltà che si ritroverebbero a vivere, invece, le autoscuole presenti sul territorio da anni.