di Olga Chieffi
Nella settimana dedicata alla Musica Fuoriclasse stasera, alle ore 20, in streaming, nel giorno del compleanno del M° Giovanni De Falco, l’Ensemble Panarmònia, che raccoglie l’essenza della didattica del suo fondatore, essendo composto da suoi allievi di diverse generazioni, donerà un delicato fiore musicale, al proprio pubblico. Mauro Caturano al clarinetto Piccolo in Mibemolle, Umberpiero Caturano, Gilda Crisci, Michele Moronese, Domenico Lucibello, Francesco Pasquariello, Teresa Pirozzi, Michele Tarallo e Miriam Zeoli, al clarinetto soprano in Si Bemolle, Domenico Annunziata al clarinetto contralto in Mi bemolle e Francesco Di Domenico al clarinetto basso in Si bemolle, eseguiranno tre pagine intense di musica che rispecchiano l’estetica di questa formazione. La musica afferra il presente, lo ripartisce e ci costruisce un ponte che conduce verso il tempo della vita. Colui che ascolta e colui che canta vi ci trova un amalgama perduto di passato, presente e futuro. Su questo ponte, finchè la musica persiste, si andrà avanti e indietro. Brano d’apertura sarà “Maschere”, per cinque clarinetti, composto da Alfredo De Falco, figlio del Maestro Giovanni. La pagina si sviluppa su diverse citazioni dalla “Rapsodia per clarinetto solo” di Giacomo Miluccio , alla sonata di Francis Poulenc, passando per le Tuileries di Musorgskij a Rota di 8 e mezzo. Una continua rottura della quadratura ritmica, contribuente a dar vita ad un lavoro di spiazzante tragicità, pur speziato di sarcasmo e ironia dedicato ad un educatore di umiltà, confidente e interprete dell’arco della vita quale fonte di serenità, un pensiero che crediamo attraversasse le sue esecuzioni, in difesa della bellezza del segno dell’autore, essendo Giovanni De Falco, sottomesso unicamente all’arte e alla musica. L’ensemble ci trascinerà, quindi, nell’oriente dei barbari polovesi ricco di un acceso colorismo, che avvicina Borodin, più che all’asciutta crudezza di Musorgskij, alla smagliante brillantezza di Rimskij-Korsakov, tanto è energica, chiara e vivace la sua rappresentazione: ora selvaggia e furiosamente ritmata immagini musicali di intensa, plastica suggestione, profondamente intrise di sentimento nazionale, giustamente divenute simbolo di un’epica collettiva. Finale con un’opera di Giusto Pappacena “Friends”. “Una parte – ci illumina il compositore – era stata già completata perché il caro e compianto collega e amico Giovanni De Falco lo aveva messo in conto per un’esecuzione: tutto, però, si è fermato con la sua scomparsa. Poi, in questa occasione è stato un attimo il pensare di riprendere quello che era poco più di un tema e svolgerlo per l’organico Panarmónia. Così l’abbozzo è stato completato con l’aggiunta di un Trio e dedicato appunto all’ensemble. Prediligendo le forme musicali “classiche” (perché, checché se ne dica, non inibiscono la libertà) per questo brano ho scelto la classica forma ternaria A-B-A, semplice e con Trio quale parte centrale. In queste atmosfere è più gradevole poi far dialogare gli strumenti, che, nel caso dell’ensemble citato, si presenta con l’intera gamma di clarinetti: dal Piccolo in Mib al Clarinetto Basso . Per concludere, il carattere del pezzo resta quello scherzoso, con qualche tratto che non disdegna il grottesco”.